mercoledì 30 gennaio 2013

Carolina Kostner d'oro

(foto da internet)


Carolina Kostner ha vinto per la quinta volta il titolo europeo di pattinaggio artistico. A Zagabria l'azzurra, seconda dopo il programma "corto", complice una caduta che l'aveva penalizzata, con una prova magistrale nel programma 'libero", si è riscattata e superato sul filo di lana la sedicenne russa Adelina Sotnikova che era al comando. Per la ventiseienne bolzanina è il quinto titolo continentale.

(foto da internet)

Un libero perfetto eseguito sulle note del "Bolero" di Ravel che le permette di raggiungere la cima più alta. «È il mio undicesimo Europeo, ma quello più difficile per me: è stata una gara davvero complicata», ha detto la pattinatrice subito dopo la gara.

(foto da internet)

Ai Mondiali, aggiunge con un filo di voce e l'emozione incalzante, «ora sarà molto difficile riconfermarsi. Io spero di divertirmi, di fare del mio meglio e di pattinare nel miglior modo possibile». Rabbia, determinazione, soprattutto dopo la caduta che l'aveva costretta al momentaneo secondo posto in classifica - ma anche leggiadria, bellezza e grazia sono stati gli ingredienti che hanno consentito alla fuoriclasse italiana di danzare sul ghiaccio e di confermarsi la migliore d'Europa.








E sorpasso fotocopia anche tra gli uomini, con uno storico oro per la Spagna, vince Javier Fernández, anche lui secondo al termine del corto, e che grazie ad una prova perfetta riesce a scavalcare il francese Florent Amodio.



(foto da internet)

Il pattinatore emigrante è il futuro del pattinaggio artistico spagnolo.


lunedì 28 gennaio 2013

Polpette (di saggezza linguistica XIX)




(foto da internet)


Siamo ormai in piena campagna elettorale. Ci colpiscono alcune espressioni usate, in questo periodo, dai politici e dalla stampa. Ve ne proponiamo due: il primo è il simbolo civetta.
L'espressione in questione si utilizza per designare quei simboli depositati presso il Ministero degli Interni che differiscono per piccoli dettagli dai simboli di partiti, o movimenti, di gran lunga consolidati. Ad esempio,  tra i contrassegni presentati c'è il Movimento Cinque stelle, assai simile al simbolo del movimento di Beppe Grillo Movimento Cinque stelle con la dicitura beppegrillo.it, ma con il quale non ha nessun legame. 
Lo stesso problema esiste per la la lista che fa riferimento a Mario Monti: sono stati depositati tre simboli dove campeggia il nome Monti, ma uno di essi (quello taroccato) non è della coalizione che appoggia il premier uscente. Uno di essi porta la scritta Monti presidente per l'Europa, gli altri portano, invece, la scritta Con Monti per l'Italia per il Senato,  e Scelta civica per la Camera. Anche per il movimento Rivoluzione civile dell'ex pm Antonio Ingroia si presenta lo stesso problema: il terzo contrassegno elettorale presentato, infatti, è costituito dalla lista civetta Rivoluzione civile nella quale non compare il nome del magistrato candidato. 
Il tutto per racimolare voti, alla faccia della trasparenza e della democrazia. Il Ministero degli Interni ha già preso drastici provvedimenti e ha impedito alle liste civetta di presentarsi alle prossime elezioni.



(foto da internet)


Un altro termine che merita una polpetta linguistica è endorsement, prestito di lusso dall'inglese con valore di appoggio, adesione. Numerosi gli endorsement di personaggi noti nei confronti dei politici italiani avvenuti in questi giorni: da Monica Bellucci che sembra voglia appoggiare Mario Monti, a quello di Fiorello per Giorgia Meloni

venerdì 25 gennaio 2013

Intervista a Gemma Pasqual





(foto da internet)

È uscito in questi giorni Giocherò nel Barça, il secondo libro di Gemma Pasqual tradotto in italiano. L'autrice ci onora con la sua amicizia e ci ha gentilmente concesso questa breve intervista.


Questo è il secondo libro che pubblichi in Italia, dopo la Ballerina di Baghdad.  Credi che esista un forte interesse nel nostro paese per la letteratura per ragazzi?
Senza dubbio, e specialmente per la letteratura per ragazzi che parla di temi sociali e d'attualità.  

Il titolo originale di questo libro è difficile da tradurre in un’altra lingua. Come si è scelto Giocherò nel Barça?
Non lo so, non ho preso parte al processo di traduzione. Suppongo che ci sia una relazione diretta con il titolo originale Barça ou Barzakh! che significa giocherò nel Barça o morirò per cercare di farlo; evidentemente stiamo parlando del Barça o della vita che sperano di avere in  Europa.


