venerdì 22 maggio 2015

Fred Bongusto




(foto da internet)

Ha compiuto 80 anni uno dei personaggi più amati della canzone italiana degli anni ’60: Fred Bongusto, autore di brani indimenticabili come Una rotonda sul mare, Spaghetti a Detroit, Balliamo, Frida e Doce doce (in dialetto).
Fred Bongusto, al secolo Alfredo Antonio Carlo Buongusto, nacque a Campobasso il 6 aprile 1935.  Nel 1960, cominciò a cantare come voce solista nel gruppo I 4 Loris, con cui raggiunse il successo con Bella Bellissima e Doce doce
Fu molto popolare negli anni '60 e '70 come cantante confidenziale all’italiana, una figura che rimanda a quella del crooning anglo-americano, di cui Frank Sinatra è l’esempio più celebre.



(foto da internet)

Bongusto attraversò la musica italiana e i Festival di Sanremo, dove portò il suo stile sornione e intimistico. 
L’ultima delle sue apparizioni pubbliche risale allo scorso aprile 2013, in occasione del concerto in ricordo di Franco Califano, quando cantò la canzone scritta per lui dallo stesso Califano: Questo nostro grande amore


(foto da internet)

Sempre nel 2013, duettò con Iva Zanicchi in Amore Fermati nel disco della cantante In cerca di te.
Il suo nome è indissolubilmente legato ai night club d’inverno e alle rotonde sul mare. Ad una in particolare: quella in stile Belle Époque, sospesa tra il cielo e il mare, sul litorale di Senigallia, che nel 1964 ispirò la sua canzone-inno (Una rotonda sul mare), e sulle cui note migliaia di coppie si sono innamorate ed è ancor oggi emblema della musica romantica, e che gli regalò una fama e un successo che durano ancor oggi. 
Nella sua lunga carriera collaborò col grande cantante brasiliano Joao Gilberto, e si cimentò anche nella composizione di colonne sonore come Matrimonio all’italiana, Malizia Un dollaro bucato.
Cento di questi giorni!

p.s. Siamo giunti alla fine del corso e, come ogni anno, il nostro blog chiude i battenti. 
Vi auguriamo una magnifica estate. 
Torneremo on line a settembre!

mercoledì 20 maggio 2015

Il salone del Libro 2015




(foto da internet)

È questa l'immagine che ha accompagnato il Salone Internazionale del Libro 2015, a partire da un tema fisso proposto alle agenzie che hanno partecipato alla gara di creatività: il quadro di Tischbein, omaggio alla Germania Ospite d'Onore del Salone 2015. Il claim che accompagna l'immagine è "Italia, Salone delle Meraviglie": come dire, l'Italia stessa è un Salone delle meraviglie, e il Salone di Torino ne è il palcoscenico. 
(foto da internet)
 Leitmotiv del salone : la crisi. «La crisi economica è forse la spia di una più generale crisi di civiltà e di umanità? È ancora possibile dare un senso condiviso al nostro futuro? Le proposte (sorridenti ma serie) di Giacomo Poretti». Il barometro letterario dei tempi, il messaggio di Torino, forse è tutto qua. Un comico - che ha costituito, insieme ad Aldo e Giovanni, lo spirito scanzonato degli anni Novanta italiani - che si ritrova, a un ventennio di distanza e con qualche annetto in più sulle spalle, a riflettere su un’epoca più dura e difficile di quella: la nostra.  E al Salone ha affascinato in molti, per parlare di crisi, di fatica e di felicità: la saudade  italiana. Proprio lui, che portava una gamba di legno in giro per l’Italia e partiva per la Puglia da un negozio di ferramenta milanese chiamato «Il paradiso della brugola».
 


