mercoledì 31 marzo 2010

Regali poco graditi



Lunedì scorso alle ore 21:00 Raidue ha voluto fare a Mina un regalo per il suo settantesimo compleanno: Minissima. Conduttore del programma Paolo Limiti, paroliere di alcune sue bellissime canzoni: Bugiardo e incosciente, La voce del silenzio, Sacundì Sacundà, Ballata d’autunno, Viva lei ed Eccomi.

Un’occasione per raccontare al pubblico la personalità di una donna "che non corrisponde al personaggio mediatico", che lei, col ritiro dalle scene, "ha voluto cancellare perchè contasse solo il disco", secondo le parole di Limiti. L'obiettivo, dice ancora Limiti durante la conferenza stampa per presentare il programma, è quello di "far capire il suo talento, il motivo per cui la sua carriera è stata così lunga e perchè piace ancora oggi. Per raccontare il suo modo di interpretare, di stregare il pubblico davanti alla telecamera, di muoversi, di giocare". Un successo decretato, secondo Limiti, dalla una "voce grandissima", in grado di "passare agilmente da uno stile musicale all'altro", ma anche da un fisico "straordinario" e da una "gestualità barocca, un po' ridondante a volte, ma molto personale. Al contrario di molte cantanti dell'epoca che stavano immobili come statue".

Chico Buarque la ritiene una delle più grandi interpreti di bossanova. Kenny Barron, il migliore pianista jazz secondo il L.A. Times, ha detto che è la miglior cantante jazz. Gli unici episodi di tango cantato di Piazzolla che si ricordano in Argentina sono stati con Mina; Almodovar assicura che nessuno come lei sa fare il bolero. Profeta anche, e soprattutto, in patria, numerosissime sono state le iniziative per celebrare il suo settantesimo compleanno. Ma la cantante come l'ha presa? In un articolo scritto per La Stampa il giorno successivo al suo compleanno la famosa interprete racconta come ha vissuto la sua "vivisezione mediatica" subita in occasione di questa ricorrenza:

Sopravvissuta alla mia autopsia

Avete mai provato ad essere reduci dalla vostra autopsia? Con gli ultimi brandelli rimastimi appiccicati alle ossa finisco una immeritata giornata di fiori e ferite ripensando ai perché di un tale scatenamento.
Era evidente che di una diagnosi ci fosse bisogno. La ricorrenza decrepita invitava ad approfittarne. Una marea di autonominatisi anatomopatologi si sono dilettati a frugare tranquillamente le risposte nell’archeologia della mia psiche, della mia memoria, della mia carnaccia sbranabile, del perché e del percome della vita mia. Devoti estimatori, irriducibili avversi, timorosi contestatori, hanno danzato sui loro referti, sicuri di avermi posseduto, oltre che descritto per intero. Se per caso non sapessi il perché delle scelte che ho fatto, adesso avrei un ampio ventaglio di possibilità. Un tale, evidentemente scappato dal manicomio, ha persino detto che ho fatto tutto per strategia. Strategia di che? Fantastico.
A tutti gli uomini vengono affibbiati gli interpretatori delle azioni e dei pensieri. Tutti sono sottoposti all’infamia di non sapersi conoscere. Per questo, la civiltà del farsi gli affari degli altri affibbia a ciascuno la condanna di avere qualcuno che gli spiega il perché delle scelte che prende.
Non è un privilegio del cosiddetto personaggio pubblico essere indagato nelle proprie intenzioni.

Sarà perché non mi sono ancora abituata a sentir parlare di me da parte di chi non ho mai visto, ma mi sento strana. Se tutti insieme volevate farmi effetto, vi accontento dicendovi che sì, mi avete proprio colpito. Non mi riconosco molto nei pareri espressi o nelle interpretazioni, ma questo è di irrilevante importanza. In questi giorni ho assistito alla rappresentazione della mia vita che, mandata avanti e indietro in un videotape impazzito, mi ha fatto girare la testa e non solo. L’accadimento veramente grandioso e commovente è rappresentato dalla valanga di biglietti, mail, fiori, regali, telefonate di tante persone affettuose e sincere che conosco, ma anche che non ho mai conosciuto. Adesso ho settant’anni, ma ieri ne avevo sessantanove. Cos’è? Forse mi avevano cristallizzato in una età indefinita che era certamente più rassicurante per loro che per me. Io è una vita che aspetto di essere vecchia. Adesso ci sono, ma non da oggi. A proposito dell’autopsia… si attendono gli esami istologici. Non subito, perché mi dicono che, purtroppo, la «festa» non è ancora finita.
A proposito di ricorrenze e celebrazioni, vi auguriamo Buona Pasqua a tutti. Ritorneremo dopo le vacanze pasquali, il 14 aprile.

lunedì 29 marzo 2010

Vuoi viaggiare in treno? Nein Danke, besser in einem Zug!

