venerdì 28 settembre 2012

Virginia Raffaele





(foto da internet)

Detto così, ai nostri studenti, il nome della Raffaele può essere ignoto. Eppure Virginia Raffaele è una delle nuove leve della comicità femminile italiana. 
Virginia Raffaele si è diplomata, nel 1999, all’Accademia Teatro Integrato e ha studiato danza classica e moderna all'Accademia Nazionale di Danza. Nel 2001 ha fondato il trio comico Due interi e un ridotto.
Ha lavorato in teatro, con spettacoli quali  Aristofane, L'amore di Don Perlimplino per Belisa di Lorca e Plautus di Plauto. 
In tv ha partecipato a numerose fiction e, nel 2010, inizia a prender parte alla trasmissione Quelli che il calcio e..., condotta da Victoria Cabello,  in qualità di imitatrice. Le sue imitazioni hanno ricevuto  notevoli consensi di pubblico sulla rete: tra i suoi bersagli ricordiamo la nuotatrice Federica Pellegrini, l'ex governatrice della Regione Lazio Renata Polverini, la cantante Ornella Vanoni, la consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti, nonché igienista dentale di Silvio Berlusconi, e la showgirl argentina Belén Rodríguez.
Vi proponiamo alcune imitazioni esilaranti: quella della Minetti, che con il burro di cacao in mano, maglioncino attillato e cellulare regolamentare si agita per lo studio, e quella di Belén Rodríguez.
Buon divertimento!

mercoledì 26 settembre 2012

lunedì 24 settembre 2012

Polpette (di saggezza linguistica III)




Cari lettori, 
la parola che oggi vi proponiamo è sgarro, nell'accezione gergale, con valore di provocazione, infrazione al codice di comportamento vigente nella malavita; e per estensione offesa, grave affronto.
In questi ultimi giorni, in Italia, si parla molto di "sgarro", dato che, nella cronaca nera dei giornali, ha occupato un posto di rilievo una notizia che riporta un presunto regolamento di conti, legato alla droga, avvenuto a Milano.

venerdì 21 settembre 2012

Per i chiodini (piccini, piccini)


(foto da internet)

Cari chiodini, piccini piccini della scuola Santa Anna di Quartell, non ci siamo mica dimenticati di voi. 
Com'è andato il ritorno a scuola? Siete contenti?
Come sempre, cercheremo di dedicarvi almeno un post al mese.
Oggi vorremmo parlarvi di un problemino che abbiamo avuto tutti da bambini: allacciare le scarpe!
In questi primi giorni di scuola, con il sonno, la fretta, i nervi, a volte non riusciamo a far bene questa semplice operazione.
Vogliamo aiutarvi con un bel tutorial proposto da Alessia crap & scraft... (qui troverete il template delle scarpe da stampare in pdf>>).
Siamo sicuri che le vostre maestre vi aiuteranno e che, in poco tempo, sarete capaci di allacciarvi le scarpe ad occhi chiusi!
Per festeggiare il nuovo anno scolastico vi proponiamo anche una filastrocca da recitare a lezione con i vostri compagni. Dice così:

Maestra, insegnami il fiore ed il frutto
«Col tempo, ti insegnerò tutto»
Insegnami fino al profondo dei mari
«Ti insegno fin dove tu impari»
Insegnami il cielo, più su che si può
«Ti insegno fin dove io so»
E dove non sai?
«Da lì andiamo insieme
Maestra e scolaro, dall’albero al seme
Insegno ed imparo, insieme perché
Io insegno se imparo con te»



Buon divertimento! E speriamo di vederci presto!

mercoledì 19 settembre 2012

Acqua, liscia o gassata?


(foto da internet)

Liscia, gassata o Ferrarelle? Chiedeva una pubblicità televisiva. Uno spot ricorrente da anni, che è tornato alla mente in estate quando al supermercato mi è venuto spontaneo comprare l’acqua naturale e quella gassata, così come in tutte le case e su tutte le tavole che ho frequentato puntualmente i commensali facevano la domanda. Che preferisci liscia o gassata o... ferrarelle?
Una domanda che mi ha accompagnato per molto tempo, ma che fuori Italia non sembra così “normale”. Eh sì, in Italia, ci sono due faide di "bevitori" d' acqua: i salutisti, decisamente a favore di quella naturale (l'anidride carbonica è un additivo da bandire), i consumisti, fanatici di bibite gassate e gassatissime.
 
