venerdì 25 maggio 2012





In Spagna si chiamano "alpargatas", ma in Italia, chissà perché ricevettero il nome di espadrillas. Chi non ricorda le estati ormai andate quando questo acquisto era veramente d’obbligo. Ai piedi non potevano assolutamente mancare quelle scarpette di tela, con la suola in corda, arrivate direttamente dalla Spagna. Si trattava delle espadrillas. I colori non erano molti, nero, rosso, il blu stinto fino ad arrivare ai più audaci che non disdegnavano le strisce. In realtà già si trattava di un «remake» fashion visto che Picasso aveva indossato quelle calzature. Certo la qualità e i prezzi variavano anche se erano sempre contenuti, ma per uomini e donne si trattava di vero street weare.


Unico inconveniente la pioggia: la suola in corda una volta bagnata poteva portare qualche problema. Questa estate la moda, sempre pronta a riciclare e a riportare in auge le suggestioni del passato, complice anche la crisi economica, rilancia le espadrillas. Da Miuccia Prada al marchio Sanuk (direttamente dalla California), tutti sono pronti ad invadere di nuovo le strade europee e a vestire i piedi dei ragazzi. Questa volta le varianti sono molte, si va dalle classiche passando per il modello a zeppa, fino alla versione sandalo aperto o chiuso. Non mancano le fantasie caraibiche, le paillette e le immancabili righe. I materiali usati sono economici e naturali: tela, canapa e addirittura farro. Molto usato anche il denim, come insegna la nuova collezione primavera 2012 di Red Valentino, ultimamente sempre più impiegato per abiti e accessori.

martedì 22 maggio 2012

Sogni d'oro





Le notti insonni fanno ingrassare. Sembra una battuta poco comprensibile, ma in realtà dietro c’è una ragione meramente scientifica. Tutto parte dai ritmi circadiani. Non si tratta di una popolazione conosciuta
su una puntata di Star Trek, ma dell’orologio biologico che regola le nostre ore di veglia e sonno. Il meccanismo funziona grazie ad un ormone apposito, la melatonina. Quest’ultima, ed è opinione di numerosi esperti in materia, aiuterebbe a prevenire diabete e obesità. Il colesterolo infatti viene tenuto sotto controllo proprio attraverso la melatonina, dando un grande contributo a contrastare l’insorgere di malattie cardiovascolari.

Un beneficio quindi per la pancia e per il cuore. Una banalizzazione giustificata però da dati acclarati attraverso una ricerca compiuta dai ricercatori dall’Università spagnola di Granada. L’esperimento è stato condotto su topi diabetici e in sovrappeso. Sostanzialmente una cattiva qualità dell’ormone della melatonina fa sballare i ritmi veglia-sonno, inducendo la persona a mangiare negli orari più diversi e irregolari. Un aiuto, oltre che dai farmaci, arriva dall’assunzione di alcuni frutti o verdure come mandorle, finocchio, senape o ciliegie. Rimangono poi sempre alcune regole di buon senso, come mantenere uno stile di vita sano, mangiare poco e cibi di qualità.

domenica 20 maggio 2012

Le alghe



Le alghe sono organismi vegetali autotrofi capaci di trasformare le sostanze inorganiche, presenti nell'ambiente in cui vivono, in sostanze organiche per produrre i principi nutritivi necessari alla loro vita, utilizzando l'energia della luce solare che, tramite la fotosintesi clorofilliana, è trasformata in energia chimica.
Il loro habitat è costituito dalle acque salate di mari e oceani, dalle acque dolci di laghi, fiumi, stagni e persino da piccole raccolte di acqua come le pozzanghere, che sono colonizzate da esseri viventi microscopici animali e vegetali, come appunto le alghe.
La classificazione delle alghe è molto complessa per via del grande numero di specie conosciute, oggi se ne contano circa 18.000, e per le forme e le dimensioni molto variabili, da organismi unicellulari microscopici, fino ad alcune specie marine gigantesche, che possono raggiungere anche notevoli lunghezze.