(foto da internet)




Nell’aria si respirava l’atmosfera natalizia. Il clima dello scorso dicembre era gelido e chi, per necessità, deve prendere un treno in Italia, durante le festività, è preparato al peggio. Ma, nello scorso gelido dicembre, mentre i treni italiani arrancavano in tutto il Nord, in ritardo per il maltempo, e il numero uno delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, tra un'inaugurazione di un treno Frecciarossa e l'altra, invitava i passeggeri a portarsi a bordo panini e coperte, un convoglio austriaco-tedesco, nuovo di zecca, con personale italiano, viaggiava indisturbato tra Monaco di Baviera e Bologna, “bucando” il Brennero dieci volte al giorno.
Era l'Eurocity che la compagnia tedesca Deutsche Bahn e quella austriaca Öbb hanno lanciato in partnership sulla rete italiana lo scorso 13 dicembre.







(foto da internet)





Cosa significa? Che si è cominciato a scalfire il monopolio di fatto di Trenitalia nel mercato passeggeri, visto che i clienti possono acquistare i biglietti anche per tratte tutte interne ai confini italiani (Milano Garibaldi, ma anche Verona Porta Nuova, Trento e Bolzano tra le principali fermate).

Ma la sfida a Trenitalia non finisce qui: da un po’ più a nord del confine, con prenotazione anticipata, si consentono viaggi in treno low-cost anche in Italia. Turisti e pendolari del binario ringraziano la nuova concorrenza, ma quello che ogni giorno collega Monaco di Baviera, Bolzano, Trento, Verona e Bologna (con una corsa anche verso Milano) è ancora un treno fantasma.

Attenzione, non chiedete informazioni alla biglietteria della stazione (dove fingeranno di non saperne nulla), non cercatelo sui tabelloni dell'orario ufficiale (dove non risulta), inutile anche chiamare l'ufficio informazioni delle ferrovie italiane. Nello scorso dicembre, le ferrovie italiane, alle proteste per le mancate informazioni sulla concorrenza replicarono così: «Non siamo tenuti a dare chiarimenti sui servizi di altre aziende».






(foto da internet)




Per viaggiare a basso costo bisogna invece collegarsi al sito Internet di Deutsche Bahn, la società tedesca, oppure a quello dei colleghi austriaci di Öbb che insieme alle Ferrovie Lombarde hanno inaugurato la guerra dei prezzi sulla linea del Brennero.

Chi decidesse di salire a bordo al volo dovrà acquistare il biglietto dal controllore (in mancanza di meglio, si può fare anche così) pagando un conto più salato!

E a tre mesi dalla partenza del primo treno ecco arrivare le offerte di Pasqua annunciate con una campagna pubblicitaria sui giornali per dire basta all'epoca del passaparola. Viaggiano gratis sulle tratte internazionali i bambini con meno di 15 anni, biglietti a 9 euro sulle tratte nazionali, da Bolzano a Milano, oppure Bologna, poco importa, purché il viaggio venga prenotato con almeno tre giorni d'anticipo su Internet o presso una delle agenzie convenzionate. Specchietto per le allodole? Può darsi, ma la prova del call center è superata: «Sì - dice la voce - i biglietti a 9 euro sono disponibili».






(foto da internet)


Tutto questo ricorda un po' la rivoluzione dei voli aerei low-cost, secondo il principio prima paghi e meno paghi. Allora, mentre le ferrovie italiane si concentrano sull'alta velocità, c'è chi comincia a viaggiare in treno come in aereo: scegliendo la compagnia in base al prezzo. Ora si può, almeno al nord, perché non tralasciate il particolare che il sud, invece, è sempre più irraggiungibile, con o senza compagnia di bandiera.
I manager di Db e Öbb per il momento contano 2 mila passeggeri al giorno e annunciano entro l'anno un collegamento con Venezia - già programmato ma reso difficile da problemi tecnici - e più giù verso Firenze, cioè la destinazione più meridionale della sfida tedesca in Italia.
Il Monaco-Bologna passa ogni giorno da tre mesi alla stazione di Trento dove ferma, puntuale, alle 14 e 04. Sulle carrozze sono evidenti i colori stranieri del convoglio ma sul marciapiede c'è sempre qualcuno che si chiede: «Ma che treno è?». Viaggiatori ancora pochini; i passeggeri, in stazione, continuano ad attendere un treno dall'aspetto "familiare", con il biglietto da obliterare o l'abbonamento in tasca. Eppure basterebbe salire, e poter viaggiare come in Europa, acquistando il biglietto a bordo, con personale trilingue, carrozze pulite e soprattutto puntuali.