 

Ma è poi vero che l' acqua con le bollicine fa male allo stomaco? L' idea è  radicata, ma gli esperti sostengono di no, giacché l'acqua gassata dà una dilatazione temporanea dello stomaco perché contiene anidiride carbonica, ma nel giro di pochissimo tempo questo gas viene in parte assorbito dalla mucosa gastrica (la parete interna dello stomaco) e neutralizzato dall' organismo, e in parte espulso dalla bocca con le eruttazioni.
Allora non è nemmeno vero che le bibite frizzanti alla lunga dilatano lo stomaco? Gli esperti dicono che si tratti di un' idea quasi folkloristica, visto che la dilatazione dello  stomaco non existe: quando non c' è il cibo questo organo è chiuso, una sorta di cavità virtuale,  e non c' è acqua gassata che possa modificarne il "tono" fisiologico, anche se il consumo è quotidiano.
 
(foto da internet)
Allora,  visto che è più gustosa, via con l' acquafrizzante senza remore né pregiudizi, anche se bisogna fare attenzione con i bimbi piccoli, sotto l' anno d' età!!!
L'’acqua gassata è più dissetante di quella "liscia", perché provoca una maggiore stimolazione delle papille gustative della lingua e dei recettori della gola. Ma per quanto riguarda il suo potere digestivo non c' e' alcuna dimostrazione che le bibite addizionate con anidride carbonica stimolino la motilita' dello stomaco.
 
(foto da internet)
 
Ancora una cosa: la bevanda più antica del mondo sta prendendo il sopravvento e la semplice distinzione tra liscia o gassata gli sta un po’ stretta. È nata una nuova figura, conosciuta come idrosommelier, che altro non è che un raffinato conoscitore delle varie acque.
Gli idrosommelier sono nati allo scopo di ricreare intorno all’acqua il rispetto che secondo loro questa bevanda merita e, per questo motivo, consigliano di richiedere, nei ristoranti con maggiore dedizione e cura verso la clientela, la carta delle acque, assieme a quella dei vini.


Così si scopre che in abbinamento a piatti delicati è meglio scegliere acque piatte o leggermente effervescenti; mentre con un brasato o uno spezzatino c’è bisogno di un’acqua con un residuo fisso molto alto. Il dessert, invece, richiede acque basse o medio basse. Da non dimenticare la temperatura: le acque lisce andrebbero servite a 10-12 gradi, mentre le frizzanti un po’ più fresche, a 8-9 gradi.

lunedì 17 settembre 2012

Polpette (di saggezza linguistica II)

(foto da internet) 

Secondo appuntamento con la nostra polpetta di saggezza linguistica. 
L'espressione di oggi è "in panciolle", usata come locuzione avverbiale legata ai verbi stare, starsene e sedere. Significa con la pancia all'aria, in ozio.
La usa Stefano Benni in un famoso racconto, intitolato Lombritticoetica (storie morali), in cui vengono narrate le disquisizioni filosofiche di lombrichi e pesci.

Ecco a voi il video. Buon divertimento!

venerdì 14 settembre 2012

Cristina Donà, cantautrice cult




(foto da internet)

Cari Chiodini vicini e lontani, vorremmo farvi conoscere una cantante rock italiana (cult), poco nota in Spagna: Cristina Donà.
La Donà è una delle nuove stelle del firmamento del rock tricolore, che negli anni '90, conobbe il suo momento di maggior spinta e successo commerciale. 
Vinse il premio Ciampi nel 1995, e collaborò con un nome di spicco della canzone d'autore newyorkese come Eric Wood, cinquistando un largo consenso di critica. Merito delle sue composizioni raffinate e dei suoi testi dal notevole impatto emotivo, sui quali una voce duttile e al tempo stesso disegna armonie sorprendenti.
Il suo nuovo album, intitolato Torno a casa a piedi, è un passo in una nuova direzione, più serena e solare. Manifesto del disco è Miracoli, gioiosa come una banda di paese (abbondanti i fiati, per la prima volta così presenti nelle canzoni della Donà), Il testo dice: "Io credo nei miracoli che la gente può fare";  ed ecco una piccola marcia trionfale in cui la Donà annuncia rivoluzioni affidandosi a colorite scorribande armoniche. La frase che apre la canzone è ispirata a Una storia vera, il film meno astratto di David Lynch. 






