lunedì 28 febbraio 2011

Ora




Jovanotti ha presentato il suo il 18esimo album "Ora", a tre anni di distanza da “Safari”, anticipato dal primo singolo estratto "Tutto l'amore che ho".




L' album, composto da quindici brani nella versione standard e da venticinque in quella deluxe, è dedicato alla scomparsa della madre, morta alcuni mesi fa, poco tempo dopo la morte del fratello del cantante. Il dolore però ha portato Jovanotti alla creazione di un album solare, una reazione estremamente positiva alla tragedia vissuta.

Un disco tutto da ballare e come ha dichiarato lo stesso cantante “non si esce da una crisi, personale o globale, diminuendo l'energia, ma aumentandola. Dentro di me c'era l'esigenza di un disco che mi facesse ballare e mi desse entusiasmo, volevo fare un disco che facesse stare bene la gente, a mia mamma piacevano le canzoni allegre".

Tra tutta questa musica prevalentemente elettronica, è poi il rock de “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang” a colpire nel segno con un testo che già ha il sapore dell’evento live.

Ne “L’elemento umano“, ripreso poi anche in versione acustica alla fine del secondo cd, c’è un cameo di Luca Carboni, appena udibile e fatto di sole due parole: “Siamo liberi“.




Di rilievo è la partecipazione di Cesare Cremonini che entra in questo disco con il ritornello di “Mondo” inserito ne “I pesci grossi“.



Jovanotti definisce "Ora" come: "Un disco liberatorio e impegnato come dovrebbe essere la musica, ovvero per far star bene le persone".

venerdì 25 febbraio 2011

Le olive taggiasche

(foto da internet)


Cari chiodini vicini e lontani, vorremmo oggi presentarvi le olive taggiasche, un importante patrimonio della Riviera ligure. Sono così chiamate perché arrivarono a Taggia, portate dai monaci di San Colombano provenienti dall'isola monastero di Lerino.
Gli innesti di oliva taggiasca furono nei secoli realizzati un po' in tutta Italia, sebbene la coltivazione maggiore sia sempre rimasta nella provincia di Imperia.
Questa varietà è una delle più rinomate per la produzione di olio extravergine, ottima anche per la mensa, poiché il frutto, nonostante le ridotte dimensioni, è gustosissimo.

Il frutto, di forma ovoidale, produce un olio di colore giallo, dall'odore di fruttato maturo e sapore anche fruttato, con sensazione decisa di dolce. Dal gennaio 1997 è stata istituita la denominazione di origine protetta legata ad un olio extravergine di oliva detto "Riviera Ligure DOP".

Si utilizza in gastronomia in molti dei piatti liguri a base sia di carne che di pesce, in particolare gli umidi. Tra questi, i più conosciuti: coniglio in umido alla ligure (o alla sanremese), agnello alle olive, roast-beef alla salsa di olive, baccalà alla levantina, cappunadda, olive in salamoia.


(foto da internet)

Per raccogliere le olive di questa varietà, vengono stese sotto le piante ampie stuoie di rete a maglia fitta; le stuoie vengono posizionate in periodi antecedenti la vera e propria raccolta al fine di consentire il recupero dei frutti che cadono anzitempo in modo naturale. Il periodo della raccolta è caratterizzato da manovalanze che, attrezzate con lunghi bastoni, scuotono fisicamente i rami degli ulivi al fine di far cadere più frutti possibili nelle stuoie sottostanti (la cosiddetta bacchiatura).

Il metodo tradizionale di raccolta praticato nell'Imperiese, tuttavia, prevede che le olive vengano sbattute e fatte cadere dall'albero e poi raccolte una ad una manualmente. Il compito della sbattitura spetta tradizionalmente agli uomini, mentre quello della raccolta a terra alle donne.