(foto da internet)




I pendolari del treno certo non avranno risolto i loro problemi, ma ... qualcosa si comincia a muovere. Austriaci e tedeschi hanno preceduto, infatti, Arena Ways, una piccola compagnia torinese che entro l'anno viaggerà sulla Milano-Torino, mentre nel 2011 la Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori di Luca di Montezemolo e Diego della Valle) lancerà la sua sfida ad alta velocità a Trenitalia, e quindi punterà soprattutto sulla fascia alta dei viaggiatori.

venerdì 26 marzo 2010

La settimana santa siciliana



(foto da internet)


Per chi ha la fortuna di recarsi in Sicilia a Pasqua, vorremmo consigliare un itinerario all'interno dei riti pasquali dell’Isola.
Dalle processioni sulle Madonie, ai Misteri di Trapani e Caltanissetta, dalla Grande settimana nelle comunità albanesi, alle architetture di palme erette nelle strade di San Biagio Platani, dalla solennità delle processioni a Enna, alle bande che sfilano nelle strade di Palermo: la Sicilia offre un panorama assai interessante di tradizioni, religione, paganesimo, passione, spettacolo e dolci tipici.
I riti cominciano con la Domenica delle Palme, il giorno in cui si benedicono in chiesa foglie di palme e rami d’ulivo.
Si entra nel vivo il martedì e il mercoledì, con le prime processioni e si continua il giovedì sera e il venerdì mattina con le grandi rappresentazioni e le visite ai sepolcri, gli altari addobbati con i lavureddi: fiori bianchi, spighe, candele, piatti di grano e di lenticchie messi a germogliare al buio e intrecciati con nastrini variopinti, il rito di rigenerazione con cui gli uomini ristabiliscono il contatto con Dio.
Il Venerdì Santo è il grande giorno dei Misteri a Trapani e Caltanissetta, due dei principali teatri della festa in Sicilia.
Qui le processioni sono accompagnate da enormi macchine, portati a spalla dai devoti, che rappresentano le principali tappe della Passione: dalla lavanda dei piedi all'arresto, dalla flagellazione all'incoronazione di spine, dalla sentenza all'ascesa al calvario.
A Trapani i Misteri, cominciano il venerdì pomeriggio e si concludono sabato mattina, in un'estenuante alternarsi di musica, sudore, lacrime e profumo di fiori.
Una processione che mescola sacro e profano sulla quale, nei secoli, più volte la Chiesa ha dovuto intervenire per evitare eccessi.
La sfilata dei gruppi è aperta dalla confraternita di San Michele, in tunica rossa e cappuccio bianco. Seguono venti vare portate a braccia da almeno dieci massari: diciotto scene più l'urna del Cristo morto e la statua dell'Addolorata, realizzate in legno e stoffa a cura delle maestranze: fruttivendoli, muratori, pescatori, macellai, tutti in grande competizione.
A Caltanissetta i Misteri (creati nel 1780, per iniziativa della congregazione di san Filippo Neri) iniziano il mercoledì sera, con i variceddi, processione in scala ridotta che vede sfilare quattordici gruppi in terracotta, tante quanto le stazioni della via Crucis.
Il giorno successivo è quello della cerimonia maggiore con le sedici statue realizzate in cartapesta, legno e gesso, celebrazione accorata dietro cui si muove tutta la città.
Il sabato ha luogo la deposizione del Cristo.