(foto da internet)

Il tuo libro è anche una denuncia delle condizioni di vita dei giovani africani. Se nel libro la Ballerina di Baghdad lo spunto è nato da un articolo di un giornale, che cosa ti ha spinto a narrare una storia come questa?
Anche in questo caso sono state le notizie dell’arrivo costante  dei giovani africani che mettono a repentaglio la loro vita per raggiungere l’Europa, con la speranza di un mondo migliore. I dati, le notizie, le morti, l’età -sono sempre più numerosi i giovani- le donne incinte, i bambini... tutto questo è terrificante.

I sogni degli adolescenti di cui parli nel tuo libro, in un modo o in un altro,  si spezzano, e Amadou è l’unico che potrà mantenere viva la speranza d’una vita migliore grazie alla solidarietà e all’amore. Credi che, alla fine, siano proprio i rapporti umani, i sentimenti,  che ci permettono di andare avanti?
Nei miei incontri con i giovani, sempre spiego loro che c'è in noi una parte selvaggia che dobbiamo addomesticare; qualcosa non funziona in noi adulti se ancora esiste un primo mondo e un terzo mondo. Ci piaccia o no, la nostra vita è regolata da leggi che fanno sì che questi giovani debbano giocarsi la vita per cercare una vita migliore. Tutto ciò deve cambiare, e il cambiamento deve nascere dalle nuove generazioni.  Sono convinta che le leggi devono tener conto dei rapporti umani e dei sentimenti per poter avanzare. Tutti insieme dovremmo spezzare questa divisione tra primo e secondo mondo e cercare di costruire un mondo migliore. 

La casa editrice che pubblica i tuoi libri in italiano è Edizioni San Paolo, una casa editrice cattolica. In Italia c’è sempre stata una parte della chiesa attenta ai problemi degli immigranti, dei giovani, delle donne, dei poveri. Credi che in Spagna esista questo tipo di sensibilità nel mondo cattolico?
Mi piace pensare che Edizioni San Paolo, una casa editrice importante, pubblichi i miei romanzi perché piacciono.
In Spagna  come in Italia, esiste una parte della Chiesa attenta ai problemi sociali, ma non solo nella Chiesa, bensì nella società intera. Non possiamo restare a guardare come si susseguono le ingiustizie sociali.  Comunque, tutti noi, e quindi anche gli italiani, abbiamo veramente bisogno di governi che siano attenti ai problemi delle persone.

Se tu dovessi classificare il tuo libro nei sottogeneri della letteratura per ragazzi, come credi che si potrebbe catalogare  Giocherò nel Barça?
Evidentemente è un romanzo sociale, ma è anche un romanzo d’avventura.

mercoledì 23 gennaio 2013

Le vie del vino



 (foto da internet)

C'è solo la Puglia nelle vie del vino della classifica 2013 di Wine Enthusiast

Enoturismo: più eno che gastronomico, con Itinerari a cavallo tra i piaceri della tavola e la cultura che, per quest'anno, hanno premiato la regione del sud Italia dove «si trova, senza esagerazioni, il miglior cibo d'Italia». E così i trulli hanno avuto la meglio sui castelli della Val d'Orcia e sui borghi di Langhe e Monferrato e permettono alla Puglia di posizionarsi al decimo posto di questa speciale classifica. Primitivo di ManduriaNegroamaro, sono solo alcuni dei vini segnalati dal magazine statunitense che, nel suo giudizio, oltre alle bottiglie e ai piatti della regione segnala come in Puglia si possano trovare alcune delle spiagge migliori d'Italia oltre ad attrazioni storiche e culturali e a un mare da far invidia a molti. 

(foto da internet)

A vincere questa speciale classifica è invece la Rioja, la regione spagnola: una regione che vanta secoli di tradizione vinicola dove a farla da padrone sono senza ombra di dubbio i grappoli rossi del Tempranillo che, uniti agli ottimi ristoranti della zona e ai paesaggi mozzafiato, fanno di questo angolo di Spagna, a dir la verità ancora poco conosciuto, un must per i "wine travellers". 