Le alghe unicellulari sono determinanti per l'economia del nostro pianeta, poiché fanno parte del fitoplancton, dal cui metabolismo è prodotto circa il 50% di tutto l'ossigeno fornito dai vegetali presenti sulla terra, e che inoltre riveste grande importanza come anello iniziale della catena alimentare dell'ambiente acquatico.
Le alghe pluricellulari vivono a diverse profondità e in funzione di ciò presentano colorazioni variabili: possiamo distinguere Alghe Verdi in cui la clorofilla è ben evidente, Alghe Rosse, in cui il verde della clorofilla è mascherato dalla contemporanea presenza di pigmenti rossi, Alghe Brune che presentano un colore verde scuro tendente al marrone, Alghe Azzurre contenenti pigmenti color blu-violaceo (anche se le moderne classificazioni le inseriscono fra i Cianobatteri, il termine Alghe Azzurre è ormai entrato nell'uso comune). La presenza dei pigmenti è funzionale alla lunghezza d'onda della luce presente alle profondità dell'habitat in cui ciascun gruppo vive, poiché i vari pigmenti variamente colorati sono capaci di captare la poca energia luminosa che giunge sott'acqua e trasferirla alla clorofilla, attivandola e rafforzandone l'azione fotosintetica.

Le alghe sono utilizzate dall'uomo da millenni: ancora oggi esse sono usate come concimi e fertilizzanti in agricoltura, come mangimi e integratori in zootecnia, come alimenti e integratori di alto valore nutritivo nell'alimentazione umana. Esse costituiscono fin da tempi antichissimi un alimento comune nella dieta di molti popoli, soprattutto orientali, come i Cinesi e i Giapponesi.
Il valore nutritivo delle alghe è dato dai suoi principali componenti: carboidrati, proteine, presenti mediamente intorno al 35%, talvolta fino al 70%, e inoltre acidi grassi Omega 3, antiossidanti, vitamine, fra cui betacarotene e vitamine del gruppo B, sali minerali e oligoelementi, di cui le alghe sono particolarmente ricche, come il ferro e lo iodio.
Quest'ultimo è particolarmente abbondante, per cui l'uso alimentare delle alghe è molto utile nella prevenzione delle patologie della tiroide, quando sia indicata un'integrazione di iodio; di contro, si deve tener conto della presenza di iodio nelle alghe quando vi sia già una patologia tiroidea conclamata, che richieda terapie farmacologiche specifiche, per evitare interferenze.

