mercoledì 30 aprile 2008

Vita di merda (Vie de merde)


(foto da internet)


Spopola in questi giorni sul web un sito francese il cui titolo è tutto un programma: Vie de merde, vita di merda, appunto. Il sottotitolo potrebbe esser questo: racconta la tua disgrazia online.
E' una specie di confessionale, o di divano dello psicanalista, che consente agli internauti di scrivere le loro frustazioni, le paure, le figuracce e quant'altro. Forse non è tutto vero ciò che vi si scrive, ma, per dirla con Javier Marías, solo quello che non si è vissuto può esser raccontato; comunqueinventate o meno tutte le storie hanno un comun denominatore: la difficoltà del vivere.
Circa 40.000 messaggi sono stati recapitati in questa specie di casella postale web. Il sito è stato suddiviso in sei sezioni: amore, lavoro, salute, soldi, sesso e inclassificabile.
La parte del leone la fanno, guarda caso, le sezioni, dedicate al sesso e all'amore.
Eccone un esempio:
"Oggi, dopo una lunga serie di esami, ho scoperto di essere sterile. La mia compagna è incinta di due gemelli. Penso che ho qualcosa da chiederle".
Il sito funzione nel più puro stile web 2.0: i messaggi vengono votati dagli utenti in una specie di hite parade della disgrazia altrui.
Vi proponiamo un giochetto: scriveteci, firmando con la voce Anonimo i vostri commmenti, storie vere (o inventate) su qualcosa che vi sia successo.

(foto: Il Corriere della sera)

Iniziamo noi con una frustrazione fresca fresca da inserire nella sezione inclassificabile:

Dopo la vittoria di Berlusconi, non mi sarei mai aspettato che il signor Alemanno diventasse sindaco di Roma e di vedere i tassisti e le bandiere con le croci celtiche a fargli da coro.

Ohhh, ci sentiamo meglio!!

Per chiudere, vi auguriamo un buon primo maggio e vi annunciamo che prenderemo qualche giorno di vacanza: torneremo online lunedì 5 maggio!

martedì 29 aprile 2008

All'insegna della comicità

(foto da internet)



Il 28 aprile 1956 arrivò in Italia il cabaret: dopo varie polemiche la censura permise che lo spettacolo del Lido di Parigi approdasse al teatro Le Maschere di Milano. Questa forma di spettacolo che combinava teatro, canzone, commedia e danza, in Italia, con il tempo, ha mutato il significato originario di puro intrattenimento per essere associato alla recitazione comica. E il cabarettista è diventato, così, sinonimo di attore comico.



(foto da internet)



In tema di cabaret, ieri sera si è aperto il sipario della comicità. In seconda serata, su Canale 5, è tornato il laboratorio comico Zelig Off, che punta sui giovani selezionati nelle «botteghe» della comicità sparse per l’Italia. Sul palco del cabaret saliranno le nuove leve, quelle che si sono fatte notare nelle “botteghe” di tutta Italia -una ventina circa sparse da nord a sud- e quelle che gli autori hanno dapprima scoperto e poi fatto crescere, fino al primo passo verso il debutto davanti alla platea televisiva. Quindi, anche in questa stagione, il cast sarà composto in gran parte da debuttanti. Gli artisti provengono, secondo tradizione, dai laboratori di tutta Italia e si presentano con nuovi personaggi e testi inediti, portando ciascuno la propria esperienza del comico ma con l'inconfondibile impronta di Zelig.


(foto da internet)


È sempre nel tempio del cabaret che si sperimentano nuovi personaggi, anche quelli dei comici già famosi e rodati. «I comici che ami sono cresciuti su questo palco. Anche quelli che amerai», è la scritta che appare nel video di presentazione del programma. «Siamo un po’ il Real Madrid, cioè il meglio - scherzano Gino & Michele - e un po’ l’Ajax, una squadra che fa crescere le nuove leve». Sono partiti proprio da Zelig Off molti dei comici che hanno poi popolato in televisione: da Kalabrugovich a Giacobazzi, a Niba.
In questo programma sono sbocciati Gigi&Ross (le finte Iene); qui si è formata quella corrente filosofico-metropolitana raffigurata da Kalabrugovich, idolo di grandi e piccini. Qui Claudio Bisio ha vestito per la prima volta i panni (e la chioma) del tronista Claudiano, circondato dalle pretendenti Katia eValeria.

La lista è lunghissima, perché, sembra che tutto cominci con Zelig!

lunedì 28 aprile 2008

Immagini bizzarre


(foto da Worth 1000)

Un'immagine vale più di mille parole. Su questo vecchio adagio due grafici americani hanno realizzato Worth 1000, sito web specializzato in sfide basate sulla manipolazione delle immagini. Il sito è subito diventato una visita obbligata per milioni di internauti che periodicamente partecipano ai bandi di gara che Worth 1000 lancia ai naviganti. I temi possono essere tra i più disparati come "alterate le immagini di personaggi famosi facendoli assomigliare a dei manga", o magari a degli zombi. Oppure "create una chimera assemblando non meno di tre animali diversi" e così via. Ad incoronare i vincitori ci pensano gli utenti con i loro voti.