(foto da internet)


Così come non troppo nota è la regione vinicola del Danubio, quel tratto di Austria che comprende le aree di Wachau, Kremstal, Traisental, Kamptal e Wagram, dai cui vigneti terrazzati proviene il top dei vini austriaci. 
(foto da internet)

A due ora di macchina da Manhattan c'è poi forse la vera sorpresa di questa classifica: Long Island. Per "Wine Enthusiast" le aree di North e South Forks, a Long Island appunto, sono un posto unico in America, da visitare assolutamente. Qui i panorami sono punteggiati da piccoli paesi, fattorie e vigneti dove gli agricoltori lavorano la terra personalmente e le produzioni, di vino come di prodotti alimentari, si tramandano di generazione in generazione. 
(foto da internet)


Al quarto posto si posiziona Stellenbosch in Sud Africa, una piccola località circondata da montagne sui cui pendii si diramano ettari di vigneti e dove il Cabernet Sauvignon è certamente il re. Una località che può contare sul più alto numero di cantine di tutta la regione del Capo, e su attrazioni di ogni genere: dall'arte alle escursioni, dal cibo al surf. A seguire, poi, la contea di Monterey, in California, con il suo Chardonnay, il Pinot Nero e le strade che costeggiano l'oceano attraversando zone mitiche come Big Sur e i campi da golf di Pebble Beach, e la Valle dos Vinhedos, in Brasile. Qui, nella più nota area vitivinicola del paese, le colline, anche a detta di "Wine Enthusiast", ricordano il Piemonte, forse anche a causa della forte immigrazione italiana di fine ‘800, e garantiscono il 90% della produzione brasiliana che spazia dal Riesling al Merlot, passando per il Teroldego e la Malvasia. 

lunedì 21 gennaio 2013

Polpette (di saggezza linguistica XVIII)



(foto da internet)

La polpetta di questa settimana è la locuzione fare da spalla.
La spalla, com'è noto, è ciascuna delle due parti del corpo umano situate nella parte alta del tronco, fra l'attaccatura del braccio e il collo.
La locuzione in questione designa una persona che è di notevole aiuto a un'altra, e, specialmente nel linguaggio teatrale, la spalla è l'attore che dà l'imbeccata a un attore comico.
Gli esempi di attori che hanno avuto il dignitoso ruolo di spalla sono numerosi: Tina Pica fu la spalla di Vittorio De Sica, Mario Castellani di Totò, Peppino De Filippo dello stesso Totò...
In questi giorni di pre-campagna elettorale in Italia, lo scatenato Berlusconi sembra, secondo l'autorevole Corriere della sera, voler approfittare qualsiasi pertugio per intrufolarsi nei programmi televisivi e per utilizzare la presenza dei giornalisti e ospiti in studio, trasformandoli in attori da spalla nei suoi ormai noti show televisivi.  

venerdì 18 gennaio 2013

Basta poco per essere in forma




(foto da internet)

Dopo le vacanze di Natale, le abbuffate, i dolci, lo spumante... eccoci all'immancabile appuntamento con la dieta post-natalizia. 
Oltre a controllare le calorie, bisognerebbe far attenzione allo stile di vita che conduciamo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, mette in guardia dai pericoli di una vita sedentaria. 
La soluzione? Basta camminare.
È semplice, economico, non richiede un particolare impegno ma può prevenire e, in alcuni casi risolvere, problemi metabolici, cardiovascolari, posturali o pressori.  Camminare allontana il rischio di osteoporosi, di diabete, di ictus e di infarto.  Aiuta a conservare la forma fisica: i muscoli, se poco utilizzati, vanno incontro a una perdita di tono e di forza, di elasticità e scioltezza articolare. 
Basta poco per essere in forma: circa 5000 passi, con un'andatura costante a quattro chilometri l'ora. 
Camminare aiuta a spendere la maggiore percentuale di calorie derivanti dai grassi (il 40 per cento) e più si va veloci e più si consuma. 
Per i principianti si consiglia di percorrere una distanza che deve aumentare, di volta in volta di, 400 metri con un basso livello di sforzo percepito  L'andatura è a ritmo costante con una velocità compresa fra i 15 e i 20 minuti per chilometro. 
Il dispendio calorico non è alto, ma l'attività prepara il fisico a programmi più impegnativi. L'abbigliamento adeguato? Scarpe comode, idonee al walking, per conservare la giusta postura. 
Per rendere più efficace la camminata  essa va abbinata ad una sana ed equilibrata alimentazione che prevede cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura. 
A pranzo basta un piatto di pasta e un contorno vegetale, e la sera proteine, frutta e ortaggi. Spuntino al mattino e di pomeriggio. 
Bere almeno un litro e mezzo al giorno. Usare poco sale per prevenire ipertensione, ictus e ridurre la perdita di calcio.
Si consiglia di utilizzare l'olio extra vergine d'oliva e di ridurre il burro e i formaggi. 
Sono da evitare gli zuccheri aggiunti e le bibite zuccherate. 
Buona camminata!

mercoledì 16 gennaio 2013

Una rivincita italiana per Muccino

(foto da internet)
L'Italia gli è sempre fedele: Gabriele Muccino si prende la rivincita. Infatti il giorno del debutto italiano di Quello che so dell'amore,  è stato un successone  assoluto al botteghino, e ovviamnete questo lo riempie di soddisfazione, visto che la sala vuota è il suo incubo. 

