Non ci credete?
E allora visitate questo curioso sito e ascoltateli!
Se volete colorare qualche "animale", cliccate qui e se volete controllare le vostre conoscenze in modo divertente, questo è il gioco che fa per voi.
Provate a incrociare l'epoca e i temi de La meglio gioventù - gli anni Sessanta e Settanta, due fratelli che si ritrovano su opposte barricate esistenziali e politiche - con la leggerezza e il disincanto della migliore commedia all'italiana. Mescolate bene i due elementi, spruzzateci su lo stile ironico e vitalistico del regista Daniele Luchetti, aggiungete un bel cast capitanato dal divo sfonda-botteghini, Riccardo Scamarcio, e dal talentuoso emergente del momento, Elio Germano. Mettete come ciliegina sulla torta un titolo accattivante, che è quello di un brano cult di Rino Gaetano... ed ecco a voi Mio fratello è figlio unico, dal 20 aprile nelle nostre sale (leggi l'articolo>>).
In occasione dei quarant’anni dalla scomparsa (15 aprile 1967), la Festa del Cinema di Roma ha voluto rendere omaggio a Totò con la mostra “Un principe chiamato Totò”. La prossima edizione della Festa Internazionale, che avrà luogo dal 18 al 27 ottobre 2007, dedicherà una retrospettiva speciale al principe Antonio de Curtis di Bisanzio.
La mostra, curata da Diana de Curtis, nipote dell’artista, e da Gianni Lichetta, ripercorre secondo un criterio cronologico l’itinerario artistico e vitale dell'attore napoletano.
Liliana de Curtis descrive così la mostra dedicata a suo padre:
Una mostra per dar voce a lui, Totò, e per ascoltare le voci che hanno riempito la sua vita, le voci e le testimonianze colme di emozione di chi lo ha conosciuto come uomo o di chi soltanto ne conosce le vesti di attore (...) Un atto d'amore, verso mio padre, verso Totò, verso i suoi amici e verso i suoi ammiratori.
In mostra i contratti, gli autografi, le lettere d'amore, il vestiario di scena, le locandine di film, gli album di foto, i documenti, le targhe ed i premi, i manoscritti delle canzoni e delle poesie, le foto - anche quelle meno viste – dell’artista. Il percorso si articola in 16 sezioni, tre delle quali raccontano rispettivamente: Totò attraverso il tratto grafico di Federico Fellini; Totò e Pier Paolo Pasolini; Totò ed il grande amico Aldo Fabrizi.
Vi proponiamo la visione di alcuni spezzoni di film protagonizzati dal grande Totò:
Uccellacci e uccellini, Dov’è la libertà, Totò contro i quattro, Chi si ferma è perduto, Siamo uomini o caporali?, Totò, Peppino e i fuorilegge, La banda degli onesti, Miseria e nobiltà, Totò, Peppino e la malafemmina, Totò, lascia o raddoppia?
Buon divertimento!
(Foto da Internet)
La storia della polenta è molto antica e già nell’epoca romana era chiamata con un nome molto simile all’attuale: pultem. Ciò viene testimoniato da Marco Apicio nel suo De Re Coquinaria dove distingue la puls punica, fatta con farina, formaggio fresco, miele e uova, dalle pultes julianae, le polente friulane e venete con la spelta o il panico, con l’aggiunta di olio o latte, formaggio e sughi di carne. Ma fu solo dopo la scoperta dell’America e quindi del mais che il biniomio polenta e mais divenne indissolubile.
Il nuovo cereale, chiamato granoturco a causa del fatto che nel primo ‘500 tutto ciò che era straniero veniva definito “turco”, risolse i problemi di fame e miseria che subiva il Friuli Venezia Giulia.
Ben presto la polenta diventò il piatto preferito non solo nel Friuli e nel Veneto, ma anche in tutta l'Italia settentrionale e risolse enormi problemi alimentari della popolazione povera, tanto che l'eccessivo ed esclusivo consumo di questo cibo portò in Europa la pellagra.
Per fortuna oggi questo pericolo è scongiurato, grazie ad un’alimentazione moderna ed equilibrata, e la polenta non solo continua ad occupare un posto di rilievo nella gastronomia italiana ma è molto apprezzata anche all'estero, dove è considerata una vera prelibatezza.
Si tratta di dipinti che mettono in evidenza gli elementi italiani e fiamminghi nel ricco panorama pittorico di Valencia dalla fine del ‘300 alla metà del ‘500. Riconoscibili nei più antichi gli influssi senesi nelle tavole della fine del '300 e segni di maestri importanti come il fiorentino Gherardo Starnina, che visse a Valencia dal 1395 al 1401. La citta' ospitava in quel periodo una colonia di mercanti fiorentini, soprattutto di tessuti, e sono molte le analogie tra i modelli tessili ricorrenti nelle pitture toscane e valenciane di quell'epoca. Sono esposte importanti opere di artisti rappresentativi come Llorenç Saragossà, Gonçal Peris, Jaume Mateu, Joan Reixarch, Bartolomé Bermelo, il Maestro de Artés, Vicent Macip e suo figlio Joan de Joanes, nonché gli Hernandos, Fernando Llanos e Fernando Yánez, che lavorarono a Firenze accanto a Leonardo prima del loro soggiorno a Valencia per l’esecuzione dei dipinti del retablo maggiore della cattedrale.
Per l’occasione vengono esposte anche alcune opere italiane del Museo delle Belle Arti, come un’Incoronazione della Vergine del pittore del Maestro del San Pietro di San Simone, una Madonna con Bambino di Antoniazzo Romano, una Madonna col Bambino di Giovanni Pietro Rizzoli, alias il Giampetrino e una Madonna col Bambino di Andrea del Sarto.
La mostra rientra nel quadro dei 25 anni del gemellaggio fra la Provincia di Firenze e Valencia.
(Foto da Internet)
L'orchestra viaggia senza strumenti perché li acquista la mattina nel mercato della città dove si esibirà. La verdura preferita da questi musicisti è quella non biologica, dalla quale, a quanto pare, si ottiene una migliore sonorità. Il pomeriggio è dedicato alla lavorazione degli strumenti che vengono scolpiti, tagliati e accordati affinché la sera, durante il concerto, suonino al meglio.
Tra i brani in repertorio canzoni dei Kraftwerk o addirittura la marcia di Radetzky. I generi vanno dalla house alla dance, passando per l'elettronica, il free jazz, il noise, il dub ma anche brani di musica classica. Il finale di serata coinvolge pubblico e artisti: la Vegetable Orchestra offrirà al suo pubblico una bella zuppa di verdure, perché anche il palato vuole la sua parte. Per ascoltare qualche brano della band, cliccate qui>>.
(Foto da Internet)Adesso è possibile ammirare da vicino alcune opere del geniale pittore dal 31 marzo al 22 luglio al Museo Statale di Arte Medioevale e Moderna di Arezzo e anche a Sansepolcro e a Monterchi.
Il titolo della mostra: PIERO DELLA FRANCESCA E LE CORTI ITALIANE.
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