La Germania è il paese ospite al Salone del Libro di Torino (14-18 maggio 2015), e punta molto (anche) sui fumetti. È stato possibile sfogliare molti graphic novel di disegnatori tedeschi contemporanei nello stand-mostra "Berlinoir". Un'occasione per scoprire una produzione che va da temi "forti", come l'Olocausto o la caduta del muro, a racconti più pop o surreali.. 
Al Salone del Libro 2015 il fumetto tedesco, dal noir al pop
(foto da internet)
Il Salone è finito, già si pensa al 2016!!!

lunedì 18 maggio 2015

Gli agretti




(foto da internet)

La barba di frate, agretto o barba del Negus (Salsola soda) è una pianta appartenente alla famiglia Chenopodiaceae. È una specie di piccole dimensioni (massimo 70 centimetri), annuale, e possiede foglie e fusto succulenti. Cresce abitualmente nelle zone costiere ed è originaria del bacino del Mediterraneo.
È una pianta dai molteplici usi: viene largamente usata in cucina (in questo ambito la pianta viene perlopiù chiamata agretto) e veniva usata, in passato, come importante fonte di soda (carbonato di sodio), che era estratta dalle sue ceneri dopo un processo di combustione.


(foto da internet)

La pianta produce dei piccoli fiori che formano infiorescenze e che spuntano direttamente dal fusto, alla base delle foglie.
E' nativa dell'Eurasia e del Nord Africa, ed è conosciuta soprattutto in Italia (in particolare in Sicilia) e in Spagna (qui chiamata barrilla e barrella in catalano), dove in passato si incentrava la sua coltivazione.
Le foglie e i fusti dell'agretto sono commestibili e, principalmente le piantine giovani e i germogli, vengono largamente usate in cucina. La pianta è utilizzata soprattutto nella dieta mediterranea, e in particolare in Italia. In Romagna viene popolarmente chiamata lischi o liscari. Nelle Marche è nota come rospici o arescani


(foto da internet)


Gli agretti sono una delizia di stagione di cui vale la pena fare incetta nel breve periodo in cui sono a disposizione, come variante originale ai contorni, ma anche come verdura diversa dal solito con cui comporre le pietanze. Gli agretti sono una tenera verdura primaverile, che si trova solo nel periodo che va da marzo a maggio. Di un bel colore verde smeraldo, gli agretti hanno la forma di fili che si vendono a mazzetti, dal sapore leggermente amarognolo e la consistenza tenera, e si usano molto nella cucina romana, siciliana e del nord africa, ma è dalla tradizione Kasher, ossia giudaica, che vengono particolarmente onorati.
Contengono vitamina C, e sono grande fonte di fibre, mentre contengono calorie pressoché nulle. 



(foto da internet)

Generalmente gli agretti si consumano, dopo aver tagliato le basi e averli puliti dalla terra, semplicemente sbollentati per 7/8 minuti oppure cotti al vapore. Si prestano poi ad essere serviti semplicemente conditi con olio e succo di limone, oppure con qualche fettina d’aglio crudo, o ancora con le acciughe e le olive nere. Si accompagnano molto bene alle uova, sia sode che sotto forma di frittata, ma sono buoni anche come ripieno per torte salate (ad esempio ricotta e agretti). Possono essere usati anche come primo piatto primaverile.
Ecco a voi una ricetta semplicissima: spaghetti con agretti (per 2 persone)
Pulite e sbollentate un mazzo di agretti per 5 minuti in acqua salata, scolateli senza buttare l’acqua di cottura, in cui cuocerete la pasta. Preparate un soffritto di aglio, olio e peperoncino, aggiungendovi la scorza di un quarto di limone a pezzetti (solo la parte gialla), e 6 o 7 pomodorini tagliati a spicchi. Fate soffriggere e aggiungete gli agretti per pochi minuti in modo che insaporiscano. Buttate gli spaghetti, scolateli un attimo prima di fine cottura e ripassateli due minuti nella padella con il condimento.
Buon appetito!

venerdì 15 maggio 2015

Il Grab



(foto da internet)