Vi lasciamo con la ricetta degli spaghetti alle olive taggiasche. Buon appetito!


mercoledì 23 febbraio 2011

Togliti di mezzo



(foto da internet)



Siete vittime della Sindrome dell’Aggressività Pedonale?
Basta guardarsi attorno per vedere quante persone camminano con la testa tra le nuvole: lente, sbadate, con gli occhi incollati allo schermo del telefonino, la testa altrove, mentre ascoltano musica dagli auricolari. Se guardarli o anche solo ricordarli vi accende di collera e rabbia allora la risposta è sì: potreste essere affetti dalla Sindrome dell'Aggressività Pedonale.
Per molti decenni gli psicologi, soprattutto americani, hanno studiato un fenomeno analogo tra gli automobilisti. Nessuno si meraviglia della rabbia stradale, visto che è più o meno socialmente accettato che essere chiusi nell'abitacolo in mezzo a un ingorgo può trasformare in mostri persone altrimenti normali.



(foto da internet)




Adesso la notizia è che i pedoni possono subire le stesse frustrazioni, visto che dilaga la "rabbia da marciapiede". Un po' è colpa dei nuovi gadget elettronici che monopolizzano l'attenzione anche nei momenti più inadatti. Così come i guidatori distratti dal telefonino provocano stragi, anche i pedoni sono sempre più spesso coinvolti in incidenti perché guardano altrove.


(foto da internet)



A New York, però, gli esperti del Department of City Planning hanno individuato anche altre cause:
• nelle metropoli sempre più multietniche convivono dei "codici culturali di buona educazione" troppo diversi tra loro.
• fattori demografici o sanitari. Aumentano gli anziani e gli obesi, proprio quelle categorie che camminano più lentamente. Aneddoto simpatico è che i turisti siano penultimi per lentezza, a parità con i sovrappeso.
Velocità disparate creano le premesse di un conflitto permanente: chi ha fretta deve dribblare chi passeggia a zonzo e anticipare i comportamenti più erratici per evitare lo scontro.

A Manhattan le folle trepidanti hanno creato perfino un club di pedoni ultra-veloci raggruppati su Facebook sotto il titolo "Segretamente Vorrei Prendere a Pugni sulla Nuca Quelli che Camminano Piano".




(foto da internet)



Ma, a parte, l’ilarità immediata che suscita la notizia, la situazione sembra grave, visto che l'insofferenza da marciapiede sta moltiplicando episodi che gli psichiatri chiamano "patologia dell'accesso di collera intermittente".
Conclusione: la violenza è dietro l'angolo. Tutto sembra aggiungere stress allo stress.
Ricordate, però, che curarsi è essenziale, perché la collera è causa d'ipertensione e malattie cardiache.

Tempi lontani quelli in cui, in Giappone, s'insegnava, addirittura a scuola, come inclinare nei giorni di pioggia l'ombrello per far cadere le gocce in senso opposto ai passanti, o il galateo dei nostri nonni comandava di cedere sempre alle signore la parte interna e più sicura del marciapiede.

lunedì 21 febbraio 2011

Sanremo 2011

(foto da internet)


A Febbraio, in Italia, c'è un appuntamento fisso: il festival di Sanremo. Si è concluso sabato sera con la vittoria di un cantautore della musica italiana Roberto Vecchioni, soprannominato "il professore", che ha vinto con la canzone Chiamami ancora amore, una canzone che premia l'impegno e l'amore.



Attorno al festival come sempre ci sono state tante polemiche.
La squadra presentatrice era formata da un cantante storico, Gianni Morandi, un creatore di sogni collettivi che ha rappresentato il sogno di Uno su mille. I comici di Le iene, che hanno regalato momenti simpatici, e due veline con fidanzati famosi: Elisabetta Canalis, promessa sposa di nientepopodimeno che George Clooney e Belén Rodríguez, argentina nonché moglie del paparazzo più discusso d' Italia.