(foto da internet)


Le canzoni di Torno a casa a piedi, che devono anche alla mano da orchestratore di Saverio Lanza, sono in equilibrio quasi perfetto.  La scrittura è ispirata, le melodie funzionano, gli arrangiamenti pure. Bella la sua sua crepuscolare Lettera a mano, che qui vi proponiamo: una ballata dolente ed ermetica, che a un certo punto si impenna e si frantuma in uno strascico quasi robotico, Cristina Donà canta una ninna nanna a cui affida tutta la speranza e la dolcezza di una madre che sa che, solo per il fatto stesso di essere madre, sola non potrà mai più rimanere. È una ninna nanna cantata ma senza parole, veloce passaggio dallo smarrimento alla rassicurazione: ci dice che la vita va vissuta e che passata la giornata, passate le storie belle e brutte e passate le canzoni, avere un po' paura è normale, ma di avere fiducia, in sé e negli altri, vale sempre la pena.
La carriera della cantante milanese, incentrata tutta sulla musica di qualità, ebbe inizio 20 anni fa col disco Tregua
Tre anni dopo lanciò Nido, l'album più complesso e ambizioso della sua carriera. L'impianto sonoro, ricco e intricato, è al servizio di una voce quanto mai ricca di sfumature. I testi abbracciano una molteplicità di argomenti e sensazioni. 
Nel successivo Dove sei tu, la Donà mise in risalto tutta la sua limpidezza vocale ed iniziò a sperimentare con dei brani cantati in inglese. 

Nel 2004 uscì l'album Cristina Donà, cantato in inglese, e posteriormente, La quinta stagione, con 10 ballate intriganti a cui fece seguito Piccola faccia che segnò un'ulteriore tappa d'avvicinamento a un genere pop  morbido e universale. 
Buon ascolto!

mercoledì 12 settembre 2012

Un viaggio low cost

 
(foto da internet)

                    

 Che “le cose” siano alquanto improvvisate nei voli Ryanair lo sanno tutti, ma fino a questo momento nessuno ha fiatato. Adesso anche in Spagna è un tema ricorrente, ma, se permettete, con un legittimo interrogante: c’è un interesse recondito nel diffondere una cattiva pubblicità? O si trata di un complotto contro la compagnia irlandese, o com’è possibile che solo ora questi “incidente” di low security diventino un motivo di preoccupazione per i governi?
Fatto sta  che  quello che è successo venerdì scorso in un volo verso l’Italia ha davvero dell’incredibile!!! Un aereo della compagnia irlandese Ryanair è stato fermato presso l'aeroporto di Roma, a seguito di una denuncia presentata da un gruppo di passeggeri i quali, giunti dalla Danimarca, avrebbero lamentato forti pruriti alle gambe che sarebbero riconducibili a punture di zecche.

 
(foto da internet)
 
 
 La conferma è arrivata dopo la visita effettuata dai medici dell’aeroporto. L'aeromobile Ryanair, che si stava già preparando per un nuovo volo da Roma a Bari, è stato immediatamente bloccato e parcheggiato in una piazzola isolata dello scalo, dove sono state attivate tutte le procedure anti infezione previste dal protocollo di sicurezza aeroportuale.
È la prima volta che si verifica all’aeroporto di Ciampino un episodio del genere, sul quale sta peraltro indagando anche la polizia dello scalo per capire se gli insetti siano stati portati a bordo da un passeggero o se fossero già presenti sul velivolo prima dell'imbarco avvenuto nella capitale inglese. Intanto molti dei viaggiatori coinvolti, dopo essere stati sottoposti a profilassi, hanno presentato un esposto alla polizia. «Fino a poco tempo fa – ha detto il presidente dell’associazione dei consumatori Codacons - le zecche erano ospiti sgraditi dei treni, ora sembrano aver cambiato mezzo di trasporto preferendo l'aereo.
 

 
(foto da internet)
 
 
È assurdo che nel 2012 possano verificarsi casi simili ». E si stanno studiando le dovute azioni legali da intraprendere nei confronti della compagnia aerea.
Non c’è da meravigliarsi: con la benzina alle stelle, la macchina sta diventando  il mezzo di trasporto più esclusivo, mentre quello più accessibile sembra proprio l’aereo!!!


lunedì 10 settembre 2012

Polpette (di saggezza linguistica)


(foto da internet)