Grab sta per Grande raccordo Anulare della Bici, ed è un progetto di VeloLove e Legambiente per portare le piste ciclabili a tutta Roma. Grab ha una sola lettera in più, rispetto al poco invidiabile pane quotidiano di tanti romani, il famigerato Gra (Grande Raccordo Anulare), l'anello che circonda la capitale e sui cui ogni giorno si spostano faticosamente i cittadini romani. 
Il progetto in questione prevede la realizzazione di un anello ciclopedonale di 44,2 km interno al territorio capitolino. In poco più di un'ora, e senza incrociare le automobili, porta, chi pedala dalla periferia, al centro. 
L'opera si presenta come un'infrastruttura leggera, ad alta redditività economica e low cost. Buona parte del tragitto individuato, concretamente l'80,3%, è già pronto e pedalabile in tutta sicurezza.  Il percorso è tutto pianeggiante e si snoda principalmente lungo vie pedonali e ciclabili, parchi, aree verdi e argini fluviali. Alcuni tratti si sviluppano su marciapiedi che possono facilmente accogliere una pista ciclabile. 



(foto da internet)

Il Grab collegherà una strada di più di 2000 anni fa, l'AppiaAntica, alle street art del Quadraro e di Torpignattara e unirà tra loro Colosseo, Circo Massimo, Caracalla, San Pietro e Vaticano, parchi e paesaggi agrari eccezionali (Caffarella e Acquedotti), ville storiche (Villa Ada, Villa Borghese, Villa Gordiani), i percorsi fluviali di Tevere, Aniene e Almone incrociando in alcuni punti diverse stazioni ferroviarie, le linee A e B della metropolitana e anche la futura linea C.
Grande sostenitore del progetto è il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Secondo il ministro "l'anello può rappresentare una scelta vincente per Roma e per il nostro Paese che ha bisogno di una narrazione diversa della città. La bicicletta è un mezzo intelligente sicuro e amichevole per visitare la città, ed è un veicolo eccezionale per poter diventare nuovi turisti, soprattutto in vista del Giubileo".


  (foto da internet)

Favorevole al progetto anche il sindaco di Roma Ignazio Marino. Secondo gli esperti, la greenway romana, porterà benefici all'ambiente e alla salute, migliorando la qualità dell'aria e la vita dei cittadini. 
Roma è attualmente al 55esimo posto tra le città più ciclabili d'Italia: con questa pista urbana, Roma entrerebbe con forza nei poli di attrazione principali per tutti gli amanti del cicloturismo, degli sport all'aria aperta, per i bambini e per i disabili. La ciclovia, infatti, è progettata per renderla accessibile alle persone con disabilità motoria o sensoriale. La pista verrà aperta parzialmente al pubblico domenica 17 maggio.
Una maniera diversa e originale di conoscere la città eterna!


mercoledì 13 maggio 2015

La cupola ellittica più grande del mondo

Cuneo, per la prima volta apre al pubblico la cupola ellittica più grande del mondo
(foto da www.repubblica.it)


È meno famosa di altre strutture simili, eppure il Santuario di Vicoforte Mondovì è una vera perla. La sua cupola ellittica è infatti la più grande del mondo e per tutto il periodo dell'Expo di Milano (da maggio a ottobre) sarà visitabile con una guida, imbraco e caschetto, per la prima volta nella storia. Fuori dai circuiti turistici, a poco più di un'ora di auto da Torino, in provincia di Cuneo, vicino a Mondovì; città che quando Carlo Emanuele I di Savoia decise di costruire, a Vicoforte, il santuario "Regina Monti Regalis" era seconda soltanto a Torino per numero di abitanti. 


Cuneo, per la prima volta apre al pubblico la cupola ellittica più grande del mondo


(foto da www.repubblica.it)

Il duca affidò la progettazione a una personalità dell'epoca: Ascanio Vittozzi, riconosciuto architetto militare. Pur non essendosi neanche scomodato per un sopralluogo, sciolse le briglie della creatività e immaginò una granche chiesa a pianta ellittica, ardimentosa a tal punto da essere considerato alquanto improbabile da portare a compimento. Invece, dopo una serie infinita di peripezie, eccola

Cuneo, per la prima volta apre al pubblico la cupola ellittica più grande del mondo

(foto da www.repubblica.it)

Il viedo creato da Kalatà Culture mostra l'emozionante salita sul santuario. 