(foto da internet)

Ma tutto nella norma, perché Sanremo è Sanremo.
Rimane, però, un quesito irrisolto: è giusto che il dramma si trasformi in farsa? Luca e Paolo sono gli inaricati di "sputtanare" quello che il paese sta vivendo: è bastata una parodia della rissa tra Berlusconi e Fini e il gioco è fatto, tutto è apparso come una burletta, una canzonatura.
Come mai Sanremo, in un paese in cui il premier è chiamato a difendersi dalle accuse di prostituzione minorile e concussione, le donne scendono in piazza per affermare la loro dignità e le loro competenze, i clandestini tunisini sbarcano a migliaia a Lampedusa, la ripresa economica è in stallo, l'industria musicale, probabilmente, non è, poi, tanto interessata alle rughe e gli acciacchi dei cantanti, ha una tale ricaduta mediatica e sociale come mai nessun altro programma televisivo.
Vale ancora la teoria del canta che ti passa?



Nonostante le dure critiche, una di cui agghiacciante: «Non ho mai visto niente di più anchilosato, rabberciato, futile, vanitoso, lercio e interessato», la famosa Italia nazionalpopolare dura ancora e si rafforza, dopo aver addirittura bocciato gli artisti del talent show, che quest'anno sono stati sostituiti da cantanti in età a dir poco matura...

Ah, dimenticavamo che c'è anche una gara di giovani. Ecco il vincitore!



Siccome la parola ricorrente del festival era unione, in nome dell'Unità d'Italia, la terza serata ha regalato un grande Benigni che ha raccontato a modo suo quest'Italia.

venerdì 18 febbraio 2011

Oggi offro io



(foto da internet)

La Caritas, l'organizzazione di volontariato legata alla Chiesa cattolica, fornisce attualmente oltre 1.200 pasti al giorno nelle sue cinque mense dislocate a Roma. Da questo mese di febbraio, ha lanciato una nuova forma di raccolta fondi che farà leva sul contributo dei cittadini che potranno, in questo modo, scongiurare il rischio di riduzione o sospensione dell'aiuto alle persone indigenti.
Le mense capitoline sono dislocate nel Parco del Colle Oppio, a Primavalle, a piazza Lodi e, quella serale, alla Stazione Termini. Questo impegno che la Caritas assolve ormai da molti anni, necessita, in questo momento di crisi, della solidarietà dei cittadini.
Con lo slogan Oggi offro io, la Caritas offre un buono solidale da 10 euro per garantire due pasti al giorno ai diseredati.
Una campagna di solidarietà capillare che, grazie alla semplicità del messaggio, può raggiungere, sensibilizzare e coinvolgere molte persone. Con 10 euro possiamo offrire il pasto a qualcuno che è in difficoltà, così la descrive monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma.
La campagna è una semplice raccolta fondi che prevede la vendita di un pacchetto di buoni da 10 euro ciascuno, che garantisce un pranzo e una cena per una persona nell'arco di una settimana. Non sarà necessario acquistare l'intero blocchetto, dato che sarà possibile contribuire anche soltanto una tantum.



(foto da internet)

Per farlo ci sono diversi modi: attraverso i volontari sguinzagliati in città, nella metropolitana, nei supernercati, lungo le strade, incaricati di vendere i buoni, oppure acquistando i voucher dal sito della Caritas romana.
Le mense della Caritas sono da sempre il paradigma e lo specchio delle condizioni economiche del momento. Da molto tempo, ormai, non sono più frequentate soltanto da immigrati; col passar del tempo, e con l'aggravarsi della crisi, sono aumentati gli anziani che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e sono cominciate ad apparire anche intere famiglie in estrema difficoltà.
Si calcola che nella capitale vivano oltre 7.000 persone per la strada. A questo va aggiunto un numero purtroppo crescente di persone che si arrangia coabitando, trovando rifugio in vecchie automobili abbandonate o nelle carrozze dei treni in sosta.
Meditate, gente, mediate!

mercoledì 16 febbraio 2011

Dalla Spagna: l'Italia in vari oggetti

Dopo aver riflettuto sulla classifica dell'Espresso, abbiamo chiesto ai nostri studenti del primo corso di Livello Intemedio di stilare una classifica degli oggetti che, secondo loro, sono, indiscutibilmente, made in Italy.

È inutile dire che hanno avuto la meglio i prodotti gastronomici e quelli legati alla moda!
Per vedere se anche voi siete d'accordo vi proponiamo due glog.
Nelle vignette ci sono solo gli slogan: prima di cliccarci sopra, cercate di indovinare quali sono gli oggetti o prodotti, e se vi va guardatevi un po' di pubblicità italiane DOC.








