mercoledì 22 marzo 2017

la mensa più verde d'Italia

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Corrono per sedersi a tavola come se ad aspettarli ci fossero patatine fritte e merendine industriali, invece le cuoche della scuola dell'infanzia di Samassi, piccolo centro del sud ovest della Sardegna, scodellano piatti della tradizione e distribuiscono pane con ricotta e miele. Sulla parete dell'asilo fa bella mostra, insieme ai disegni dei bambini, il premio "MensaVerde" assegnato a ristorazioni per le comunità, pubbliche o private, che hanno mostrato una particolare attenzione alla qualità del cibo e alla riduzione degli impatti ambientali e sociali legati alla gestione. Nel 2016 la scuola dell'infanzia di Samassi aveva ricevuto una menzione speciale, quest'anno si è aggiudicata il primo premio con il progetto iniziato nel 2011 grazie alla collaborazione tra Comune, Azienda sanitaria di Sanluri e l'agenzia Laore, che si occupa dell'attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e per lo sviluppo rurale.

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La mensa dell'asilo di Samassi non è la prima a puntare sulla qualità alimentare, ma l'idea che le sta a monte è unica per l'efficacia con cui ha coinvolto tutta la comunità. "Il primo obiettivo è la salute dei bambini - spiegano - ma questo progetto ha fatto crescere tutti noi". I bambini imparano a conoscere quel che trovano nel piatto, e grazie alla collaborazione con una fattoria didattica della zona, hanno avviato una loro piccola coltivazione di ortaggi. Si visitano le aziende fornitrici, e vengono guidati nell'ottimizzare il ciclo di produzione per ridurre gli sprechi e l'impatto ambientale. E fanno da portavoce con i genitori.


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Il coinvolgimento delle famiglie è parte fondamentale del progetto - conferma la vice sindaca e assessora all'istruzione del comune di Samassi - Le famiglie partecipano ai corsi e frequentano laboratori. Dall'avvio del progetto non ci sono mai state lamentele, nonostante il menù sia molto cambiato e ci siano alimenti, come le lenticchie e i legumi in generale, che di solito è difficile far accettare". 

Tutto grazie alla partecipazione attiva e a tre punti base: nutrizione di qualità, sostenibilità ambientale e informazioni alle famiglie.  "C'è stata un po' di resitenza - aggiunge - quando abbiamo spiegato perché volevamo usare sempre l'acqua del rubinetto. Siamo riusciti a provare che non serviva soltanto a ridurre i rifiuti e i costi, ma stavano puntando sulla qualità, perché l'acqua delle condotte è, se non uguale, più sana e migliore di quella imbottigliata".

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L'aspetto economico non è secondario, perché "fare una mensa di qualità non significa spendere di più. Certo il Comune ha dovuto lavorare e impegnarsi in un lavoro di ricerca per l'organizzazione. Il risultato però è stato di grande soddisfazione per tutti". L'esperienza di Samassi potrebbe ora fare da apripista per altre scuole. Il comune campidanese non è l'unico ad aver aderito al progetto della provincia del Medio Campidano, ma è il primo ad aver trovato tutte le soluzioni tecniche, a partire dalla redazione del capitolato per rendere possibile l'adesione a tutte le norme, compresa quella che richiede il ribasso dei costi. Di certo, l'essere una piccola comunità (poco più di 5mila abitanti) e la specificità del territorio sono stati d'aiuto, ma a fare la differenza sono state le persone, la loro voglia di immaginare un servizio migliore per i cittadini.

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