Cari chiodini vicini e lontani, 
inauguriamo, quest'oggi, una nuova rubrica che terremo, settimanalmente, sul nostro blog: si chiamerà "Polpette (di saggezza linguistica)" e si occuperà dei modi di dire e parole usate nella nostra lingua. Ci auguriamo che sia di vostro gradimento.
Inizieremo dal verbo gufare che, secondo il dizionario Sabatini Coletti significa: a) Fare il verso del gufo; e per estensione detto di persone, sbuffare; e b) portare sfortuna, essere di malaugurio.
Ci interessa l'accezione b). 
Nel linguaggio sportivo ha avuto molta fortuna questo verbo.
In Italia si gufa contro la squadra rivale, augurandole di perdere tutte le domeniche, di essere stracciata nella finale di coppa, di dire addio (magari ai rigori) alla Champions League, ecc.  
Che  la nostra squadra del cuore sia coinvolta in queste partite c'entra poco o niente. 
Quando si gufa, si è contro per sistema, per partito preso: anche se la squadra oggetto del nostro gufare si dovesse battere contro una squadra di un altro paese, non importa. L'importante qui è vederla perdere!
Su Facebook c'è addirittura il campionato fatto apposta per il tifoso-gufo.  
Ideato da Skysport al momento c'è uno speciale campionato tra tifosi. L'applicazione permette a tifosi e calciofili di sostenere la propria squadra e, contemporaneamente, di «gufarne» un'altra. Dal lunedì al weekend di campionato si avrà a disposizione tutto il calendario con le sfide di domenica in domenica. Per «condizionare» le partite ci sono a disposizione due comandi: tifa e gufa, appunto. 
Il risultato di ogni squadra è dato dalla differenza tra tifo a favore e tifo contrario (ad esempio, la Juventus, qualche settimana fa, aveva ottenuto 1855 voti positivi e 1854 gufate: un solo punto a favore contro i 115 raccolti dal Parma (227 voti positivi, 112 gufate). 
In testa alla classifica al momento c'è l'Inter, con 520 punti in positivo (è stata gufata 1065 volte), davanti al Milan che è a quota 283. 
Nell'applicazione sono anche disponibili delle statistiche (quanti tifano tra uomini e donne, la geografia del tifo e anche una scheda personale che evidenzia quante volte un giocatore ha tifato o gufato per una squadra). 
Attenzione: il testa a testa tra Inter e Milan coinvolge anche il capoluogo lombardo: i voti registrati dalle due squadre, grazie alla suddetta applicazione, vengono esposti in Piazza Cairoli, nel centro di Milano. Lo slogan è semplice: «Decidi tu di che colore sarà la tua città».

venerdì 7 settembre 2012

Il Palio e le donne







(foto da internet)


Hanno vinto le ocaiole (parola difficile da pronunciare in perfetto toscano). Su che cosa, vi chiederete?
In un’affollatissima assemblea nella sede dell’Oca, l’ultima a tenere le sue donne sulla soglia, si è deciso che dal 29 aprile 2012, festa della patrona Santa Caterina, le ocaiole avranno diritto di parola, di voto, di elezione negli organi dirigenti, come in tutte le altre Contrade. Una rivoluzione.
L'Oca, dunque, fa lo stesso percorso dell’Oxford and Cambridge University club, riservato a professori e laureati delle due prestigiose università, esclusivamente di sesso maschile. Poi, un giorno, oltre un secolo e mezzo di discriminazione finì con un referendum: gli uomini avevano deciso che le donne potevano far parte del club, archiviando la millenaria tradizione.
La passione per Siena e per la contrada, ha animato 62 donne e più, qualche anno fa, a iniziare una durissima guerra. Tra una battaglia e l’altra, nel 2008 le donne dell'Oca persero il referendum voluto dai dirigenti della Contrada. Lo spoglio diede ragione ai fedelissimi alla tradizione: niente donne in contrada.  
Con le ribelli si schierò anche Aceto, al secolo Andrea Decortes, il più famoso fantino della storia, che per l’Oca ha vinto il Palio ben cinque volte. Dopo l'amara sconfitta si decise di passare alle vie legali: le donne (ocaiole) andarono di fronte a un giudice civile e chiesero il rispetto dei loro diritti. A gridare con tanta veemenza, nel 2010, un’ocaiola doc: la cantante  Gianna Nannini che il Palio ce l’ha dentro le ossa e l’anima.
Il magistrato fece notare che sarebbe stata necessaria una base più larga o un mandato da parte della (centenaria) Società delle donne, abilitata a parlare a nome di tutte. È stata, invece, disse il giudice, «azionata da singole associate, una pretesa collettiva». Bocciate di nuovo. E così ancora avanti con la battaglia in tribunale, fino ad una nuova sentenza sine die. Alla fine, niente più giudici e niente più sentenze. La Contrada ha deciso per conto suo, con un documento votato a grande maggioranza, di non fare più nessuna distinzione tra uomini e donne.