Concordate con la scelta dei nostri studenti?

P.S.: Le foto scelte da sfondo anche sono, indiscutibilmente, made in Italy.

lunedì 14 febbraio 2011

Piselli toscani

Bruni, biondi, rossi, castani, i 12 triangoli pubici immortalati da Oliviero Toscani per il Calendario 2011 del Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata. E, come al solito trattandosi del controverso fotografo, la polemica è servita!


Lo Iap (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) ha definito la comunicazione “offensiva della dignità della persona, in quanto il corpo femminile viene equiparato alla pelle conciata, ovvero sia ad un prodotto che ad un animale, ovvero un animale ucciso, sezionato e trasformato in prodotto di lavorazione”. E Toscani, anziché disperarsi, se l`è presa proprio bene ed ha definito la vicenda un’ulteriore pubblicità per il calendario da lui ideato. E non ha tutti i torti, dato che l’operazione pubblicitaria ha riscosso un sucesso immediato.

Qualcuno ha deciso di rispondere per le rime: dodici peni che fanno da controparte ai dodici scatti pubici di Toscani. Il titolo del calendario è a metà strada tra la provocazione e lo scherzo: Piselli toscani. L’autore del calendario vendicatore è il fiorentino Gianni Frati, il quale per l'occasione ha scelto di firmare il calendario con uno pseudonimo: Gianni Frati.



I “fotomodelli” del calendario di Frati sono comuni mortali di cui non si conosce l'identità: "tra loro c'è un commerciante, un artigiano, un orefice, due musicisti, persino un giornalista", spiega lo stesso Frati e sottolinea che l’idea è stata "messa a punto e realizzata in una settimana", aggiunge "è nata per scherzo, ma anche per cercare di riequilibrare un po' la parità dei sessi sui giornali…”.

L’idea ha suscitato un bel successo e le copie del calendario dei “piselli toscani” stanno andando a ruba, a dimostrazione del fatto che forse la parità dei sessi esiste e come, basta solo avere l’occasione giusta per provarla.

venerdì 11 febbraio 2011

The Arcore’s Nights



(foto da internet)

Love the escort and the velin / want apartment at Olgettin / and pure the cubist and ballerin / bilocal with terrazzin / in this day you eat se la day / so we love the Arcore’s nights.

In un inglese maccheronico e sulle note del celeberrimo musical Grease, il testo rimanda, guarda un po', al caso Ruby. Un milione e mezzo di visualizzazioni in tre giorni per The Arcore’s Nights, il video che mette in parodia le feste del presidente del Consiglio Berlusconi sulle immagini di John Travolta e Olivia Newton-John, che nel ritornello cantano Lelemore Lelemore.
Danny (Travolta) diventa Berlusconi e Sandy (Newton-John) Ruby Rubacuori e cantano She rikatts me, I’m into guai / I accontent of million five / pay the cont sennò raccont. Per chiudere, si canta All the phones intercettate / oh my God! The magistrate.
La produzione è firmata dalla fantomatica Sora Cesira, i cui video con le parodie di canzoni celebri sono tra i più visti sul web.
Ne ha concepiti tredici condivisi in diversi social network (vi proponiamo Aggiungi un post all'Atac, dedicato alle assunzioni truccate presso l'azienda municipale di trasporti di Roma), con milioni di visualizzazioni.