Ora vi mostriamo le sfide che ci sono sembrate più divertenti:



Oppure politici vestiti da drag queen. E a proposito di politici, a quanti di voi piacerebbe fare un fotomontaggio con una foto del Cavaliere? Come lo immaginate, in veste da drag queen o in un quadro? Se preferite la seconda possibilità, in quale dipinto famoso lo inserireste?

domenica 27 aprile 2008

Antonio Albanese

(foto da internet)


Ricordate la voce del Grande Topo nel film La gabbianella e il gatto (vedi>>) di Enzo d'Alò? Ebbene era di Antonio Albanese, un comico che ha raggiunto in questi anni una grande notorietà.
Albanese è di origine siciliana ed ha studiato presso la Civica Scuola d'Arte Drammatica di Milano, diplomandosi nel 1991.
Ha debuttato come attore di cabaret al teatro Zelig di Milano. Ha fatto il suo esordio nel cinema, nel 1993, nel film di Silvio Soldini Un'anima divisa in due, accanto a Fabrizio Bentivoglio.
In teatro ha riscosso un grande successo con gli spettacoli Concerto apocalittico per Grilli, Margherite, Blatta e Orchestra.
Nel cinema ha anche lavorato con Carlo Mazzacurati in Vesna va veloce (1996, vedi>>), La lingua del santo (2000, vedi>>) e La giusta distanza (2007, vedi>>).
E' stato diretto dai fratelli Taviani in Tu ridi (1998) e per la regia di Pupi Avati e ha interpretato, accanto a Katia Ricciarelli, La seconda notte di nozze (2005), e agli ordini di Giovanni Veronesi ha recitato in Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi (2007, vedi>>).

In tv ha avuto grande successo con lo spettacolo condotto dalla Gialappa's band Mai dire Lunedì.


(foto da internet)

In questi anni Albanese ha fatto conoscere al grande pubblico personaggi quali Pier Peter (vedi>>), uno strampalato economista gay innamorato del calciatore del Milan, Gennaro Gattuso, il filosofo cocainomane Mino Martinelli (vedi>>), il cui motto è tutto tutto niente niente, il Sommelier -un grande esperto che dice solo banalità sui vini (vedi>>)- e, forse il piú famoso fra le sue creazioni, Cetto La Qualunque, un politico calabrese depravato e corrotto il cui programma cchiu' pilu pi' tutti (Più donne per tutti!) e gli avverbi inventati infattamente e comunquamente sono diventati dei veri e propri tormentoni nazionali (vedi>>).

Buon divertimento!

sabato 26 aprile 2008

Cappotto di legno

(foto da internet)

In questa strana Italia della nuova era berlusconiana che cavalca alla grande il tema dell’insicurezza, c’è un altro tema di cui, invece, l’agenda politica e quella dei media fanno finta di non vedere: le mafie. Perciò, in questa carestia, è notizia importante che l’autore di Gomorra, Roberto Saviano, sia stato ospite del programma televisivo, Annozero, lo scorso giovedì 24 aprile. Una puntata senza ospiti politici ma con storie raccapriccianti e la presenza insieme a Roberto Saviano del procuratore antimafia di Napoli.
In questa occasione è stata presentata una canzone degli Almamegretta, su un’idea nata da Saviano, dal titolo Cappotto di legno, scritta dal compositore Ezio Bosso.
La voce degli Almamegretta è grato a Saviano «a noi ragazzi napoletani Gomorra ci ha liberato e ridato la voce». Con il suo libro e la sua testimonianza ha dato coraggio a chi, sin da ragazzino, non poteva neanche pensare di nominare i camorristi, come se anche i muri avessero orecchi.

(foto da internet)
«Vorrei essere un rapper per descrivere la realtà che vivo, racconterei di questa mia assurda condizione, canterei di quest’isolotto dove sono venuto in vacanza, perché è l’unico posto in cui mi sia permesso di vivere senza la scorta». Il desiderio espresso la scorsa estate da Roberto Saviano al rapper di Scampia Lucariello, una delle voci del gruppo napoletano, ora è diventato realtà. Il cappotto di legno è l’immagine usata nel gergo camorristico per indicare la bara, un’immagine che qui viene però usata per descrivere una sensazione di costrizione e insieme di tragica attesa. Ma tutto accade nel modo più crudo tra i tanti possibili, perché nel testo di Cappotto di legno si descrive l’omicidio dell’autore di Gomorra per mano di un camorrista.
«Cappotto di legno prima delle botte in petto»!

venerdì 25 aprile 2008

Caso fortuito o pubblicità?

(foto da internet)



L’anteprima della fiction Mediaset, Aldo Moro, il presidente, in onda a maggio su Canale 5, presentata in anteprima a Roma il 23 aprile, è stata disertata dai parenti di Moro e delle cinque vittime della scorta. Giovanni Ricci, figlio dell’autista morto durante l’agguato ha denunciato lo “scandaloso sfruttamento mediatico”, in quanto la visione privata si è improvvisamente trasformata in un vernissage con le autorità.

La Taodue film aveva contattato i familiari delle vittime ai primi di marzo ed era arrivata ad un accordo con loro: proiezione privata il 25 o il 26 marzo e “nessuna pubblicità, per schivare eventuali strumentalizzazioni politiche”. Il desiderio delle famiglie, però, non è stato esaudito: si sono visti recapitare a casa un invito all’iniziativa del 23 dalla Fondazione della Camera de Deputati, giusto quello che desideravano evitare: un evento pubblico, sotto i riflettori dei media.



La presa di posizione delle famiglie è pubblica, grazie ad una lettera messa a disposizione dell'agenzia di stampa Apcom. La missiva è firmata dai figli e dalla moglie dello statista ucciso dalle Brigate rosse, ed a nome dei cinque agenti della scorta uccisi il 16 marzo del ’78, Maria Rocchetti, Ileana Lattanti, Adriana Zizzi, Angelo Rivera, Ciro e Vincenzo Iozzino.