lunedì 11 maggio 2015

Il bikini 2015



(foto da internet)

Il bikini è un tipo di costume da bagno femminile il cui nome nome deriva dall'omonimo atollo di Bikini (leggi bíkini), appartenente alle isole Marshall, nel mezzo dell'oceano Pacifico. Com'è noto, è composto da due pezzi: quello superiore che copre il seno ed una parte del busto o della schiena, ha una forma simile ad un reggiseno e di solito ha una o due bretelle di sostegno. Il pezzo inferiore è uno slip, che copre il pube, i genitali ed una parte più o meno ampia dei glutei. Venne chiamato con questo nome con riferimento agli esperimenti atomici eseguiti nel 1946 sul suddetto atollo, quasi a voler sottolineare il carattere esplosivo del capo, sconvolgente e di grande effetto per il senso del pudore dell'epoca.  
Il bikini moderno fu inventato dal sarto francese Louis Réard, a Parigi, nel 1946. Reard non riuscì a trovare una modella che osasse indossarlo. Finì per ingaggiare come modella Micheline Bernardini, spogliarellista del Casino de Paris!
Il capo stentò ad affermarsi: ci vollero quindici anni perché fosse accettato negli Stati Uniti e nel 1951 i bikini furono proibiti al concorso per Miss Mondo



(foto da internet)


Nel 1958, il bikini di Brigitte Bardot nel film E Dio creò la donna creò un forte mercato per il costume negli USA, e nel 1960 la canzone di Brian Hyland Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polka Dot Bikini diede l'avvio al boom del bikini trasformandolo in un'icona della cultura pop. In italiano è noto anche col termine due pezzi.
Il bikini ha subito negli anni una forte evoluzione: abbiamo, infatti, il monokini che fa riferimento ad abbigliamento da bagno topless femminile; il tankini è un costume da bagno che consta di un top maggiormente coprente di quello di un comune bikini e di un pezzo inferiore da bikini; lo string bikini è, invece, una versione alternative, meno coprente, in cui i pezzi inferiore e superiore si riducono a triangoli di tessuto tenuti insieme da lacci e il trikini, termine coniato nel 1967, per indicare un bikini abbinato a uno short, top o pareo. Oggi con trikini si indica un particolare tipo di bikini in cui i due pezzi sono congiunti nel lato anteriore da un lembo di stoffa più o meno ampio. 



(foto da internet)

La parte inferiore del bikini si è ulteriormente ridotta negli anni settanta con l'introduzione del tanga brasiliano, la cui parte posteriore è così ridotta da scomparire tra le natiche.
L'evidente sex appeal del bikini ne ha fatto un ingrediente di successo di innumerevoli film, tra i quali ricordiamo Lolita di Stanley Kubrick del 1962, in cui il professor Humbert Humbert si innamorerà di Lolita dopo averla incontrata nel giardino (e in bikini) della casa in cui alloggerà. 



(foto da internet)

Ebbene, più di 50 anni dopo, in pieno ritorno del vintage, per l'estate 2015, il look di quegli anni coinvolge tutti i settori di accessori e di abbigliamento, tra i quali anche il costume da bagno. La moda di quest'anno lo vuole, infatti, vintage e casto, in pieno stile anni '50.       
Via, dunque, il barocco degli '80 e il minimal dei primi anni '90 e largo alle forme rotonde e caste. I colori di modo sono sobri e con culotte a vita (esageratamente) alta. I disegni che vanno per la maggiore sono le strisce bianche e nere, e i motivi a pois. 
Per noi ragazzi, invece, nessuna nuova: bisognerà attendere... ma forse si tornerà ai mutandoni con le bretelle a righe bianche nere...
Come sono lontani i tempi in cui Gabriella Ferri invogliava la gente ad andare al mare a mostrar le chiappe chiare...

venerdì 8 maggio 2015

Pet therapy



(foto da internet)