(foto da internet)

Ad Enna, nel cuore della Sicilia, i riti sono un tripudio di ricchezza con i simulacri di Cristo e dell’Addolorata che il mercoledì si muovono per le vie scoscese della città raccogliendo doni preziosi, a rappresentare la devozione senza limiti, la ricchezza che si oppone alla povertà, l'abbondanza alla carestia. Il giovedì, c’è la grande processione che vede sfilare le confraternite in saio e cappuccio, con in mano gli stendardi, i ceri, i vassoi con i simboli della Passione di Cristo e sulle spalle le vare pesantissime.
I fedeli convergono verso la spianata antistante il duomo attraverso uno stretto vicolo dove passano a stento, e lì il dolore si trasforma in allegria.
La domenica di Pasqua, in Sicilia, è il giorno del tripudio.
Da non perdere, in provincia di Palermo, l'Abballu di li diavoli a Prizzi, dove due satanassi in rosso e la morte in giallo disturbano con forconi e dispetti l'incontro solenne tra Cristo e l’Addolorata, rappresentazione della guerra tra bene e male, e la Festa di li schetti a Terrasini, dove gli scapoli del paese tagliano una pianta di arancio, la adornano, la fanno benedire e poi, accompagnati dalla musica, fanno il giro del paese fermandosi davanti alla casa delle fidanzate ed esibendosi in prove di forza con l'albero.

mercoledì 24 marzo 2010

Più tutto cambia, tutto resta uguale



A chi credete che possa riferirsi quanto segue?
Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.



Qualuque sia stata la vostra risposta, non avrete indovinato di sicuro! Questo scritto circola in rete da diversi giorni ed è stato adattato in modo provocatorio a partire dal testo originale, scritto da Elsa Morante il 1º maggio 1945, quindi non poteva certo riferirsi all'attuale capo di governo.
Risulta sorprendente la somiglianza caratteriale e comportamentale di questi due personaggi, ma la cosa che impressiona di più è che gli italiani non solo non siano cambiati, anzi sembrano addirittura peggiorati nei 65 anni che separano i due testi.

lunedì 22 marzo 2010

Rifiuti con glamour

(foto da internet)




Proprio nella città in cui, si dice, si trovi l'albero più grande d'Italia: in piazza Marina, un ficus magnolioides del Giardino Garibaldi, piantato appena nel 1863, da un ramoscello proveniente dall' isola di Lord Howe, nel Pacifico meridionale. Ma...flora a parte, il capoluogo della Sicilia è notizia non certo per questo. L'emergenza rifiuti continua: dopo Napoli ecco Palermo. A mo’ di denuncia è stata inaugurata lo scorso 16 marzo, a Palazzo Fatta (Piazza Marina) la mostra Aziza Munnizza, un reportage realizzato dal trio MatFraMat.






(foto da internet)




MatFraMat è un sodalizio artistico nato dall’incontro tra la fotografa Matilde Incorpora, la stilista Francesca Catania e la modella Matilde Caruso. Insieme hanno realizzato Aziza Munizza, la prima di una serie di inchieste per richiamare l’attenzione su temi sociali di scottante attualità.




(foto da internet)




Per realizzare il set non è stato necessario spendere un euro. Infatti hanno fatto da sfondo i cumuli di rifiuti che popolano le strade di Palermo. Il set fotografico è stato allestito fra le cataste di spazzatura abbandonate per le vie di Palermo, città dalla storia millenaria, chiamata Ziz, il Fiore, dai suoi primi abitanti, i Fenici, e rinominata Aziza, la Splendida, dagli arabi che la occuparono nell’827. E la bellezza di questa città, orgoglio del Mediterraneo, nonostante tutto e tutti, sopravvive ancora oggi in mezzo al degrado.





(foto da internet)




L’umorista Franco Donarelli ironizza sul rapporto fra i palermitani e la munnizza (spazzatura): «un tempo ci guardavamo bene dal rimuoverla dalle nostre strade, quando le carrozze che filavano galeotte procedevano felpate sulla munnizza senza turbare il sonno degli innocenti. Occorreva soltanto rinnovarla di tanto in tanto affinché altri zoccoli di altri cavalli continuassero la loro corsa sui selciati, ovattando l’eco del loro scalpitare. Ci mancava la neve. E allora la munnizza...».