LA LETTERA DEI FAMILIARI



In occasione della prossima giornata della memoria per le "Vittime del Terrorismo" noi familiari dell’onorevole Aldo Moro e familiari dei caduti della sua scorta tutti, inviamo questa lettera ufficiale affinché la pubblica opinione possa venire a conoscenza dei fatti che si sono sviluppati intorno alla presentazione, prevista per oggi 23 aprile, della fiction "Aldo Moro, il Presidente". Premettiamo che già molto prima del 16 marzo scorso, in occasione del trentennale della "Strage di via Fani" siamo stati contattati dalla Taodue Film per una visione privata ed in anteprima, di una sintesi della fiction sopra citata da tenersi alla fine del marzo». «Avevamo solamente richiesto, come unica condizione per essere tutti presenti, l’intimità dell’evento, anche perché in periodo di elezioni e per tutelare la nostra privacy e conseguentemente non sottoporla ad eventuali strumentalizzazioni politiche, nel pieno rispetto della memoria dei nostri cari che hanno sacrificato la loro vita per il bene del nostro amato Paese. Ma da marzo, questa presentazione "veniva spostata ad aprile, tra varie giustificazioni presentate dalla segreteria di produzione della fiction, sino a che alcuni giorni or sono ci è giunto un invito della "Fondazione della Camera dei Deputati" in cui l’attuale Presidente Pier Ferdinando Casini ci invitava all’iniziativa, da lui promossa, per la presentazione della fiction stessa (sicuramente all’oscuro di quanto già da mesi prima deciso). Non sappiamo quale funzionario di tale fondazione poi, in maniera arrogante e non qualificandosi, si sia a noi rivolto per farci comprendere come la nostra presenza non avrebbe fatto la differenza e che, la data del 23 aprile era inderogabile (come se sino ad oggi avessimo sempre cercato le luci della ribalta)». «Di tutta questa vicenda - conclude la missiva - ci rimane solamente l’amaro in bocca di essere stati "usati" solo a fini pubblicitari, quando l’intento iniziale, in maniera lodevole, era stato quello di dare una visione privata senza giornalisti e senza rappresentanti politici, un gesto di accortezza nei nostri confronti. Ma evidentemente, quanto da noi sofferto, la memoria dei nostri cari trucidati, il loro sacrificio per l’Italia, non è bastato a far comprendere le nostre ragioni di riservatezza e rispetto per la nostra intimità, venduti evidentemente, in nome di uno share o di una pubblicità che oggi purtroppo fanno tendenza e, rappresentano, l’essenza unica della nostra vita sociale, parafrasando Orson Welles da ’Quarto (Quinto) Potere". Grazie Taodue film!.



(foto da internet)




Pietro Valsecchi, produttore del film, ribatte con amarezza che la visione privata è saltata per ragioni tecniche, dato che il film è stato ultimato più tardi del previsto.

E voi cosa ne pensate: si tratta di un caso fortuito o di un espediente pubblicitario?

giovedì 24 aprile 2008

V day (II) del 25 aprile









Il 25 aprile è, per il nostro popolo, una data importante. Si commemora, infatti, la liberazione dal regime fascista (leggi il post che una blogger italiana -Merinica- ha dedicato ad un'allieva della Eoi d'Esplugues sull'argomento).

Domani, in numerose piazze d'Italia, si terrà il Vday (II), legato anche alla festa della liberazione. L'iniziativa viene promossa da Beppe Grillo e si articola su tre punti.
I cittadini italiani potranno dirigersi a degli appositi banchetti, sparsi in 400 città italiane, per richiedere un'informazione più libera e indipendente.





    Vday


Con questa iniziativa si vogliono abolire i finanziamenti pubblici all'editoria -un enorme spreco per le casse dello stato pari circa a un miliardo di euro all'anno- che consente ai grandi partiti e ai poteri forti di controllare, di fatto, l'informazione.
Un altro punto è l'abolizione dell'albo dei giornalisti, un'istituzione promossa da Mussolini, ancora vigente nel nostro paese, e che consente ai soli iscritti all'albo di poter esercitare questa professione.
L'ultimo punto prevede l'abrogazione della cosiddetta legge Gasparri, legge che regola l'assegnazione delle frequenze televisive, dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale.
Ci chiediamo: in un paese democratico il presidente del consiglio può controllare, da adesso, sei reti su sette?

mercoledì 23 aprile 2008

Un pianeta in affanno

(foto da internet)



Ti sembra che vada tutto storto? Proprio così, per questo il mondo ti chiede di darti un tono.
Ieri, 22 aprile si è celebrato l’Earth Day, la giornata mondiale della Terra. I canali National Geographic Channel, Fox, Adventure One e National Geographic Channel HD, hanno trasmesso, per tutta la giornata, una serie di programmi e documentari che hanno puntato l’attenzione sulle tantissime ricchezze del nostro pianeta oggi a rischio.





L’Earth Day fu celebrato, la prima volta, il 22 aprile 1970, per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Nel non tanto lontano 22 aprile 1970, infatti, venti milioni di americani si mobilitarono per una dimostrazione a favore della salvaguardia dell’ambiente: da allora il 22 aprile è diventato l’Earth Day, un evento internazionale, oggi celebrato in 174 Paesi del mondo, che ha come scopo la sensibilizzazione del pubblico sui temi della conservazione dell’ambiente. Nato come movimento universitario, nel tempo, l'Earth Day, è divenuto un avvenimento educativo ed informativo.





I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare i problemi ambientali del pianeta: l'inquinamento dell'aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili.




All’insegna della campagna “Datti un tono” è stat creato http://www.howgreenareyou.it/, per saperne di più sui rischi che corre il mondo e per migliorare la propria coscienza ambientalista. Il sito presenta numerosi consigli pratici, per utilizzare efficacemente, senza inutili sprechi, gli oggetti a nostra disposizione: dalla carta alla plastica ai trasporti. Senza dimenticare le schede di risparmio firmate da Legambiente su acqua, elettricità, rifiuti. Una serie di suggerimenti, facili da seguire, che permettono a ciascuno di noi di vivere giorno per giorno in maniera responsabile e veramente eco-sostenibile.