venerdì 18 maggio 2012

L'agro romano rischia di grosso




L’Agro Romano – la vasta area a vocazione agricola intorno alla Capitale – rischia di scomparire definitivamente. A preoccupare sono i risultati di un bando promulgato dal sindaco Gianni Alemanno ad inizio legislatura per la selezione “di nuovi Ambiti di riserva a trasformabilità vincolata, finalizzati al reperimento di aree per l’attuazione del Piano Comunale di housing sociale e di altri interventi di interesse pubblico”. In poche parole: nuovi terreni da rendere edificabili. Delle 334 proposte pervenute – numerosi i proprietari di terreni agricoli che hanno partecipato – ben 160 sono ammissibili. Queste le valutazioni della Commissione istituita ad hoc nel 2008 (composta dal direttore dell’Ufficio per le Politiche Abitative e dai direttori dei Dipartimenti Urbanistica, Patrimonio, Mobilità, Ambiente e Riqualificazione delle periferie).
Sommando le 160 aree ritenute compatibili con i requisiti fissati dall’invito pubblico, sono complessivamente 2.381 gli ettari di campagna romana (già in parte fagocitata negli anni da grandi capannoni industriali, ville e palazzoni) che presto potrebbero essere cancellati da una nuova colata di cemento. Aree bellissime sottoposte a vincoli, adiacenti alla Riserva del Litorale, a quella Marcigliana, ai parchi dell’Appia Antica, di Veio e tanti altri.
Legambiente Lazio commenta sconcertata la cartografia dei nuovi insediamenti proposti: “Il progetto di Alemanno va fermato subito – lancia l’allarme Lorenzo Parlati, presidente dell’associazione ambientalista – la giunta non può approvare questo scempio, l’assemblea capitolina tanto meno”. Entro l’estate infatti la giunta potrebbe dare il via alla maxi variante del piano regolatore (i tecnici sono già a lavoro per la stesura della delibera). Perché l’emergenza abitativa va affrontata: “Servono 25.700 alloggi – spiegava qualche mese fa il sindaco – di cui 6mila in edilizia agevolata e 19.700 in housing sociale. In questo modo potremmo offrire abitazioni con mutui e affitti a prezzi molto più bassi di quelli che si sono mai potuti vedere in questa citta”. Quelle fasce deboli, a cui si riferisce il sindaco, la possibilità di accendere un mutuo (ancorché piccolo) non ce l’hanno di certo. Ma sarebbe comunque uno spreco, se si considera che a Roma gli immobili non utilizzati, vuoti, sfitti, sono 245mila (ultimo dato disponibile, riferito al 2009). A tal proposito va segnalato l’invito del forum “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori” al sindaco di Roma (così come ai sindaci degli altri 8100 Comuni d’Italia) a partecipare alla campagna per il nuovo censimento degli edifici sfitti o non utilizzati. Manco a dirlo, nessuna risposta.
Su 2.381 ettari, però, si possono costruire quasi 23 milioni di metri cubi di superficie edilizia. Corrispondenti non a 25.700 alloggi, ma ad oltre 66mila (il dato è fornito dalla stessa commissione). “Bisogna offrire ai privati terreni edificabili in cambio di nuove metropolitane – spiega l’assessore all’ Urbanistica, Marco Corsini – e poi ci sono delle compensazioni edificatorie ancora da riconoscere”. Cioè tutte quelle cubature che sono state sottratte dal Comune ai privati, in presenza di aree di pregio ambientale, e che vengono compensate dando la possibilità di costruire altrove. Non a parità di metri cubi bensì di valore immobiliare. “E comunque quelle 160 aree sono state selezionate – sottolinea Corsini – non scelte. Ciò vuol dire che alla fine saranno di meno”.
Esprime però le sue “perplessità” anche l’Istituto Nazionale di Urbanistica: “Già nel 2008 avevamo criticato i criteri del bando, in particolare il fatto che si rendessero disponibili aree agricole, che fosse stabilita una distanza troppo grande dalle fermate del trasporto pubblico. E sul perché non venivano utilizzate le aree edificabili messe a disposizione dal Piano regolatore, né venivano attuati i ben 35 piani di zona per l’edilizia residenziale pubblica già approvati”.
E Legambiente rincara la dose: “Utilizzare la scusa dell’ housing è ridicolo e patetico. La verità è che Alemanno, dopo l’acqua, vorrebbe cedere ai privati anche l’Agro Romano”. Insomma una strumentalizzazione per dar vita a nuove anonime periferie senza servizi. L’ennesimo regalo – dopo quelli di Rutelli e Veltroni – a chi muove voti. D’altronde, come dice il presidente di Legambiente Lazio, “la campagna elettorale è già aperta”.