Volare, oh oh, cantava il grande Domenico Modugno, ma, a volte, non è così facile. 
Secondo una recente statistica il 40% dei passeggeri che sale sull’aereo ha paura di volare. 
Dall'aereo, purtroppo, non si può scendere quando si vuole, non si possono aprire i finestrini per prendere una boccata d'aria e non si ha il controllo della situazione del mezzo. Secondo gli esperti molte delle situazioni che scatenano il panico nei passeggeri sono interpretazioni erronee di normali condizioni legate al volo. Ad esempio, mentre in fase di decollo la salita è legata a una forte accelerazione che il passeggero percepisce chiaramente, nella fase successiva l'aereo continua a salire a velocità costante. Questa mancanza di percezione dell'accelerazione viene spesso attribuita a una difficoltà dell'aereo. La stessa cosa succede nel caso delle turbolenze. Gli scossoni legati ai vuoti d'aria non sono altro che normale amministrazione. 



(foto da internet)


Comunque, gli esperti segnalano che i primi passi per allentare la paura sono due: conoscere e fidarsi.
Alcune compagnie aeree hanno pubblicato on line dei consigli utili per i passeggeri:
a) ascoltare musica. Può calmare le tensioni nervose. Le canzoni da scegliere per il volo dovranno avere un ritmo lento. 
b) Non siamo i soli ad avere paura. Può essere utile pensare che i passeggeri intorno a noi stiano provando la stessa sensazione.
c) Il posto. E' importante saper scegliere il posto giusto in aereo: in un MD-83, è bene tenersi alla larga dall'ultimo posto che è proprio sopra il frastuono dei motori. Su un Airbus A320, invece, le file in cui le manovre del pilota si sentono meno vanno dalla 6 alla 11. 
d) Prima di salire a bordo vanno evitate le bevande eccitanti, come, ad esempio, il caffè. 



(foto da internet)

e) Riposarsi. Prima di partire è consigliabile essere riposati per evitare che la stanchezza amplifichi il malessere. 
f) Google addio. Non guardare mai il meteo prima di partire in cerca di turbolenze in rotta e al bando anche la ricerca dei disastri aerei più recenti...
g) Imparare a respirare. E' molto utile saper respirare col diaframma per controllare la paura o a evitare condizioni di panico. 
h) Parlare (in caso di necessità) col passeggero vicino o con gli assistenti di volo.
i) Distrarsi. Un libro, un lettore mp3, il pc sono una buona compagnia durante il volo.



(foto da internet)

Per l'estate che si avvicina l'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova metterà a disposizione dei propri passeggeri una squadra speciale di meticci, Labrador, Golden Retriver per ridurre l’aerofobia e trascorrere i minuti che precedono al decollo esercitandosi con un cane e giocando con lui. L’iniziativa, già sperimentata con successo nel dicembre scorso, sarà ripetuta tra un mese nello scalo genovese. Si tratta della cosiddetta pet therapy,  utilizzata con successo negli USA, per ridurre la paura di volare. 
"L’iniziativa ha avuto grande successo - spiega Sonia Ricciu dell’Associazione Archipet che organizza l’evento insieme alla direzione dell’aeroporto - anche perché la gente effettivamente preferisce trascorre il tempo insieme agli animali piuttosto che isolarsi magari navigando sul tablet o leggendo una rivista". 
Al tempo stesso, però, il contatto con i cani permette di far scendere l’ansia da volo. Negli Stati Uniti ed in altri paesi la pet therapy è diventata una consuetudine. In Italia sta iniziando a diventare una importante realtà.
Bau!





mercoledì 6 maggio 2015

Pasta in 3D


(foto da internet)

Il futuro degli italiani a tavola? Inizia così: "Per mio figlio può stampare un paio di cubi giganti al pomodoro? Espressi, mi raccomando. E senza glutine". Non è una nuova serie di Star Trek, ma quello che stanno progettando a Parma, dove la Barilla ha messo a punto una nuova maniera per fare la pasta:stamparla in 3D. "L'idea  - spiega la vice presidente del settore ricerca e sviluppo - è nata in un meeting con dei ricercatori olandesi tre anni fa. Loro volevano esportare la tecnologia della stampa 3D al settore alimentare e la pasta è sembrata il prodotto ideale: è liquida, semplice, fatta solo di acqua e semola".
Prima la inventi poi la mangi. "La pasta del futuro è stampata in 3D"
(foto da www.repubblica.it)