Concentra l’energia in gesti intelligenti!!!

martedì 22 aprile 2008

Di ostriche e di mitili


(foto da internet)

Sul mar Jonio si affaccia il golfo di Taranto, chiamato dai tarantini Mar Piccolo. Questo mare è particolarmente adatto all’allevamento di ostriche e di mitili, sia per la temperatura relativamente calda, costante sopra i 22º C, delle sue acque nel periodo che va dalla primavera all’autunno, sia per il giusto grado di salinità delle acque.



(foto da internet)

Già Plinio andava in visibilio per i banchi di mitili della zona e lodava le ostriche di Taranto che, per la maggior parte, finivano sulle ricche tavole dei patrizi romani. Sotto l’imperatore Trajano la città sul golfo venne nominata centro ufficiale di mitilicoltura e di ostricoltura. Con la caduta dell’Impero Romano, l’interesse per i pregiati frutti di mare scomparì, fino all’arrivo di Ferdinando IV di Borbone che fece rimettere in funzione gli impianti di allevamento abbandonati, per far sì che le cucine di corte avessero sempre ostriche e mitili a disposizione.

(foto da internet)

Le ostriche e le cozze, come vengono chiamati i mitili nel sud d’Italia, sono un cibo molto apprezzato in tutto il Meridione in generale ed in Puglia in particolare, dove si gustano spesso crude, ma non solo: numerosissime sono le ricette della gastronomia pugliese in cui sono presenti questi gustosi molluschi. Noi oggi vorremmo proporvene due: riso, patate e cozze e ostriche alla tarantina. Tentate di farle, ma non dimenticate di scriverci com’è andata!

Ma non fate come la compagna di Emilio Solfrizzi, per carità!



lunedì 21 aprile 2008

Il Brunello taroccato?


(foto da internet)

Dopo la mozzarella di bufala, scoppia in Italia il caso del Brunello taroccato: una grande truffa ai danni del miglior made in Italy. Da un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza sembra, infatti, che quasi il 9% del celeberrimo vino sia completamente irregolare.
Com'è noto il Brunello di Montalcino è uno dei vini più famosi al mondo. Pressoché sconosciuto al di fuori della zona di produzione e di una ristretta cerchia di intenditori sino alla metà degli anni '60, è divenuto sempre più conosciuto fino a diventare il più quotato vino italiano di qualità. Nell'annata 1975, ad esempio, furono imbottigliate circa 800.000 bottiglie da circa 25 aziende, mentre nell'annata 1995 ne sono state imbottigliate circa 3.500.000 da circa 120 aziende.
Questi numeri fanno comprendere la preziosità di questo vino, ricercato per le tavole più raffinate di tutto il mondo. Le ragioni del fenomeno vanno ricercate nelle obiettive qualità organolettiche del vino, nella rotondità ed armonia del gusto , negli intensi profumi e nelle grandi possibilità di evoluzione con l'invecchiamento.
Il Brunello di Montalcino è prodotto esclusivamente con uva Sangiovese secondo le norme di un severo disciplinare che, oltre a fissare limiti di resa ad ettaro, periodo di invecchiamento, caratteristiche del prodotto, stabilisce che prima della commercializzazione, il vino sia sottoposto all'esame di un'apposita commissione per il riconoscimento dei requisiti di particolare pregio per potersi fregiare della Denominazione di origine controllata e garantita, secondo i seguenti parametri:
Zona di produzione: Comune di Montalcino
Vitigno: Sangiovese
Resa massima dell'uva: 80 quintali per ettaro
Resa dell'uva in vino: 68%
Affinamento in legno obbligatorio: 2 anni in rovere
Affinamento in bottiglia obbligatorio: 4 mesi (6 mesi per il tipo Riserva)
Colore: rosso rubino intenso tendente al granato per l'invecchiamento
Odore: profumo caratteristico ed intenso
Sapore: asciutto, caldo, un po' tannico, robusto ed armonico
Gradazione alcolica minima: 12,5% Vol.
Acidità totale minima: 5 g/lt
Estratto secco netto minimo: 24 g/lt
Imbottigliamento: può essere effettuato solo nella zona di produzione
Immissione al consumo: dopo 5 anni dall'anno della vendemmia (6 anni per il tipo Riserva)
Confezionamento: il Brunello di Montalcino può essere posto in commercio solo se confezionato in bottiglie di forma bordolese.


(foto da internet)

Secondo le inchieste svolte dalla Procura della Repubblica di Siena, quasi il 40% del vino prodotto con il prestigioso marchio, dell’annata 2003, non potrebbe utilizzare né il marchio, né il nome. Perché? Perché i produttori avrebbero mischiato l’uva di qualità Sangiovese doc ad altre qualità quali il Merlot, il Cabernet Sauvignon, il Syrah. Con questi vitigni si sarebbe prodotto circa il 20% del prodotto finale.
Ma perché i produttori avrebbero agito in questa maniera? In primo luogo la scarsa quantità di Sangiovese per far fronte alla grande domanda e in secondo luogo il palato del consumatore USA che preferirebbe un bouquet più addolcito e più morbido, rispetto al gusto robusto del Brunello doc.
Risultato? Quattro grosse imprese indagate, migliaia di bottiglie bloccate ed ettari di terreno sotto sequestro.
L’Unione Europea ha già chiesto lumi sulla faccenda alle autorità italiane. Ma il danno d’immagine per la nostra economia, dopo il colpo della mozzarella di bufala, è gravissimo (vedi>>).
Il prossimo giro sarà per il parmigiano??

domenica 20 aprile 2008

Se mi lasci non vale

(foto da internet)
Che fareste se per una cerimonia importante dovreste spostarvi in un paese straniero e il destino vi giocherebbe uno scherzetto un po’ biricchino, ovvero si “smarriscono” le vostre valigie?
Non sappiamo se vi è mai capitato, ma, per esperienza fatta, vi possiamo assicurare che la frustrazione, l’indignazione e tanti altri sentimenti di rabbia prenderanno il sopravvento, ma, poi, l’impotenza di fronte a una tale situazione vi farà diventare fatalisti, visto che, dopo tanto dannarsi, la rassegnazione vincerà, e concluderete: l’arrivo dei bagagli è come una roulette!