venerdì 11 maggio 2012

I benefici della pasta




La pasta non fa ingrassare, anzi è importante in tutti i regimi dietetici controllati ed è in grado di favorire il controllo della glicemia nel paziente diabetico. Molte persone che vogliono dimagrire ritengono che i primi alimenti a cui dover rinunciare in assoluto siano proprio la pasta ed il pane. Ma così non è: è la dose che fa la differenza. Le diete dimagranti più efficaci non sono quelle che ci fanno digiunare, bensì quelle che ci consentono di introdurre una quantità di cibo che dia sazietà con una bassa densità energetica, e per questo non solo frutta e verdura sono importanti ma lo è anche un buon piatto di pasta, condito magari con sughi di verdure. Una porzione da 80 grammi condita con del pomodoro fresco, un cucchiaio di olio, meglio se extravergine d'oliva e 2 cucchiaini di parmigiano apporta circa 420 kilocalorie, che sono anche meno se si ricorre a della pasta integrale (circa 400). Ci siamo così nutriti di un alimento ipolipidico che quindi ben si presta a regimi dietetici equilibrati (naturalmente se non si abusa con i condimenti) anche perché apporta una discreta quantità di proteine. Gli specialisti suggeriscono infatti che il rapporto tra proteine di origine vegetale ed animale sia di 2 a 1. Allora, piatti come pasta e fagioli, pasta e ceci o pasta e lenticchie sono sicuramente da rivalutare.

Ciò che conta poi, è che la pasta è essenziale per evitare che un regime ipocalorico provochi debolezza, apatia, tristezza: tutte sensazioni che spesso sono la diretta conseguenza di un ristretto apporto di carboidrati di elevata qualità biologica, come l'amido contenuto in tutti i cereali e derivati. La pasta mette di buon umore, previene e/o vince il senso di stanchezza, regala efficienza muscolare e buona qualità di vita. Ecco perché.

E' l'alimento principe della dieta mediterranea, un'insieme di abitudini alimentari che funzionano da elisir di lunga vita ed antidoto per le patologie cardiovascolari e tumorali. Se osserviamo la piramide alimentare, vediamo che la pasta, degna protagonista del gruppo dei cereali, vi è alla base, seconda solo a ortaggi e frutta. In una dieta sana ed equilibrata, almeno il 55 per cento delle calorie totali dovrebbe provenire dai carboidrati, soprattutto quelli complessi. Secondo le linee guida della corretta alimentazione italiana, la porzione di riferimento è di 80 grammi per la pasta secca e di 120 per quella all'uovo fresca, fino a un massimo di otto porzioni alla settimana. Si calcola infatti che per un soggetto adulto, in condizioni normali, sono necessari circa 180 grammi al giorno di glucosio (prodotto finale della digestione dell'amido) per soddisfare i fabbisogni di energia (100-120 grammi servono solo al sistema nervoso), e il nostro organismo non è in grado di accumularne grandi depositi: quindi l'approvvigionamento deve essere quotidiano.

Perché i carboidrati sono combustile fondamentale, anche per i nostri muscoli, tanto che gli sportivi ne consumano nell'intento di migliorare le loro prestazioni. E la pasta, grazie al fatto di avere un ridotto indice glicemico, soprattutto se condita con delle verdure, è garanzia di una migliore e più duratura sazietà, nonché di una più efficace prevenzione e controllo del diabete. Non solo: contiene inoltre una discreta quantità di sali minerali, potassio, fosforo, calcio, e di alcune vitamine del gruppo B. Povera di sodio, è particolarmente indicata anche per coloro che necessitano di mantenere dei buoni valori di pressione arteriosa.

Poi, s'è detto che fa bene anche all'umore, e questo è perché contiene il triptofano, aminoacido a partire dal quale il nostro organismo è in grado di produrre la serotonina, cioè quel neurotrasmettitore che viene a mancare nelle sindromi depressive. Integrale, infine, la pasta porta con sé il benefico effetto delle fibre sulla regolarizzazione della funzione intestinale e sul controllo di colesterolo e glicemia. Associata a ortaggi, come broccoli, melanzane, zucchine, pomodoro e basilico, il pesto ligure o ad erbe aromatiche si trasforma in un piatto bilanciato. Accoppiata a legumi o sughi di carne leggeri o pesce diventa un piatto unico.

mercoledì 9 maggio 2012

Il mundial del 1942




Era una campagna virale, è diventato un film. Tutto è iniziato con un video, pubblicato un paio di settimane fa su Repubblica.it: un sedicente insegnante giapponese lanciava attraverso il suo blog un appello per far riconoscere dalla Fifa i mondiali di Patagonia del 1942, mai registrati dalla storia (VIDEO ). Il povero Katsuro aveva pochi giorni prima visto sfumare un milione di euro a un quiz televisivo, proprio sull’ultima domanda relativa a quei campionati.