(foto da internet)

Il successo non si è fatto attendere, ed è esploso come un virus con le notti di Arcore.
La tv ne ha subito approfittato: il team de Gli Sgommati (show satirico con protagonisti pupazzi di lattice in onda su Sky Uno dal lunedì al venerdì alle 21) si arricchisce di una contributrice d’eccezione: la Sora Cesira, appunto.
Ogni settimana i fatti di attualità e politica raccontati nel programma avranno anche il contrappunto musicale della misteriosa autrice.
Sembra che la misteriosa Sora Cesira, nome artistico legato forse all'indimenticabile macchietta di Franca Valeri, abbia 43 anni e sia, di sicuro, una donna.
Nella vita si occupa di pubblicità. È romana. Per caso, lo scorso anno, quando la Roma venne eliminata dall’Europa League, fece il primo video: Perdere l’Europa sulle note Perdere l’amore di Massimo Ranieri.
È partito tutto da lì. La Sora Cesira fa tutto da sola, video e doppiaggio. Per le voci maschili si fa aiutare da un amico. Si autodefinisce moderata di centro.
Staremo a vedere.

mercoledì 9 febbraio 2011

La nostra lingua italiana

(foto da internet)

In Italia si respira una brutta aria, e questa volta non è l’inquinamento atmosferico. La crisi politica, e come no, morale, ha paralizzato completamente il paese. Il 2011 sarebbe dovuto essere l’anno in cui si sarebbe festeggiata l’Unità d’Italia, che, tra l’altro, è sempre più discussa. Il prossimo 17 marzo sarebbe dovuto essere un giorno di festa nazionale, e, invece, contrordine del ministro leghista per la Semplificazione, (eh sì, avete letto bene, esiste un ministero con questo nome) Roberto Calderoli: per la crisi non lavorare sarebbe un lusso troppo costoso. Quindi, NO a un giorno di più di chiusura di aziende e uffici.


(foto da www.lastampa.it)

Dice il ministro: «Ho votato contro, a suo tempo, in Consiglio dei Ministri - spiega - e sono e resto completamente contrario al fatto che l’attribuzione delle caratteristiche di festività nazionale, conferita alla data del 17 di marzo, comporti la chiusura di molti uffici pubblici. In un periodo di crisi come quello attuale appare paradossale caricarsi dei costi di una giornata festiva, un evento significativo quale il 150esimo dell’Unità d’Italia può essere celebrato degnamente lavorando e non restando a casa».


(foto da internet)

Sembra alquanto strano che in un paese in cui i politici hanno abbandonato la politica per andare ai talk show, a difendere o accusare il cavaliere, il cavaliere invade in modo sempre più prepotente le sue televisioni con i videomessaggi, l'economia è sempre più stagnante, perdere un giorno di lavoro sia una cosa inaudibile.

Davvero non ci sono parole!

Perciò, noi abbiamo deciso di celebrare l’unità d'Italia a modo nostro, in nome della nostra lingua:



lunedì 7 febbraio 2011

Oltre lo stereotipo



[…] Di Enric González non ero lettore. Vedevo le sue colonne su “El País”, ma la mia curiosità non era mai abbastanza forte da integrare i suoi scritti tra le mie letture abituali. Fino a quando non mi è capitato tra le mani il suo libro “Storie di New York”. La parola vertigine non è esagerata. Esistono quasi tanti libri sulle città quante le stelle iin cielo, ma, che io sappia, nessuno è come questo. Credevo di conoscere sufficientemente Manhattan e i suoi dintorni, ma la dimensione del mio inganno mi è apparsa chiara subito alle prime pagine del libro. Poche letture mi hanno dato tanto piacere in questi ultimi anni. […]

Tratto da Otros cuadernos de Saramago

È un peccato che Saramago, scomparso il 18 giugno dello scorso anno, non abbia avuto la possibilità leggere Historias de Roma, l’ultimo libro di González… Chissà quali sarebbero state le sue impressioni su questo libro meraviglioso! González, correspondente de El País a New York, Washington, Londra, Roma e attualmente a Tel Aviv, ha un merito raro: quello di riuscire ad andare oltre la superficie e di trascendere i luoghi comuni, soprattutto trattandosi di un paese conosciuto dalla maggior parte degli stranieri soprattutto grazie agli stereotipi.