 



 "Quando feci il mio primo film, Ecco fatto, ricordo la sala vuota mentre la pellicola scorreva. Per me fu come uno shock da parto. Per questo nel resto della carriera ho cercato di costruirmi un pubblico. E ci sono riuscito, grazie soprattutto all'Ultimo bacio: un pubblico resistente, fedele". 


 


Tutto quello che so dell'amore  è la storia di un ex calciatore che recupera il suo rapporto con il figlio e la ex moglie. Poco amata negli Usa, sia negli incassi che nelle critiche, è un film in cui il regista crede  e rivendica la sua autonomia e i suoi lussi: come quello di rifiutare un blockbuster di livello mondiale come Twilight. "Hollywood è un'arena, - spiega - i peggiori lì sono i bugiardi e i produttori che non rispettano i registi. Dovrò stare più attento da adesso in poi. E' un posto che genera nevrosi, la competitività è molto alta".
In America, del film ne hanno detto di tutti i colori: giudicate un po' voi, ma non con i criteri di Hollywood!

lunedì 14 gennaio 2013

Polpette (di saggezza linguistica XVII)



(foto da internet)

Cari chiodini, la polpetta di oggi è la locuzione di buzzo buono
Il buzzo, è lo stomaco, per lo più di animali, e specialmente dei volatili. Si dice avere il buzzo, quando un animale ha la pancia gonfia per aver mangiato erbe umide o per altre ragioni. Nell'uso familiare si dice anche di una persona.
La locuzione di buzzo buono, invece,  significa di proposito, con impegno. 
Quindi, lavorare di buzzo buono, significherà fare le cose con impegno, con serietà.
La locuzione di oggi la potete trovare in questo articolo tratto da Il Mattino di Padova, in cui si narrano le peripezie di una banda di ladri, i quali, con serio impegno, e a colpi di piccone, cercarono di scardinare una cassaforte...

venerdì 11 gennaio 2013

L'Epifania tutti i regali porta via...



(foto da internet)

Ci siamo. Finite le feste, inizia la corsa, almeno in Spagna, al cambio-regalo. 
Perché? Perché, a quanto pare, e secondo un autorevole quotidiano italiano,  a Natale, e per la Befana, i parenti, amici e conoscenti danno il peggio di sé. 
I regali che ci fanno in queste date, sono spesso inutili, di pessimo gusto, e, a volte, orrendi. 
Ma non preoccupatevi, succede anche nelle migliori famiglie! 
Se il regalo non si può cambiare, è comune, dopo le feste,  mettere “in palio” tra amici gli ambiti premi. Secondo un sondaggio realizzato sui peggiori regali di Natale mai ricevuti, e con l'aiuto di Facebook, pubblicato da Il Corriere della sera, si può stilare una classifica del regalo orrendo
al decimo posto troviamo un pigiama di quelli che fanno le scintille appena li tocchi, utile per la Norvegia o il Polo Nord, ma assai difficile da indossare in una casa italiana con riscaldamento. 
Il nono posto va a un barboncino in ceramica regalato a un uomo! 
L’ottava posizione va a una coccinella porta-pillole in metallo laccato. Toccate ferro. 
Al settimo posto una vestaglia a quadri colorati.
La sesta posizione va a tutti quelli che regalano libri dell’autore preferito. (Se è l'autore preferito, si rischia di accumulare in casa varie copie dello stesso libro regalate e comprate).
Il quinto posto va ai dolci regalati, guarda un po', a una persona diabetica o a dieta da tempo. 
Quarta posizione alla cornice in falso argento con fiori in rilievo regalata a un ragazzo trentenne.
E, rullo di tamburi, sul podio salgono: al terzo posto il regalino (qualunque esso sia) con il prezzo incluso; in seconda posizione la cover del Samsung a chi ha sempre avuto un iPhone; e infine, vincitore assoluto,  il portafoglio di ecopelle marrone riciclata. Niente di male, solo che però, una volta scartato il pacchetto, si  scopre che dentro c’erano mille lire...

mercoledì 9 gennaio 2013

Con la scuola è meglio



(foto da internet)

Vi ricordate Io speriamo che me la cavo?
Per chi non lo sapesse Io speriamo che me la cavo, Sessanta temi di nambini napoletani è un libro del 1990 scritto da un maestro elementare, presentato come una raccolta di temi svolti da bambini di una scuola elementare della cittadina di Arzano, provincia di Napoli,. I bambini scrivono la loro quotidianità con innocenza, umorismo e tanti dialettismi (i temi sono pieni di errori grammaticali, appositamente non corretti). Parlano della camorra, della prostituzione della droga ecc. Un'iniziativa individuale che denunciava il degrado sociale di alcune zone del Sud Italia. 