(foto da internet)



Com'era da immaginarsi, la polemica non si è fatta attendere. C'è chi è a favore, e chi, invece, è stanco che il bel capoluogo della Sicilia solo è notizia se si tratta di mafia o di rifiuti.
Voi, cosa ne pensate di questa iniziativa, sicuramente audace e un po' eccentrica?

venerdì 12 marzo 2010

Alla ricerca della locomotiva (perduta)


(Foto da internet)

Frenesia e senso di potere significò, per gli uomini, l'avvento della ferrovia: spazi annullati, distanze vinte. Il treno diventò presto oggetto poetico per pittori e scrittori. Chi non ricorda il dipinto La Gare Saint Lazare di Monet o i versi del Carducci intrisi di entusiasmo giovanile per la locomotiva a vapore dell'ode A Satana:
"Un bello e orribile/Mostro si sferra/Corre gli oceani/Corre la terra/Corrusco e fumido/Come i vulcani/I monti supera/divora i piani...".
E che dire di Marinetti e del suo Manifesto futurista, nel quale hanno spazio “le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi”.
E perché non ricordare anche il mondo della canzone? Francesco Guccini, com'è noto, ha scritto una della sue ballate più famose (La locomotiva, appunto), raccontando la storia (vera) di un macchinista ferroviere (ascolta>>).
Ebbene, domenica 7 marzo si è tenuta in Italia la terza edizione di una manifestazione volta a ricordare quei tratti di ferrovia che sono scomparsi dalla nostra memoria collettiva: La giornata delle ferrovie dimenticate.
Numerose le iniziative: dalla locomotiva diesel d'epoca che se ne va sferragliando sui binari, alle greenway italiane come in Umbria o ancora chi andrà in bicicletta lungo la vecchia ferrovia dismessa di Piazza Armerina in Sicilia. La giornata è stata accompagnata da mostre con foto d’epoca sulle tratte ferroviarie, tranviarie, funicolari per ricordare come si potesse viaggiare con lentezza godendosi meravigliosi paesaggi.
Sabato 6 marzo, è stato organizzato un viaggio da Sulmona all’Aquila su una vettura 1000 porte, un treno d’epoca con allestita una mostra sul tema Paesaggi dal treno in Abruzzo, con l’obiettivo di raccontare le devastazioni del paesaggio dovuto al terremoto.
L’idea di ricordare gli antichi percorsi ferroviari in una giornata di nostalgia, nasce da Co.Mo.Do, la Confederazione per la mobilità dolce, formata da una serie di associazioni che lavorano per una mobilità parallela a quella veicolare.



(foto da internet)

Due iniziative della terza edizione di questa manifestazione culturale si sono tenute nella mia regione: attraverso l'antico tratto ferroviario Spoleto-Norcia si può percorrere una greenway -a piedi o in bicicletta- che permetterà al viaggiatore di conoscere la splendida (e quasi sconosciuta) Valnerina, e la vecchia tramvia Terni-Ferentillo, offre un itinerario che scorre a pochi passi dalle famose Cascate della Marmore.
Nel cuore della Valnerina si trova Norcia, la città che diede i natali a San Benedetto, primo monaco del Cristianesimo, e fondatore dell'ordine dei Benedettini, che visse a cavallo del 500, tra la preghiera e l'umiltà del lavoro, come egli stesso sintetizzò nella frase ormai celebre Prega e Lavora.
A Norcia si possono ammirare la chiesa gotica di San Benedetto e il Duomo rinascimentale. Altro notevole esempio di architettura rinascimentale laica è la Castellina, una rocca a quattro lati realizzata dal Vignola, oggi sede del Museo Civico Diocesano.
Meritano una visita le chiese di S. Agostino, dal portale ogivale la cui lunetta reca in buono stato un affresco con Madonna con Bambino e S. Agostino, e quella di San Giovanni, che a differenza della prima però ha perso la struttura originale a causa dei restauri in epoca barocca.

P.s. Il nostro blog chiuderà per le Fallas. Torneremo online lunedì 22 marzo.
Bones falles!!

mercoledì 10 marzo 2010

Scrittori fantasy (under 20)


C’era una volta una ragazza cresciuta fra i libri di Lord Dunsany, Eddison, Le Fanu, Machen e Crofton-Crocker, tutti grandi scrittori di fantasy. All’età di quattordici anni decise di scrivere anche lei un romanzo fantastico, come quelli che tanto le piacevano. E scrisse un libro forse con qualche ingenuità qua e la, forse un po' prolisso, ma in fondo niente male, e lo spedì ad una casa editrice. L'editore, dopo qualche perplessità iniziale, dovuta principalmente all’età della scrittrice, scelse alla fine di pubblicare il romanzo e senza mutare una virgola. Il titolo del libro in questione è Strange Evil, opera prima di Jane Gaskell, pubblicato nel 1957, quando l’autrice aveva sedici anni, ma scritto all’età di quattordici. The Guardian, lo segnala come uno dei dieci lavori fondamentali della narrativa weird, affiancandolo al semplicemente fondamentale Gormenghast, di Mervyn Peake, all’Isola del Dr Moreau del grandissimo H.G. Wells, ed ai lavori di Max Ernst.