Forse è proprio per questo sguardo, che va oltre questa miriade di luoghi comuni, che un italiano non stenta affatto a riconoscersi nella descrizione che il giornalista catalano fa degli abitanti del belpaese, come dimostra questo estratto di un post di Rotta a Sud Ovest:

[…] Enric González ha pubblicato un altro libro delizioso sui suoi anni romani. Si intitola Historias de Roma e viene da pensare che sarà imprescindibile per la prossima visita alla capitale italiana. Nelle poco più di 120 pagine González porta nelle strade romane, tra barbieri e calzolai de toda la vida che danno al centro romano una calda atmosfera di quartiere in cui tutti si conoscono, perduta nelle altre capitali. Si muove tra Campo de Fiori e piazza Navona e indica quell'edicola il cui proprietario è "il tipico uomo di sinistra italiano (definizione: uomo permanentemente incazzato con i politici di sinistra)". Solo per questa frase, che fa il paio con quell'articolo in cui tempo fa sosteneva che il vero inno degli italiani non è Fratelli d'Italia, ma Azzurro, ha tutta la mia simpatia. Nei suoi cinque anni italiani è davvero andato oltre gli stereotipi e non lo fanno tutti. Ricordo un suo collega spagnolo, anche lui corrispondente da Roma, che dopo due anni nella capitale non aveva mai sentito parlare di Roma nun fa' la stupida stasera (ma che ci stai a fare a Roma, allora?!).

In Historias de Roma racconta del miglior caffè del mondo, il Caffè San Eustachio, di una delle piazze più belle del mondo, quella del Pantheon, della Biblioteca Casanatense, "che fu una delle migliori del mondo fino al XVIII secolo" e che è "uno dei prodigi romani meno conosciuti". E si perde estasiato davanti a una nevicata romana, svelando uno dei segreti meglio custoditi dalla città; se in una delle rare volte in cui nevica nella capitale ci si trova lì, bisogna correre al Pantheon: "entrate e guardate il tetto, il buco della cupola. I fiocchi entrano nel tempio e rimangono sospesi girando nell'aria. Solo questo. Forse avrete occasione di contemplare uno spettacolo più sublime, ma dubito sia in questa vita. […]

Capirete allora perché una tantum vi consigliamo un libro scritto in spagnolo, ma che vi aiuterà sicuramente a conoscere un po' meglio gli italiani.

venerdì 4 febbraio 2011

Gli Uffizi a un clic



(foto da internet)

Da casa, e in pantofole, si possono visitare i musei più famosi del mondo, grazie al progetto Art Project. Nel catalogo ci sono anche gli Uffizi.
Il servizio è stato presentato a Londra alla Tate Modern e, grazie alla tecnologia Street View di Google, si potranno ammirare ben 1061 opere in alta risoluzione, 17 di esse in gigapixel, una per ogni museo.
Questo significa, che avremo a disposizione delle immagini a una risoluzione mai vista prima. La direttrice del museo fiorentino, Cristina Acidini ha segnalato l'importanza del progetto e ha presentato le opere che ne fanno parte: dalla Nascita di Venere del Botticelli, icona della Galleria degli Uffizi di Firenze, a No Woman, No cry di Chris Ofili, ai lavori post impressionisti di Cezanne sino all’iconografia Bizantina.
Vi sono anche delle gradite sorprese quali i soffitti della Reggia di Versailles, i templi Egizi e una collezione mondiale che va da Whistler a Rembrandt.
In totale, sono presenti opere di 486 artisti di tutto il mondo.
Ciascuno dei 17 musei che hanno aderito al progetto ha selezionato un’opera da fotografare fin nei più minimi dettagli, attraverso una tecnologia fotografica con risoluzione gigapixel.


(foto da internet)