(foto da internet)
Almeno così si suppone che reagisce alla beffa chi l’ha vissuta in prima persona.
Ma... udite udite cos'è successo in Inghilterra! Uno spensierato promesso sposo si è visto quasi rovinare i suoi piani di matrimonio "alternativo" (la coppia aveva deciso di convolare a nozze a Pisa), perché la compagnia aerea aveva perso il bagaglio con il suo vestito, quello del testimone di nozze e perfino quello della sposa.
Il passeggero-vittima, da scanzonato è diventato adirato, anzi adiratissimo, e ha deciso di vendicarsi scrivendo un irriverente rap, The Terminal 5 Song, con tanto di esilarante video di accompagnamento girato in segreto nel nuovo Terminal 5 di Heathrow, costato 4,3 miliardi di sterline e dalla cui inaugurazione ha conosciuto ogni genere di problemi (ritardi cronici e migliaia di bagagli smarriti). Nel video il 29enne Tim Soong (un elettricista di Kennington) e l’amico Andy Baynes mettono alla berlina non solo il faraonico scalo, ma la stessa British Airways, colpevole di aver negato loro il risarcimento per il danno subito nel novembre del 2006.

(foto da internet)
In realtà, tutti gli abiti sono arrivati giusto in tempo per la cerimonia, ma il rinfresco ha richiesto costi aggiuntivi, che Soong si aspettava venissero pagati dalla compagnia. «Quando sono tornato in Inghilterra – ha raccontato al Daily Telegraphho fatto subito richiesta di risarcimento e loro avevano accettato di rifondermi il costo dei voli e dell’hotel a Pisa. Ma poi non ho più sentito nulla, fatta eccezione per un sondaggio nel quale mi chiedevano il mio livello di soddisfazione nei confronti del loro servizio clienti dopo la soluzione della mia denuncia. Ho fatto presente che non c’era stata alcuna soluzione e da allora non ho più sentito nulla». Da qui, la rappresaglia in chiave rap, con il video che è diventato subito un hit sul web, mentre la canzone, che sarà presto un singolo, è trasmessa continuamente alla radio.
Il video segue di poche settimane «Terminal Panic», il gioco online inventato dalla T-Enterprise di Glasgow e dedicato al bistrattato Terminal 5 di Heathrow, nel quale si vede Willie Walsh, amministratore delegato di British Airways, che tenta di caricare le valigie sul nastro trasportatore senza farsi colpire dal carrello. Non appena viene beccato, infatti, i bagagli scompaiono!!!

Ma, non vi scandalizzate, perché non è un’esclusiva inglese! E in Italia, mentre il Premier sembra guardare alla Russia per la crisi Alitalia, guardate cosa succede con i bagagli a Fiumicino e Malpensa!

sabato 19 aprile 2008

Agli italiani piacciono bionde, e a voi?

(foto da internet)

I primi a berla furono i Sumeri, seguiti in ordine cronologico dagli Assiro-Babilonesi, dagli Egizi, dagli Ateniesi, dai Romani; molto apprezzata anche dai popoli germanici e celti, la birra si diffuse con la caduta dell’Impero Romano, diventando il simbolo della cultura britannica. Oggi è la bevanda-alimento più diffusa e apprezzata nel mondo. La parola italiana birra deriva dal tedesco bier, che ne indica la provenienza: infatti ha la stessa radice del celtico brace, che indicava una specie di cereale (la scandella) e il malto usati per la fabbricazione della birra. Invece la parola in italiano antico "cervogia" e quella spagnola "cerveza" indicano il colore scuro della birra d’orzo, derivando tale nome dalla radice indoeuropea per “animale con corna, cervo” dal colore ambra scuro simile a quello della bevanda.

Gli italiani di oggi, però, non amano la scura cervogia: per loro la birra è essenzialmente bionda. Preparata utilizzando quattro elementi base: acqua, malto (o altri cereali come l’orzo), luppolo e lievito, impiegati in proporzioni e modalità diverse, la birra è una bevanda fermentata, moderatamente alcolica, a base di cereali (il più usato è l'orzo) e aromatizzata col luppolo.

Ma guai a pensare che una birra valga l’altra: ogni piatto vuole la sua birra! E non solo, una birra va bevuta seguendo una serie di regole ben precise:

  • il vetro è il materiale più adatto a servire la birra;
  • le birre a bassa fermentazione prediligono bicchieri stretti e slanciati, mentre le birre ad alta fermentazione richiedono invece bicchieri dai bordi leggermente svasati;
  • il bicchiere, lavato e ben sciacquato prima di ogni bevuta, va bagnato con acqua fredda prima di versare la birra;
  • la temperatura ideale per bere una birra è tanto più alta quanto più la birra è corposa e alcolica: 4-8 gradi per le birre chiare, 11-12 gradi per le ambrate ed aromatiche, fino ad arrivare ai 15-16 gradi per le birre più alcoliche, scure e corpose.
  • per percepire appieno il gusto della birra, occorre dapprima versare con lentezza, tenendo leggermente inclinato il bicchiere fino a riempirlo per tre quarti. Poi si raddrizza e si versa la birra più velocemente, per far sviluppare la giusta quantità di schiuma.


Se preferite un esempio pratico, seguite l'esempio dello sceriffo!

venerdì 18 aprile 2008

Elezioni e tic



(Foto Ivan Marcialis)


Passate le elezioni, torniamo alla (quasi) normalità. Vi proponiamo una serie di video girati "dietro alle quinte" in campagna elettorale e dei siti interessanti.
Cominciamo dalle quinte elettorali.