 E ancora la volta la scuola, questa volta da un punto di vista istituzionale, , in qualità di attore di comunità, per prevenire e contrastare le situazioni di dispersione, riparte dalla sua centralità,  promuove un processo di integrazione con il tessuto sociale circostante con il programma “Con la scuola è meglio”, promosso dal Comune di Napoli, che coinvolgerà alcuni istituti dei quartieri con il più alto tasso di evasione, tra cui Chiaiano, Scampia, Sanità e Poggioreale.  






 I progetti pilota, finanziati con 100 mila euro, spaziano all’interno di due macroaree: il recupero partecipato degli spazi pubblici, che vedranno i ragazzi impegnati in attività di “rigenerazione e riutilizzo” delle aree interne ed esterne alla scuola, e la prevenzione della dispersione per le famiglie maggiormente a rischio, con laboratori creativi e azioni di sostegno.

Uno dei buoni propositi dell'anno che è appena cominciato!

lunedì 7 gennaio 2013

Polpette (di saggezza linguistica XVI)



(foto da internet)

Cari chiodini vicini e lontani, innanzitutto buon anno! Riprendiamo le nostre pubblicazioni di lunedì, giorno in cui le nostre pagine ospitano la sezione dedicata alle polpette linguistiche.
Quest'oggi vorremmo parlarvi del neologismo bersanema, termine linguistico recentemente coniato da Umberto Eco.
Iniziamo col dire, per chi non lo sapesse, che Pier Luigi Bersani è il candidato  alla presidenza del Consiglio per il Pd
Dal punto di vista linguistico, Bersani colpisce per l'uso di particolari metafore che sono state ben presto copiate e/o arricchite anche dai comici nazionali, quali, ad esempio: 
asciugare gli scogli,  rimettere il dentifricio nel tubetto, smacchiare i leopardi, spalmare la brillantina sul petto, tagliare i bordi ai toast, mettere i pannelli fotovoltaici alle lucciole, far l'elemosina all'uranio impoveritocambiare gli infissi al Colosseo, pettinare le bambole, rompere le noci a Cip e Ciop, fare il parmigiano col latte di soia, innaffiare l'orto con la cedrata Tassoni,  ecc.




(foto da internet)

Secondo il Nostro, il suo modo di parlare vuol avvicinarsi, in maniera democratica, a tutti i possibili elettori, e vuole rendere, in parole semplici, un ragionamento, a volte, più complesso. Perché, allora, le metafore bersaniane hanno incuriosito il professor Eco? 
Perché, come segnala lo scrittore semiologo, la metafora è un tropo in cui a un termine letterale se ne sostituisce un altro che tende certamente a definire meglio ciò di cui si parla, ma che se fosse preso alla lettera sarebbe una falsità. Affermare, quindi, che una persona è una volpe è letteralmente falso, perché una persona non è un animale, ma vuole creare l'idea che quella persona sia astuta, furba.
Dire, invece, come fa Bersani, che qualcuno pettina le bambole e taglia i bordi al toast non suona letteralmente falso, ma potrebbe esprimere un'attività complessa ma fondamentalmente inutile e contraria al buon senso! Secondo Eco, un bersanema è quindi un costrutto X nel quale, in ogni sua occorrenza, sia fondamentale la premessa: non stiamo a perdere tempo a fare qualcosa di complicato e stupidamente inutile come nel costrutto X
Quindi, conclude Eco,  un bersanema è un esempio, e cioè una figura retorica per cui, invece di definire una serie molto vasta di cose, si ricorre alla citazione di un caso singolo, anche se  gli esempi dei bersanemi rappresentano azioni che per la loro faticosità e inutilità appaiono paradossali, e per questo fanno ridere. Quindi un bersanema è un esempio paradossale, dove l'azione citata contrasta con l'opinione diffusa o universalmente accettata, con il buon senso e l'esperienza comune.
Quindi, attenti nel tagliare i bordi ai toast!