E la storia, circa un secolo dopo, si ripete. E questa volta Elisa Rosso scrive il suo libro d'esordio all'età di dodici anni. Il risultato: 20.000 copie vendute. Oggi ha 16 anni e sta lavorando al terzo volume della serie Il libro del destino. Eppure la giovanissima autrice afferma che scrive perché non è abbastanza brava per disegnare fumetti!

Thomas Mazzantini, un liceale che vive a Marciana Marina, un piccolo paese dell’isola d’Elba, ha esordito alcuni mesi fa con Garmir l’Eclissiomante. I ventenni toscani Lorenzo Mugnai, studente di astrofisica, e Lorenzo Righi studente d'nformatica, sono i due autori de Il cammino dei draghi. Ali di pietra. Sempre pubblicato da Polistampa è Il libro che non voleva morire, scritto da Alessandra Raddi all'età di sedici anni.

Sempre toscano, ma non più giovanissimo, il grossetano Francesco Falconi (classe 1976) è già al suo terzo romanzo di genere, Prodigium. I figli degli elementi.

Il fascino esercitato dal genere fantasy cresce sempre più e il fenomeno dei baby scrittori dilaga fra i seguaci del genere. Sarà tutta colpa di Harry Potter?

lunedì 8 marzo 2010

24 ore senza di noi

(La black Gioconda di Lola e Oliviero Toscani da http://www.repubblica.it/)







Lo scorso primo marzo gli immigrati hanno incrociato le braccia: "Primo marzo. Una giornata senza di noi". Sessanta città italiane, 50mila membri su Facebook, decine di migliaia di cittadini italiani e stranieri in piazza per partecipare all'iniziativa "24 ore senza di noi", promossa contro il razzismo e per i diritti dei quasi 5 milioni di cittadini di origine straniera che vivono e lavorano in Italia.








(foto da internet)


Uno slogan «Non siamo criminali, non siamo clandestini, ecco a voi i nuovi cittadini» che è partito sull'onda dei tamburi da Milano, è rimbalzato a Roma, è giunto a Rosarno, è passato per Napoli, e ha invaso molte altre città italiane.
Il giallo è il colore della giornata dello "sciopero". Il comitato Primo marzo ha denunciato la politica di non gestione del fenomeno migratorio seguita dal governo italiano: «Si vogliono cacciare gli stranieri quando il 20% della ricchezza del Paese viene proprio dal contributo dei lavoratori extracomunitari».



(foto da internet)


A Milano in centinaia hanno sfilato e gridato tanti slogan, tra cui: "Basta razzismo, siamo i nuovi cittadini, le vostre pensioni le paghiamo noi".

In realtà, i motivi della manifestazione sono tanti, ma probabilmente il principale è quello di farsi accettare soprattutto dalla gente comune. Molti dei manifestanti si lamentano che, nonostante i lunghi anni trascorsi nella penisola, vengono ancora guardati con disprezzo per il colore della propria pelle.






A Roma, centinaia di rifugiati e richiedenti asilo insieme ai volontari, e con Legambiente, hanno ripulito il parco di Colle Oppio. Un gruppo di immigrati ha persino manifestato sotto la sede dell'Inps, chiedendo che vengano restituiti ai lavoratori stranieri i contributi versati per gli anni lavorati in Italia, anche nel caso in cui decidessero di tornare in patria.
C’è anche un maxi-divieto di accesso, uno striscione, esposto davanti alla sede del ministero dell'Istruzione: "Eccetto per gli studenti bianchi, ricchi e italiani".

Il corteo più multitudinario è stato quello di Napoli dove a sfilare sono stati quasi in 20mila. In piazza le maggiori comunità straniere, dal Bangladesh al Burkina Faso, dal Marocco al Senegal.

Invece, l'iniziativa promossa a Trieste, in occasione dello sciopero degli immigrati, è stata quella di andare in giro per la città a cercare scritte razziste sui muri per cancellarle.