Il primo video che vi presentiamo è quello di Pierferdinando Casini, leader dell'Udc. Prima del comizio tenutosi a Nardò, il nostro si reca al bar del paese, chiede un cannolo, lo vuota con perizia e mentre i notabili gli parlano, Casini, per dirla con Montalbano, si sbafa la crema!






Il secondo è quello dedicato a Fausto Bertinotti. Il nostro -non era ancora fuori dal parlamento- deve recitare una specie di spot ma non riesce ad imparare il testo a memoria.






L'ultimo è dedicato a Silvio Berlusconi. Sapete cosa fa prima di un comizio? No?! Guardate il video!







Passiamo ai siti. Alcuni nostri lettori ci hanno inviato delle proposte interessanti:

a) Vivere Valencia, un blog dedicato agli italiani che vogliono conoscere la città del Turia. Ha un interessante forum nella sidebar.
b) Corso di italiano avanzato, gestito da Elsa, una nostra collega di Malaga.
c) Un poco de italiano, che vuol essere "un punto di incontro tra lo spagnolo e l'italiano".
d) Testes de italiano, un sito brasiliano con numerosi esercizi grammaticali.


Per finire vogliamo fare le nostre congratulazioni a Jordi, webmaster di Impariamo l'italiano vincitore del primo premio al concorso di informatica Ciutat de Lleida con una sezione del suo blog!

Vi lasciamo con una chicca: il video di tre giovani italiani che sta spopolando nel web. S'intitola Grazie italiani! Scusa mamma!






Buon divertimento!

giovedì 17 aprile 2008

Paese che vai insulto che trovi

(foto da internet)




Nulla è casuale: l’insulto è uno specchio della nostra cultura. Il celeberrimo scontro - prima verbale e poi fisico - tra Zidane e Materazzi nel corso della finale della Coppa del Mondo di Germania è stato oggetto di un accurato studio sociologico sulle volgarità del mondo occidentale, i cui risultati sono pubblicati dall' ”International Journal of Intercultural Relations”.
A nessun italiano ha meravigliato l’insulto di di Materazzi alla madre e alla sorella del rivale (anzi, forse, hanno stupito di più i fiumi di parole che ha generato), ma sì è stata considerata spropositata la reazione del campione franco-algerino (la famosa testata al petto punita con l'espulsione).
Scontro di culture: l’offesa che chiama in causa gli affetti familiari (il più delle volte femminili), è tipicamente italiana. Se in Italia è accolta con una normale indignazione, all’estero non è automatico che sortisca lo stesso effetto.

Lo studio, coordinato dal professore olandese Jan Pieter Van Oudenhoven e realizzato in dieci università europee e degli Stati Uniti, raccoglie le testimonianze di quasi tremila studenti di undici paesi. Testimonianze sotto forma di volgarità, espresse a ruota libera e commentate, per essere poi catalogate per paese e per categorie. Il risultato: una lista infinita di dodicimila insulti, che i ricercatori hanno diviso in sedici grandi gruppi. Ce n'è per tutti i gusti (o per ogni tipo di cattivo gusto). Dall’italiano imbecille allo spagnolo cabrón, dall'inglese asshole al francese putain.





(foto da internet)



Conclusione: quando state per mandare qualcuno a quel paese, sappiate che niente di quello che direte è mai lasciato al caso. Ogni mostruosità che esce dalla bocca, per quanto aberrante, ha una sua ragion d'essere. In realtà dietro ogni insulto c'è un pezzo di storia della società che lo produce. Gli italiani, pare, siano il popolo del “vaffanculo”, (per concludere a gesti: quello di Alberto Sordi nei Vitelloni (1953) –regia di Federico Fellini), per un’accentuata tendenza a fare con insistenza riferimento agli organi genitali e ai rapporti sessuali, frutto di una cultura centrata sulla mascolinità e la virilità, comune a tutti i paesi mediterranei. Indovinate che cosa ha detto Totti all'arbitro?
Nei paesi latini, la mancanza di educazione è tema ricorrente, così come lo sono i riferimenti agli handicap fisici. Anche se quel che è certo è che essere donna mette almeno in parte al riparo dagli insulti: questione di buona creanza, regola non scritta dell'educazione. Ma la regola non vale per la Germania e la Croazia. Qui è vero il contrario: le donne ricevono più insulti degli uomini. C’è una differenza notevole tra gli insulti pronunciati dai due sessi. Le donne attribuiscono un valore speciale all'intelligenza umana, tanto che, nel 52 per cento dei casi, profferiscono insulti corrispondenti alle parole, italiane, idiota o stupido. Termini, questi, utilizzati invece solo dal 30 per cento degli uomini, ossessionati piuttosto dalle caratteristiche fisiche della persona oggetto dei propri apprezzamenti.





(foto da internet)





L’Italia degli insulti: ha un'incorreggibile tendenza a riferirsi agli organi genitali e all'atto sessuale, con luride digressioni sugli escrementi e la parte del corpo dalla quale vengono espulsi. Pensa di vivere circondati da persone affette da seri disturbi mentali, minorati fisici e impotenti sessuali.
E gli unici insulti che non rientrano nei costumi nazionali sono quelli legati alla mancanza d'igiene e alle malattie e i riferimenti satanici.


P.S.: Fare le corna non è solo un gesto di scaramanzia. Non fategliele mai a un italiano, maschio, se siete al volante. L’offeso potrebbe fermare la sua automobile, scendere e dirvene di tutti i colori (se siete donne, se siete uomini è meglio non pensarci!!!)

mercoledì 16 aprile 2008

Retrospettiva di Zurlini a Valenza

(foto da internet)

L’IVAC, in collaborazione con la Cineteca Nazionale di Bologna, Cinecittà e lo Studio Luce, presenta una retrospettiva del regista e sceneggiatore italiano Valerio Zurlini.