mercoledì 5 settembre 2012

Torrnentone estivo II (ovvero "Il pulcino Pio")

(foto da internet)


Cari chiodini vicini e lontani, dopo le gesta della pittrice Giménez in quel di Borja, tormentone estivo-artistico-turistico, ecco a voi il vero tormentone musicale dell'estate che sta per finire: Il pulcino Pio.
La canzone in questione è una sorta di “Vecchia fattoria” moderna con un finale splatter (il pulcino Pio viene investito da un trattore!).
Secondo tradizione, il tomentone del tenero pulcino è odiato/amato dal pubblico balneare.
Stanchi di ascoltare la solita cantilena da più di tre mesi, stanchi di sentir ripetere in continuazione il solito pigolio, in molti stanno manifestando il loro dissenso verso questo animaletto postando su facebook e altri social network,  foto, vignette e addirittura manifesti di lutto inneggianti la scomparsa del Pulcino Pio!
A Bari, una ragazzina di 15 anni è stata presa a schiaffi da un altro ragazzo poiché cantava il tormentone dell'estate 2012. Il ragazzo, di qualche anno più grande, si è avvicinato alla vittima e le ha ordinato di smetterla. La 15enne avrebbe proseguito con il ritornello e a quel punto l'aggressore l'avrebbe colpita con due schiaffi in pieno volto.
Sarebbe scoppiata una rissa sedata per tempo dagli amici del presunto aggressore, che lo avrebbero allontanato di peso portandolo via. La vicenda non ha avuto strascichi giudiziari. Allo stato attuale non è stata presentata alcuna denuncia penale ma sono tanti i testimoni che, ieri sera, hanno assistito alla scena. 
Sarà stato il gran caldo?

lunedì 3 settembre 2012

Il tormentone estivo





(foto da internet)


Cari chiodini vicini e lontani, eccoci qui, puntuali, al nostro appuntamento col primo lunedì di settembre, data in cui riprendono le nostre pubblicazioni sul blog.
Come ogni estate, da che mondo è mondo, anche quest'anno abbiamo avuto un tormentone. Questa volta, però, vorremmo lasciar da parte le canzoni che ci hanno distrutto i timpani al mare, in montagna e al lago e vorremmo proporvi il noto caso della pensionata Cecilia Giménez e del suo celeberrimo restauro dell'Ecce Homo di Borja (in provincia di Saragossa, Aragona). 
L'autrice del restauro sostiene di essere brava con i pennelli e di aver agito in buona fede, anche se il suo famoso restauro, che ha rovinato l’Ecce Homo del modesto pittore Martínez, ha ormai fatto il giro della rete, attirando a Borja una folla di curiosi e stizzendo gli eredi  del pittore di cui sopra  che minacciano di denunciare tutti, dalla Giménez al prete di Borja. 
Ma ovviamente una vicenda succosa come questa non poteva certo fermarsi qui ed ecco che il web si è letteralmente scatenato, dando fondo a tutta la sua ironia per produrre delle parodie dell’Ecce Homo veramente esilaranti. 
Ovviamente anche Facebook non è stato da meno. Mentre compaiono numerosi gruppi a sostegno dell’opera di Cecilia Giménez,  potete trovare altre pagine interamente dedicate a tutte le foto ritoccate che gli utenti di ogni parte del mondo si sono divertiti a fare. E anche Twitter, con  l’hashtag #eccemono  è salito subito ai primi posti dei Trend Topic.
Tuttavia,  non manca chi ha apprezzato il lavoro svolto dalla Giménez. Qui in Spagna è partita una petizione che vuole conservare l’affresco di Martínez rovinato esattamente come è adesso. Pare che finora le firme raccolte siano più di 1500. Il passo successivo sarà quello di presentare la petizione al Comune di Borja, il quale, al momento, è indaffarato nel cercare di capire se si potrà mai ripristinare il dipinto originale e nel far cassa col gran numero di curiosi accorsi ad "ammirare" l'Ecce Homo versione Giménez.
Noi vi proponiamo l'ennesimo gioco, lanciato da La Repubblica, nel quale, pittori per un giorno, dovreste cercare di realizzare il vostro proprio dipinto. 
Buona fortuna!