Ciascuna di queste immagini è composta da circa 7 miliardi di pixel, una risoluzione che permette di osservare dettagli non visibili all’occhio umano, come i particolari delle pennellate e della patina.
Elementi di solito molto difficili da esaminare diventano chiaramente visibili, come ad esempio il piccolo distico latino che compare nell’opera Georg Gisze, un mercante tedesco di Hans Holbein il Giovane, oppure le persone nascoste dietro l’albero nell’Apparizione di Cristo al popolo di Aleksandr Ivanov.
Inoltre, i musei hanno fornito immagini in alta risoluzione per un totale di oltre 1000 opere. In questo modo, gli appassionati d’arte potranno scoprire particolari minuziosi dei quadri, mai visti da vicino prima d’ora, come le persone in miniatura lungo il fiume del quadro Vista di Toledo di El Greco o i singoli punti in Grandcamp, una sera di Georges-Pierre Seurat.
Il sistema permette all'utente di creare la propria collezione: questa funzionalità permette di salvare specifiche porzioni di immagine per ciascuna delle 1000 opere disponibili e di creare così una propria collezione personale.
Nel più puro stile web 2.0, si possono aggiungere dei commenti ad ogni dipinto e l’intera collezione può essere condivisa con chi si desidera.
Appassionati d'arte, studenti e studiosi hanno festeggiato, giustamente, l'evento.
Per l'Italia partecipa al progetto la Galleria degli Uffizi.
Buon divertimento!


mercoledì 2 febbraio 2011

Un paese anomalo

(foto da internet)



Anche questa volta ci rifacciamo a un libro per cercare di capire cosa sta succedendo nel Belpaese. Vi ricordate Sin noticias de Gurb? Ebbene facciamo finta di essere Gurb: siamo planati sul pianeta terra e capitati in Italia. L'altro aliena, travestito da Conde-Duque de Olivares lo sta cercando, ma gli risulta davvero complicato districarsi in questo scenario. Tutto è un caos. Allora noi gli daremo una mano affinché possa trovare Gurb.
Ecco cosa succede:



(foto da internet)



1. Il Presidente del Consiglio dei ministri è indagato per reati immondi, uno dei quali -la concussione – e lui stesso in persona lo ammette.

2. Attaccato, contrattacca strepita e insulta la magistratura.


(foto da internet)



3. La storia tra la magistratura e il presidente del Consiglio dura da 14 anni, ma, questa volta,
per incastrarlo i giudici non hanno badato a spese.

4. Il partito di maggioranza del Paese chiede le dimissioni del presidente della Camera, che è anche il fondatore del partito, da cui è stato espulso, perché non d'accordo su tutto con il Presidente del Consiglio.


(foto da internet)






5. Il Presidente della Camera è da mesi al centro di uno scandalo che non aiuta a risolvere,
non lo spiega, non ne prende le distanze.

6. Il Presidente del Senato accorda un dibattito sul caso che riguarda il Presidente della Camera,
mettendo di fatto una Camera contro l'altra.

7. Il ministro degli Esteri che solo una volta in tre anni era andato al Senato a rispondere a un'interpellanza parlamentare, si fionda a Palazzo Madama, con tanto di documenti richiesti direttamente al governo di Santa Lucia e arrivati senza rogatoria internazionale perché richiesti dai giudici, né con una valigia diplomatica ma, più prosaicamente con un pacco FedEx.

8. Lo zelante ministro degli Esteri non ha detto una parola, alle Camere, di quel che accade in
Egitto, per esempio.



(foto da internet)




9. Il Copasir, comitato di controllo dei servizi segreti, non si riunirà più perché i due partiti che compongono la maggioranza, non intendono partecipare ai lavori in quanto con il passaggio di un deputato all'opposizione, non hanno più la maggioranza. Conclusione: il Comitato, di fatto, non lavora più.

10. Polizia e Carabinieri, altro pilastro dello Stato si lamentano, perché dalle notti di Arcore , si capisce che più che tutela della sicurezza del premier e dei suoi ospiti, le forze dell'ordine fanno da tassisti alle ragazze.


Noi, purtroppo non sappiamo come chiarire questo pasticciaccio al povero Gurb, che, nel frattempo, ha preferito riprendere i suoi panni di extraterrestre. Data la situazione, essere una bella ragazza è un po' pericoloso in questa pazza Italia allo sbando!!!

P.S.: È stato rivelato che il prefetto di Milano, su indicazione del premier, ha aiutato e raccomandato una ragazza fidanzata di un narcotrafficante (che ha patteggiato 8 anni dopo il sequestro di dodici chili di droga) a ottenere il passaporto italiano. E le ha fatto pure saltare la fila e non pagare il parcheggio.