Gli spettatori valenzani potranno ammirare sei film diretti da Zurlino: Le ragazze di San Frediano, Estate violenta (guarda il video), La ragazza con la valigia (guarda il video), Cronaca familiare, Le soldatesse, Seduto alla sua destra, La prima notte di quiete (guarda il video) e Il deserto dei tartari (guarda il video).

Si proietteranno anche la maggior parte dei cortometraggi che il regista post-neorealista girò all’inizio della sua carriera cinematografica come Pugilatori, Il mercato delle facce, Il blues della domenica, Serenata da un soldo, Soldati in città e La stazione.


(foto da internet)

Noi vi consigliamo in particolar modo tre lungometraggi: Estate violenta, appassionata storia d'amore ambientata verso la fine della seconda guerra mondiale, la cui proiezione fu proibita in Spagna perché ritenuta eccessivamente radicale; La ragazza con la valigia, descrizione introspettiva dell'idillio di un ragazzo e una ballerina; e, infine, Cronaca familiare magistrale trasposizione di rara bellezza di un testo dello scrittore neorealista Vasco Pratolini.

Se volete leggere il programma, cliccate qui.


martedì 15 aprile 2008

Non ci resta che piangere!


(foto da internet)

Non ci resta che piangere è il titolo di un film di Benigni e Troisi ma possiamo utilizzarlo oggi per descrivere quel che sta succedendo in Italia. A quest'ora, con i due terzi dei voti per il Senato già scrutati, la destra ha il 47% e il Pd piú L'Italia dei valori si attestano attorno al 39%.

Alla Camera, con quasi il 50% dei voti scrutati, la destra è al 44,9% e il Pd piú il partito di Di Pietro raggiungono a stento il 38,2%.

Governerà, per 5 anni, Berlusconi (III). La Lega Nord avrà un peso maggiore nella coalizione di destra. Le parole comunisti, socialisti e pacifisti spariranno dal parlamento italiano; né la Sinistra Arcobaleno, né i socialisti di Boselli raggiungono il quorum. E' davvero la fine di un'epoca.


lunedì 14 aprile 2008

Aspettando il risultato delle elezioni

L’opera buffa della politica italiana è sotto gli occhi di tutti, anche se la convergenza di fatti e di simboli -dalla spazzatura di Napoli alla agitazione per la mozzarella, dalla rivelazione dello stato di profonda corruzione sistemica e para mafiosa affiorata con Mani Pulite alla preoccupazione per l'agonia della settima economia mondiale incapace di reagire- ha cambiato i toni e ha stancato sia gli italiani che gli stranieri.
Sole e nuvole si alternano in questo week-end di aprile, altalenante tra l’inverno e la primavera. E, mentre aspettiamo l’esito delle elezioni, riflettiamo sullo stato d’animo degli elettori.
In realtà la preoccupazione maggiore di molti guarda al dopo elezioni: quale che sia l'esito, vinca l'uno o l'altro dei due principali competitori, si teme che dalle urne non esca una netta vittoria e di conseguenza un governo più affannato a durare che capace di affrontare i problemi di fondo che incombono sull'Italia, sull'Europa e sul mondo intero.
Il candidato Walter Veltroni ha condotto una campagna elettorale misurata e responsabile, senza toni di rissa, senza attacchi scomposti all’avversario, innovativa ed equilibrata sugli impegni assunti con gli elettori. Durerà questo clima anche dopo? Il pareggio elettorale non ci sarà, o vince uno o vince l'altro. Ma al Senato questa regola vale di meno. Può accadere che uno vinca con una maggioranza relativa e non assoluta. Oppure con una maggioranza di pochissimi voti come lo è stato per Prodi. Tuttavia chi vince anche per un solo voto dovrà governare perché questa è la regola in democrazia. L'esperienza dei due anni passati, durante i quali l'opposizione di centrodestra non ha fatto altro che puntare sulla “spallata” per sgominare l'esile maggioranza di Prodi al Senato pesa giustamente nel ricordo di quanti seguono con attenzione le vicende della politica.

Berlusconi non ha il senso della misura, gli piace strafare. Non rispetta nessuna regola perché le regole le fa solo lui. L’ultimo atto della sua campagna elettorale, venerdì sera: pochi minuti alla mezzanotte. Matrix, cioè casa sua, Canale 5, conduttore Enrico Mentana. Prima di lui aveva parlato Veltroni pacato e raziocinante. Quando è arrivato il suo turno, Berlusconi ha mostrato i denti e la rabbia. Fin qui niente di speciale, l’assurdo è venuto dopo quando il suo show era terminato, Mentana aveva dichiarato chiusa la trasmissione e aveva cominciato ad illustrare il modo di votare correttamente con davanti un tabellone che riportava un facsimile di scheda elettorale. Il cavaliere era sempre nello studio, ma fuoricampo. A un certo punto, nello stupore generale, è rientrato in campo, si è sostituito a Mentana ed ha indicato lui il modo di mettere la crocetta sulle schede. Prima che accadesse, Mentana ha chiamato la pubblicità e il vergognoso spettacolo è stato oscurato. La conclusione sarebbe quello che ha scritto l'Economist: Berlusconi è inadatto a governare una nazione, è “unfit”. Metà degli italiani la pensano esattamente allo stesso modo.

Il popolo, sovrano, deciderà!

domenica 13 aprile 2008

Esami per la certificazione di italiano L2 a Valenza

(foto da internet)

L’UNIVERSITA’ PER STRANIERI DI PERUGIA è la più antica e prestigiosa istituzione italiana nell’attività di ricerca e insegnamento dell’italiano L2, rilascia certificati linguistici dal 1987 ed è stata la prima istituzione italiana ad aver operato nel settore della certificazione della conoscenza dell’italiano L2.