La giornata è stata anche occasione di denuncia: a Caserta i giovani di un centro sociale hanno mostrato un video al direttore generale dell'Azienda trasporto pubblico, in cui si è visto che molti autisti dei mezzi pubblici, su alcune linee, non effettuano le fermate lungo il percorso se in attesa ci sono solo immigrati.



(foto da internet)





Dappertutto molti gli striscioni e i cartelli con frasi come: "No al razzismo istituzionale", "Italiani e migranti per una nuova cittadinanza", "Troppa intelligenza nessun diritto", "Siamo tutti cittadini".
Insomma, uno sciopero particolarmente significativo, perché mostra quella indispensabile integrazione o convivenza che semina il futuro delle società. Ma la risposta della Lega Nord non si è fatta attendere, visto che all’indomani, la Lega, ha convocato, a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, una contromanifestazione in risposta allo sciopero degli immigrati.


venerdì 5 marzo 2010

Di tori e toreri



(foto da internet)

Non so se conoscete una canzoncina dello Zecchino d'oro in cui un matador tranquillo, invece di occuparsi del toro, preferiva schiacciare un pisolino.
Oltre al torero dormiglione, in questi giorni abbiamo potuto assistere alla polemica sorta attorno ad un cartone animato che la televisione spagnola, la TVE, ha mandato in onda.
Il cartoon in questione presenta dei toni alquanto beffardi nei confronti del torero ed ha suscitato forti critiche fra i sostenitori della corrida.
Nel filmato i tre protagonisti, Vipo, un cane volante, accompagnato da una gatta (Betty) e da una cicogna (Henry), accorrono in aiuto di Billy, un toro mansueto e refrattario alla feroce battaglia che lo attende nell’arena.
Nel frattempo, il torero Fernando assapora già il sicuro trionfo (altro che Camomillo!), mentre i banderilleros cercano di accecare il toro lanciandogli la sabbia negli occhi.
Il cane, la gatta e la cicogna, prendono le difese del toro: "Così non va bene –protestano-. Gli altri sono molti e Billy è lì da solo. Non vuole fare male al matador, nonostante lui lo stia provocando. È un toro molto pacifico. Questo è davvero troppo".
Vipo e Betty riescono a far fuggire il toro dall’arena, mentre Henry usa il suo becco per sfidare a duello il matador Fernando, che perde la sfida e anche il sostengo del pubblico.
Finale idilliaco alla Disney: il toro Billy raggiunge la campagna ed è a sua volta raggiunto da una mucca innamorata.


(foto da internet)

Il filmato, scritto e diretto da Ido Angel, è andato in onda nel momento di massimo ascolto infantile, facendo infuriare gli adulti appassionati di corride che lo hanno giudicato diseducativo.
La tv spagnola ha ricevuto moltissime lettere online di protesta e anche i giornali si sono riempiti di commenti indignati per l’umanizzazione del toro e l’irrisione alla fiesta nacional.
Si rimprovera la TVE per non trasmettere più, da quasi quattro anni, le corride, per rispetto delle fasce orarie protette.
Anche gli imprenditori che gestiscono le plazas de toros sono insorti contro il cartone animato in questione e hanno denunciato che, in questo modo, i giovani telespettatori non frequenteranno, in futuro, le corride.



(foto da internet)

In pieno polverone vi proponiamo una canzone di Renato Carosone, scritta nel 1957: Torero (appunto), in cui il celeberrimo musicista rende assai bene la caricatura di un matador ispano- napoletano (leggi>>).
L'idea della Spagna e dei matadores era di moda all'epoca, per il chiacchierato matrimonio tra Lucia Bosé e il torero Luis Miguel Dominguin.
L'accoglienza del brano in Spagna fu calorosa, perché, non capendo bene ciò che cantava Carosone, molti non colsero lo spirito parodistico del famoso cha cha cha e lo scambiarono per un inno al torero e alla corrida.
Insomma, più di cinquant'anni dopo, qualcuno continua a mettersi 'ncapo stu sombrero, 'o cazunciello astritto e (a portare) 'o ricciulillo 'nfronte.

mercoledì 3 marzo 2010

Il ritorno dei New Trolls



I New Trolls, uno dei gruppi più importanti nella storia della musica moderna italiana, calca nuovamente le scene musicali italiane e inaugura una serie di concerti a cominciare da Genova, la loro città. I componenti sono quelli della band iniziale che nel 1967 apriva in Italia i concerti dei Rolling Stones: Gianni Belleno, Nico Di Paolo, Giorgio Adamo e Vittorio De Scalzi.