Una storia surreale che con oltre 100mila clic ha subito diviso la rete tra scettici e quanti rimanevano convinti che, nel fondo della leggenda, doveva pur esserci un po’ di verità. E infatti, nei giorni seguenti, sono spuntati anche presunti filmati inediti di quel Mundial e testimonianze di miti del calcio come Altafini e Buffon a sostenere che sì: quel Mondiale fu giocato per davvero. Tanto che un'associazione importante come Survival ha anche lanciato la sua proposta-provocazione alla Fifa: "Organizzate in Patagonia il Mondiale del 2026, per portare l'attenzione del mondo i diritti dimenticati degli Indios."

Una campagna virale che ci porta dritti al film dei due registi toscani, opera di pura finzione travestita da documentario, dove non bastano una storia strampalata e dei personaggi improbabili per smettere di credere che sia tutto vero. Un arbitro che spara colpi in aria invece di fischiare, un portiere indio che ipnotizza i rigoristi, una squadra nazista in missione segreta, emigranti e anarchici che organizzano i mondiali di calcio del 1942 in Patagonia, lontano dalla guerra che affligge l’Europa. Sono i protagonisti di una storia grottesca e visionaria, come sanno riconoscere i lettori di Osvaldo Soriano, lo scrittore argentino che meglio ha saputo far incontrare l’epica del calcio con la letteratura (“Il figlio di Butch Cassidy”, Einaudi 1995).

"Il Mundial dimenticato", nelle sale dal 1° giugno, riprende questa storia e la trasforma in un’avvincente inchiesta giornalistica, con la complicità di Sergio Levinsky, cronista argentino della rivista sportiva El Gráfico, e di alcune vere icone del calcio mondiale, come Roberto Baggio, Gary Lineker, Jorge Valdano, João Havelange.

lunedì 7 maggio 2012

La buzzicona




Quando Anna Longhi, romana, attrice caratterista nel cinema e in tv, il 13 maggio dello scorso anno se n’è andata, Gigi Proietti, l’ha ricordata così: «Sfido qualcuno a trovare chi non abbia avuto voglia di dare un morso al panozzo che Anna, la buzzicona, divora di gusto con suo marito, Alberto Sordi, alla fine delle Vacanze intelligenti, episodio del film Dove vai in vacanza del 1978. Seduti per terra, disgustati dagli snob e dagli intellettuali fra i quali annegano i figli, i due celebrano il rito di Trimalcione, la sana abbuffata alla romana in barba a quelli che muoiono di fame fra verdure lesse e gamberi al vapore». Ancora: «E proprio Sordi l’ha beatamente condannata, Anna, al ruolo della consorte troppo in carne, un vagone di simpatia capace di ogni schiettezza capitolina».

A un anno da quella scomparsa, il Teatro Vittoria ha preparato un omaggio in memoria di una figura alla quale tutti i romani sono affezionati. Domani sera, sul palcoscenico della sala di piazza Santa Maria Liberatrice, ci sarà Stefano Dradone con il suo E’ vero!, spettacolo di cui è autore e interprete. Il recital tocca, con quella di domani, le centoventi repliche, a dimostrazione dice Dragone «del gradimento che il pubblico continua a dimostrare a una donna capace di rappresentare sullo schermo il prototipo della romana di buona forchetta e buoni sentimenti». Sono due ore di viaggio, dalla comicità al dramma e viceversa, in cui, attraverso «la buzzicona», l’attore tratta «argomenti come il rispetto della donna, la solidarietà, l’ambiente, la terza età».