IL CENTRO PER LA VALUTAZIONE E LA CERTIFICAZIONE LINGUISTICA è responsabile dell’elaborazione, produzione e rilascio dei certificati CELI, per l’italiano generale e CIC per l’italiano commerciale, nonché di un continuo processo di ricerca e sviluppo per garantire alti standard di qualità e aderenza ai bisogni dei candidati.

I CERTIFICATI LINGUISTICI dell’Università per Stranieri di Perugia sono strettamente collegati in termini di capacità di saper fare e di approccio teorico-metodologico al Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue del Consiglio d’Europa.

Sono aperte le iscrizioni per la sessione del 23 giugno di questi esami nella sede dell'Università di Valenza. Se volete saperne di più, cliccate qui.

sabato 12 aprile 2008

Cento di questi giorni, caro Fantozzi!

(foto da internet)

Si è svolta alcuni giorni fa, presso il teatro Carlo Felice di Genova, una festa per i 75 anni di Paolo Villaggio. Il titolo della serata: Chi viene a voi adesso? è una citazione della battuta con cui, 40 anni fa, nel lontano 1968, l'attore genovese esordiva in televisione con il personaggio del terribile professor Kranz, primo di una serie fortunata di maschere comiche con cui Villaggio ha fatto onore alla grande tradizione della commedia italiana.

Tanti gli ospiti invitati: gli amici dell'adolescenza, i compagni di scuola del mitico liceo D'Oria, come l'ex presidente della Fiat Paolo Fresco o il fratello gemello di Paolo, Piero Villaggio, gli amici del cinema, come Mario Monicelli. E per finire gli amici dello spettacolo: Gino Paoli – che ha suonato e cantato per l'amico Villaggio-, ma anche Renzo Arbore, Jerry Calà e Massimo Boldi.

(foto da internet)

Vorremmo festeggiare il suo compleanno, presentandovi una piccola infarinatura della sua arte:

a) il personaggio di Giandomenico Fracchia, creato nel 1968. Fracchia è l'immagine dell'italiano medio e dell'impiegato sottomesso. Celeberrima è la poltrona-sacco su cui Fracchia si accasciava alla presenza del capo del personale della ditta presso cui lavorava (vedi>>);

b) il ragionier Fantozzi (il personaggio che diede grande notorietà all'attore genovese), uomo mediocre sul quale si abbattono tutte le sciagure possibili. Villaggio creò, con questa maschera, un linguaggio particolare che tuttavia resiste nel nostro immaginario collettivo: le espressioni Com'è umano, Lei!, alla fantozzi (dicesi di una cosa nata male o finita male) e gli aggettivi fantozziano, megagalattico, ecc. (vedi>>);

c) il professor Krantz, personaggio creato anch'esso nel 1968: un mago tedesco che aggrediva il pubblico e lo coinvolgeva in improbabili trucchi e giochi di prestigio (vedi>>);

d) Villaggio scrisse, con Fabrizio De André, i testi delle canzoni Il fannullone (ascolta>> / leggi>>) e Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers (ascolta>> / leggi>>).


Tanti auguri, Fantozzi!

venerdì 11 aprile 2008

Due storie d'amore romane

(foto da internet)


Poche città hanno il vanto di essere titoli di film o di canzoni. Roma, caput mundi, è una di quelle città che non lascia indifferenti nessuno. E nella vita degli artisti romani, soprattutto cinquantenni, spesso, è una costante, un punto di riferimento obbligato.

Vi proponiamo due artisti romani che hanno una bella storia d’amore con la capitale, un amore assolutamente reciproco.




(foto da internet)


Antonello Venditti ha immortalato nelle canzoni il suo sentimento verso la città. La settimana scorsa il cantautore ha proposto un concerto pieno d’energia, trascinante, con due dozzine di brani vecchi e nuovi, a Roma, a casa. Sul palcoscenico un paio di sorprese: la presenza di un vecchio amico, il regista e attore Carlo Verdone, che ha suonato tre brani alla batteria (Comunisti al sole, Benvenuto in Paradiso e In questo mondo di ladri), e quella del collega Claudio Baglioni, con il quale a fine serata si è esibito in un duetto su Roma capoccia.
E proprio Venditti, da cittadino tifoso, ha scritto anche l’inno della squadra di calcio della Roma.


(foto da internet)

L’altro romano d’eccezione è l’attore Carlo Verdone, il quale ha da sempre portato sullo schermo una tenerezza bonacciona, e spesso, infantile delle maschere della quotidianità romanesca, che ripropone, in chiave più matura, nel suo ultimo film Grande, Rosso e Verdone. Verdone è l'inventore di un bestiario romano: da Un sacco bello (1980), a Bianco, rosso e verdone (1981), Borotalco (1982), Acqua e sapone (1983) e Troppo forte (1986) l’attore ha sempre sfruttato la sua comicità camaleontica per costruire un repertorio di tipizzazioni feroci ma mai volgari, spesso legate al dialetto romano. Ha cercato una regia composta abbandonando i suoi stereoteotipi con L'amore è eterno finché dura e Il mio miglior nemico. Da burino romano è evoluto verso una più neutra commedia all'italiana, una svolta anche anagrafica, con una maschera nuova da cinquantenne: un italiano più integrato ed esportabile sul mercato europeo. Un’ambizione, però, che sembra svanire con Grande, grosso e verdone, che ripropone il passato televisivo e cinematografico del regista romano. Come Un sacco bello, Bianco rosso e verdone e Viaggi di nozze, l'ultima e vana fatica di Verdone ha una struttura a episodi: il mammone imbranato, il professore pedante e il coatto di borgata.

Per concludere, vi proponiamo due canzoni dedicate alla città eterna, in romanesco: Roma nun fà la stupida stasera (leggete il testo) e Arrivederci Roma (leggete il testo)!

Buon ascolto!