L'ultimo prototipo è arrivato la scorsa settimana e il progetto è ancora sperimentale, che nel campo della tecnologia alimentare significa un orizzonte di dieci anni per capire come andrà a finire, ma sta dando buoni risultati. "La prima volta ci abbiamo messo 20 minuti per stampare un singolo pezzo di pasta,  dopo due anni ci mettevamo due minuti a farne quattro, adesso siamo vicini a stampare un piatto di pasta in due minuti".


(foto da internet)

Basta caricare l'impasto nelle cartucce della macchina al posto dell'inchiostro e il gioco è fatto. Tutto dura pochi minuti: il tecnico disegna una forma sul computer e le informazioni vengono trasmesse alla stampante, che le materializza già pronte da cuocere, sotto forma di cubi, trivelle, lune, tronchi, rose. Qualsiasi forma, in qualsiasi dimensione, in qualsiasi impasto. Per inventare nuove forme è stato commissionato un concorso di design a una startup, la Thingarage di Roma. Hanno partecipato 530 candidati con 216 progetti e hanno vinto tre formati: le rose, i vortici e le lune. "La differenza rispetto ai metodi tradizionali è che nella stampa 3D gli estrusori dai quali esce la pasta si possono muovere in tutte le direzioni" spiega la Barilla

Prima la inventi poi la mangi. "La pasta del futuro è stampata in 3D"
(foto da www.repubblica.it)


I campi di applicazione sono diversi. Oltre all'uso domestico, si pensa a veri e propri ristoranti dove sarà possibile ordinare piatti di pasta su misura dall'Ipad, o negozi di pasta fresca dove ritirare l'ordine fatto online. "E poi immaginate di indossare il vostro braccialetto elettronico che vi dirà quante calorie vi servono e quante ne avete consumate e che questo si connetta con la stampante per produrre il piatto di pasta che fa per voi: un giorno con più fibre, un giorno con i grani antichi, un giorno con le verdure. Non è solo design, è anche un'idea diversa di alimentazione e di gastronomia".

(foto da internet)


E i cuochi che ne pensano? "Mi piacerebbe cucinare una costellazione a partire dalle lune", sorride lo chef di Barilla Roberto Bassi facendo saltare un piatto di "vortici" freschi di stampa con gamberi, zenzero e zucchine. A insegnargli il mestiere è stata la nonna, cuoca anche lei. "Non credo le piacerebbe usare la stampante 3D per fare la pasta. O forse sì: in fondo cambiano anche le nonne. Avete visto in quante usano l'iPad?"

lunedì 4 maggio 2015

Il Labirinto della Masone


(foto da internet)

Franco Maria Ricci è senz'altro una delle personalità più complete e complesse del panorama culturale italiano. La sua attività professionale si può dividere in quattro distinti settori: grafico-designer, collezionista, editore e ideatore di labirinti.
L'ultima genialità dell'editore è quella di aver ideato un parco culturale che aprirà le porte al pubblico tra pochi giorni. 
Il parco in questione si chiama Labirinto della Masone ed è stato costruito a Masone, una piccola località nei pressi di Fontanellato, in provincia di Parma. È stato progettato da Franco Maria Ricci insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto. Il progetto è stato realizzato tra il 2005 e il 2015. 



(foto da internet)

All'interno del parco sono presenti circa 5.000 metri quadrati di spazi destinati alla cultura che includono un museo, che ospita la collezione permanente, una grande biblioteca e spazi per eventi e mostre temporanei. Il labirinto si trova all'interno di una grande tenuta popolata da decine di migliaia di bambù, e specie diverse, e delimitata da filari di pioppi. Le varietà di bambù presenti a Masone sono state importate e coltivate a lungo fino a risultare perfettamente acclimatate ed integrate nel paesaggio locale. Il percorso del labirinto si estende per oltre tre chilometri. Ogni corridoio del labirinto è largo tre metri. Gli edifici del Labirinto sono costruiti attorno alla corte d'ingresso e alla corte centrale. La corte d'ingresso ospita l'ingresso al museo e al labirinto e i servizi per i visitatori, mentre al centro del labirinto, accessibile anche da un grande viale, è stata costruita la grande corte centrale che ospita spazi espositivi e dedicati agli eventi e una piramide. 