Continua Proietti: «Con Sordi, che la volle anche nei due film del Tassinaro, Anna la trasteverina ha fissato il personaggio, un tipo romano assoluto contro il quale puoi andare a sbattere tutti i giorni, al mercato, per la strada, in un negozio. La matrona del popolo, a Roma, è una che si fa amare. Pensiamo alla sorella di Aldo Fabrizi, la sora Lella, alle sue ricette, alle sue raccomandazioni di chioccia disinibita. Anna Longhi, più giovane di lei, ne ha ricalcato le orme. O meglio, ha accettato di perpetuare il ruolo (a Roma è una costante) della Giunone senza fronzoli, all’apparenza paciosa, un po’ indolente, che però ti sega in due con una battuta».

Longhi, nel cinema, ha fatto anche tanto altro. Ha lavorato con Mike Newell e Anthony Minghella, con Lina Wertmuller, Pupi Avati, Vincenzo Salemme. Roma però la ricorda Proietti ha ragione come «buzzicona», termine che nell’Urbe è più tenero che offensivo, seduta su una sedia troppo alta per le sue gambotte e scambiata, alla Biennale d’Arte di Venezia, per una scultura contemporanea. La ricorda con la famosa mezza pagnotta in mano, accanto a Sordi, mentre si risarcisce di eleganti digiuni patiti per sembrare alla moda. I romani adorano la mamma, che nel fondo, senza saperlo, associano a Cibele dalle grandi cosce e dalle cento mammelle, mutatis mutandis all’abbondante Anna che l’ha incarnata, metaforicamente e non.

Proprio interpretando la sora Lella nel film Una milanese a Roma, scritto e diretto da Diego Febbraro, Longhi ripercorse tutti gli itinerari della mitica sorella di Fabrizi, il mercato di Campo de’ Fiori, piazza della Cancelleria, via Aurelio Saffi a Trastevere, fino al famoso ristorante dell’Isola Tiberina. «La Sora Lella stava bene - scherzava - recito anch’io, ma a me me pagano poco. Comunque so’ felice, la sora Lella la conoscevo bene, una signora. Te diceva tutto in faccia come fanno le romane pure. Cucinava alla grande, coda alla vaccinara, matriciana e pasta e patate. E che crostatine...».
«Buzzico’, ce mancherai», conclude Proietti.

mercoledì 2 maggio 2012

Abiti riciclati!




Materiali da riciclo in passerella a Napoli dove gli studenti di un istituto di moda hanno adoperato tra l'altro plastica, carta e anche profilattici scaduti per la creazione di 40 abiti fatti sfilare nei saloni del Palazzo della Arti (Pan) nello storico palazzo Roccella.

Tutte le creazioni, compresi cappelli, collane e braccialetti, sono state realizzate con materiale d'uso comune normalmente destinato alla pattumiera ma che nelle mani dei giovani stilisti si è trasformato in bizzarri e creativi capi molto apprezzati dal parterre a cui ha preso parte anche il sindaco Luigi De Magistris.

«È stato giusto ospitare la vostra sfilata in questa prestigiosa sede - ha detto il sindaco rivolgendosi ai ragazzi - affinchè sia chiaro che nessun posto di questa città vi è precluso. Questo, come tutti gli altri luoghi di Napoli, è un posto di tutti».

Il sindaco ha poi rilanciato l'idea di una sede prestigiosa per una scuola di moda e sartoria. «Una tradizione che va ripresa e sostenuta e che potrebbe avere come sede di produzione ed esposizione l'Albergo dei Poveri o l'area dell'ex acciaieria di Bagnoli» ha affermato.

Tra i capi più applauditi un vestito dark con minigonna fatta con una vecchia camera d'aria; colorati vestiti ricavati da etichette di bibite; un abito da sera cucito con i teli di ombrelli rotti; un costume tipo charleston ottenuto allineando decine di pinze per il bucato ed un camicione decorato con profilattici scaduti.

Immancabile il vestito da sposa, il colore bianco garantito dai bicchieri di plastica monouso attaccati tra loro, mentre il finale è stato affidato ad uno scintillante abito regale con migliaia di bastoncini di plastica normalmente utilizzati per girare lo zucchero nel caffè, al posto delle troppo scontate paillettes.