La band nasce alla fine degli anni ’60 e si distingue presto per le sue doti creative ed interpretative, di cui si ha un saggio nei loro primissimi successi: Sensazioni e Visioni (suonata con i denti o dietro la schiena) .



Verso il 1967 il gruppo aderisce a un genere musicale nuovo, il rock progressive, e la sua carriera subisce una svolta con l’interpretazione di Concerto grosso per i New Trolls, considerata dai critici un vero capolavoro.



Scritto da Luis Enriquez Bakalov, l’album è caratterizzato dall’unione di elementi di musica classica e passaggi che ricordano le grandi band del progressive britannico. Nel 1968 pubblicano uno dei primi Concept Album in Italia: Senza orario senza bandiera, con la collaborazione di Fabrizio de Andrè.



Nel 1978 incidono un nuovo album, Aldebaran che contiene due grandi successi: Quella carezza della sera ed il suo retro Aldebaran.



A partire dagli anni ’80 la band alterna lo stile progressive al pop-rock ed ottiene un successo strepitoso con il brano Che idea, famoso per un falsetto che più falsetto non si può.


Vi ricorda qualcuno?

lunedì 1 marzo 2010

Una compilation di poesie

(foto da internet)




Ancora reduci da Sanremo, ci imbattiamo in un altro mini Sanremo, senza principi, né fischi né orchestrali che lanciano spartiti.
Attenzione, però, perché anche in questo caso ci sono ex festivalieri, un tenore e qualche figlioccio dei talent show. Ma i testi cantati sono le poesie dei sommi poeti della letteratura italiana, che, come avete potuto constatare nel post di venerdì scorso, non figurano tra i personaggi più amati dagli italiani.


Si chiama «Musica e Parole. 10 in Poesia» ed è una compilation di dieci pezzi forti della letteratura italiana in versi, trasferiti su melodie inedite, e trasformati in altrettante canzoni incise su cd.
Meno male che non c'è il televoto, visto che il tutto si fa a scopo didattico. L'iniziativa, infatti, è patrocinata dal Ministero per l’Istruzione: il cofanetto comprende un libretto con testo e note biografiche dell’autore, più una base musicale per esercitarsi, proprio come al karaoke. E dal prossimo settembre verrà distribuito in 70.000 copie ai ragazzi delle scuole medie di sei regioni: Piemonte, Lombardia, Lazio, Abruzzo, Puglia e Sicilia. Farà parte del programma di studio. Con la speranza che appassioni alla poesia la generazione degli sms.







(foto da internet)





Nella speciale Top ten ci sono: Pianto antico di Giosuè Carducci (interpretata dall’attore Danilo Brugia e Idaelena), X agosto di Giovanni Pascoli (interprete Antonino ex di Amici), I pastori di Gabriele D’Annunzio (tenore Piero Mazzocchetti), L’infinito di Giacomo Leopardi (canta Rossana Casale), Meriggiare pallido e assorto di Eugenio Montale (interprete Mario Venuti), Uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo (canta Mario Lavezzi), Città vecchia di Umberto Saba (interpretata da Dennis Fantina, star di Saranno Famosi e Notti sul Ghiaccio), Gabbiani di Vincenzo Cardarelli (canta Ivana Spagna), La madre di Giuseppe Ungaretti (interprete Iva Zanicchi) e A Zacinto di Ugo Foscolo (Elisa Rossi da X factor e l'attore Giuseppe Zeno.



(foto da internet)





Fin qui solo un po' di perplessità, ma giacché molti poeti importanti sono quasi sconosciuti, si potrebbe vedere come un tentativo di avvicinare personaggi di spicco della letteratura a un pubblico giovanile, che conosce ben poco della cultura del proprio paese. Ma è giusto musicare tutto? Allora continuiamo a leggere la notizia. L’idea è venuta al produttore teatrale torinese Alfredo Orofino, e udite udite, le musiche sono di Loriana Lana, famosa, perché paroliera ufficiale del premier. Infatti con il cavaliere ha scritto a quattro mani Tempo di Rumba e altre hit del prossimo cd presidenziale in duo con il fido Apicella, in uscita a marzo.
«Il ministero ci ha dato un contributo di 60 mila euro, al resto penseranno gli sponsor», spiega Orofino, che dedica l’opera ad Alda Merini...
Cosa ne penserebbe la poetessa???