(foto da internet)

Il museo ospita la collezione d'arte di Franco Maria Ricci con 500 opere che vanno dal XVI al XX secolo ed una biblioteca che custodisce l'opera completa degli editori e tipografi Giambattista Bodoni e Alberto Tallone, oltre all'opera della casa editrice fondata da Ricci.
Ma perché un labirinto?  "Da sempre i Labirinti mi affascinano -spiega Ricci-. Insieme ai Giardini, sono tra le fantasie più antiche dell’umanità. Il Giardino, o Eden - così bello che Adamo ed Eva, freschi di creazione, continuavano a stropicciarsi gli occhi - incarna l’innocenza e la felicità; il Labirinto è, invece, una creazione del Potere e una fonte di turbamenti. Riflette la perplessa esperienza che abbiamo della realtà. Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa venti anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges. 




(foto da internet)

Il labirinto sarà aperto gradualmente tra maggio e giugno p. v.
Il biglietto d'ingresso costerà circa 15 euro
Il Labirinto è stato inserito nel circuito dei castelli del Ducato di Parma e Piacenza.
L'attività della struttura inizierà con una mostra temporanea di Ligabue
All'interno della tenuta ci saranno Bookshop, punti vendita di prodotti locali, bistrò, ristorante,  camere per il pernottamento, aree convegni, sala da ballo e una cappella in cui sarà possibile sposarsi.

venerdì 1 maggio 2015

Wwoof


(foto da internet)

Wwoof sta per World wide opportunities on organic farm ed è un circuito di aziende agricole, masserie e fattorie biologiche, che ospitano chi è disposto a condividere il proprio lavoro.  In Italia le strutture aderite al progetto sono circa 700 e chi volesse fare una vacanza diversa ha solo l'imbarazzo della scelta: in Val d'Aosta, a Cogne, un allevatore offre un posto in un bungalow per chi lo aiuterà ad addestrare i suoi cavalli andalusi; in Val Maira, in Piemonte, in provincia di Cuneo, una famiglia cerca volontari per pulire i sentieri e tagliare la legna; l'agriturismo Le Bine, in provincia di Mantova, accoglie ospiti per raccogliere la frutta e occuparsi delle smielatura.
Eccovi, quindi, la possibilità di trascorrere un'estate diversa, magari con le mani sporche di terra e scandendo le giornate al ritmo del sole. Dimenticate, però, i telefoni e i computer, non servono a mungere le mucche sulle Alpi o a curare un frutteto. 



(foto da internet)

Chi partecipa al Wwoof non deve spendere un soldo: posto letto e pasti sono garantiti. Le opportunità di questo tipo si trovano ormai in tutta Italia, basta aver voglia di stare all'aria aperta, e volere riscoprire la vita contadina.
Claudio Pozzi, presidente del Wwoof Italia afferma: "ll bello di fare wwoofing è riassunto nel nostro motto: condividere la quotidianità rurale alla ricerca di stili di vita in armonia con la natura".
Attenzione, però, a non confondere il Wwoof con una vacanza a basso costo o con un modo per avere lavoratori gratis. In queste esperienze, infatti, non c'entra il denaro. Fare wwoofing è uno scambio in termini umani, nell'ambito di un rapporto culturale ampio.  




(foto da internet)

Il progetto Wwoof nacque nel 1971 in Inghilterra e grazie a internet si è diffuso velocemente in tutto il mondo. 
Nel 2014, in Italia, hanno fatto wwoofing 5500 persone, la maggior parte giovani, tra cui 2200 italiani, 1000 americani e 300 inglesi. 
Wwoof Italia è parte della rete FoWO, la federazione che riunisce le associazioni Wwoof in circa 60 Paesi del mondo.