mercoledì 3 maggio 2017

I Kiva-Robot di Amazon sbarcano in Italia

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(foto da internet)

I millesettecento dipendenti Amazon del fulfillment center di Luton, a nord di Londra, non ci fanno più caso allo spettacolo del movimento sincronizzato di tonnellate di merce. Prima (e ancora oggi nei magazzini tradizionali) quel lavoro lo facevano loro, con le braccia e le gambe. Camminavano nelle corsie per andare a sistemare gli oggetti negli scaffali e camminavano per andare a riprenderli, per poi spedirli a chi, in qualche parte del mondo, li aveva acquistati online. Ora non più. Ora gli uomini e le donne stanno fermi, sono gli scaffali a muoversi.
In Europa il colosso mondiale dell'e-commerce fondato da Jeff Bezos ha attualmente 31 magazzini e questo è uno dei cinque robotizzati. In autunno, però, ne costruiranno altri tre: uno in Germania, uno in Polonia e uno in Italia, a Passo Corese, in provincia di Rieti. Sarà il primo centro di distribuzione automatizzato in Italia (costo: 150 milioni di euro) e la grande domanda, che mette in apprensione i sindacati, è sempre la stessa dai tempi della rivoluzione industriale: le macchine ruberanno il lavoro alle persone?

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(foto da internet)


L'idea partorita dagli ingegneri di Amazon è davvero geniale. Lo spazio centrale del magazzino, grande come un paio di campi da calcio, è terra esclusiva dei "Kiva robot": assomigliano agli aspirapolvere automatici per i pavimenti di casa, si muovono su ruote, sono alimentati a batterie, pesano 140 kg e ne sollevano 340. Sono guidati da un software prodotto da Amazon Robotics. Lungo il recinto metallico si affacciano le postazioni dei magazzinieri in carne ed ossa, il cui compito consiste nel prendere o mettere oggetti negli scaffali mobili. Insomma è un caos organizzato. Ogni scaffale, per dire, contiene le cose più disparate, da giocattoli a strumenti musicali, libri, attrezzi di ferramenta e quant'altro. Ci sono più di un migliaio di robottini in funzione nel centro di Luton, attivi 20 ore su 24 mentre nelle restanti quattro ore rimangono in manutenzione. Per dirla con le parole di Stefano Perego, il direttore delle operazioni Amazon nel Regno Unito: "Non dobbiamo più perdere tempo a cercare lo spazio, né a cercare il prodotto".
Il valzer degli scaffali è una danza ipnotica. Scartano di lato, girano su se stessi, si muovono in avanti, ruotano di 90 gradi, tornano indietro. Si sfiorano, rispettano precedenze invisibili, si muovono su ipotetiche vie ortogonali. A destra e a sinistra, avanti e indietro. Non hanno una collocazione, vagano. La destrutturalizzazione del concetto di magazzino. Sono i robot a guidare in questo ballo immaginario, gli scaffali si lasciano condurre. Il futuro è questo, il futuro è adesso. Ma com'è il futuro?





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(foto da internet)



Questione di spazi, dunque. Di tempi e di scaffali. Questo sistema si può applicare al 40% della merce, ma non agli indumenti e agli oggetti molto voluminosi. Secondo Perego un magazzino robotizzato "gira" il 15% più velocemente rispetto a uno tradizionale. Facciamo però un brutale confronto di numeri. Il vecchio centro logistico Amazon di Castel San Giovanni a Piacenza è grande 100 mila mq e dà lavoro a 1.500 dipendenti. Quello in costruzione a Passo Corese ha la stessa estensione, ma essendo robotizzato non assumerà più di 1.200 persone nei primi tre anni. A spanne, quindi, le macchine si portano via un quinto dell'occupazione. "C'è uno scarto, è vero - ammette Perego - ma non state considerando la maggior domanda di lavoro per i corrieri e per i tecnici della manutenzione. Qui in Gran Bretagna Amazon ha 24 mila dipendenti stabili, in Italia arriveremo a 3.800".

Gintare, una ragazza lituana di 25 anni che sta inscatolando cacciaviti, dice che "coi robot tutto è diventato più facile e meno faticoso". Inutile allora andare in cerca di opinioni contrarie. E bisogna anche ammettere che il centro di Luton pare essere un luogo tutto sommato confortevole: aria condizionata, mensa, spogliatoio, un biliardino, i cartelli che ricordano alle donne di tenere legati i capelli. I magazzinieri inglesi di Amazon lavorano quattro giorni a settimana per dieci ore al giorno. In Italia 5 giorni alla settimana per 8 ore al giorno, con una paga lorda di 1.450 euro al mese come stabilito dal contratto del commercio. Un robot danzante lavora 20 ore su 24, sette giorni su sette e  non prende niente.

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