domenica 31 dicembre 2006

Capodanno

La celebrazione di Capodanno è la più antica festa di cui vi sia traccia, iniziarono i Babilonesi a festeggiarlo 4000 anni fa. L’anno babilonese iniziava in corrispondenza della prima Luna Nuova dopo l’equinozio di primavera.

I Celti invece, seguendo un calendario agricolo legato al ciclo delle stagioni, festeggiavano il Capodanno esattamente nella notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre, per celebrare il periodo dell’anno in cui la terra ha dato i suoi frutti e si prepara all’inverno.

Per arrivare al Capodanno attuale, in inverno, bisogna risalire agli antichi Romani che all’inizio celebravano l’anno nel tardo marzo, sulla scia della tradizione orientale; ma il loro calendario era continuamente manomesso dai vari imperatori, per cui si scelse di sincronizzarlo con il sole. Giulio Cesare, nel 46 a.C., creò quello che ancora oggi è conosciuto come il “calendario Giuliano” che stabiliva che l’anno nuovo iniziasse il primo gennaio.

Il 1º giorno dell’anno i Romani invitavano a pranzo gli amici e si scambiavano un vaso con miele, datteri e fichi, accompagnato da ramoscelli d’alloro, come augurio di fortuna e felicità. I rametti benauguranti venivano staccati da un bosco della via sacra a una dea di origine sabina: Strenia, dea dei doni (portatrice di fortuna e felicità, da cui “strena” = “presagio fortunato”). Ecco l’origine della strenna!

Per salutare l’anno vecchio che se ne va e per festeggiare 12 nuovi mesi che arrivano, ci sono tante tradizioni che si tramandano da anni. Se le portate del cenone cambiano da regione a regione, alcuni elementi invece sono comuni a tutte le regioni italiane:

  • Le lenticchie simboleggiano l’abbondanza ed il denaro; ogni lenticchia è una moneta, quindi più ne mangeremo e più soldi avremo!
  • Anche l’uva propizia secondo la tradizione l'arrivo di molti denari, infatti è diffuso in tutt'Italia il proverbio "chi mangia l'uva per Capodanno conta i quattrini tutto l'anno".
  • L'usanza di appendere del vischio sulle porte delle abitazioni italiane ci è stata tramandata dai Druidi che gli attribuivano il potere di scacciare gli spiriti cattivi dalla casa.
  • In quasi tutti i dolci che si consumano in questo periodo compaiono l’uva passa e le mandorle, ingredienti che avevano a che fare con il buon augurio, simbolo la prima, come già detto, del denaro, le altre del nucleo familiare e della fecondità.
  • A proposito dell’indossare qualcosa di rosso sembra derivi dalle antiche usanze cinesi che, nelle feste tradizionali, sono ancora soliti appendere alle porte di casa degli striscioni augurali rossi, il colore del matrimonio, della gioia, della felicità.
  • Il rito di gettare via oggetti vecchi, rotti o inservibili simboleggia invece il desiderio di scacciare le negatività, così come quello di sparare colpi d'arma da fuoco o fuochi d'artificio servirebbe a fare chiasso per allontanare gli spiriti maligni.
  • Il primo dell’anno, secondo la tradizione, non bisogna uscire mai di casa con le tasche vuote, così facendo l’anno che inizia non sarà magro.

E per finire, una filastrocca di buon augurio per l’anno nuovo.

(Foto da www.romaviva.com)


sabato 30 dicembre 2006

Vedrai un papa nuovo ogni giorno


All’improvviso ci rendiamo conto che sono gli ultimi giorni dell’anno, e...oddio...non abbiamo ancora il calendario dell’anno che verrà. Il calendario è, ormai, il nostro punto di riferimento intoccabile, la nostra agenda fotografica, personalizzata con la nostra scrittura, che ci ricorda le nostre attività quotidiane, così come i compleanni, gli onomastici, ed altre ricorrenze per noi importanti.
Corriamo a comprarne uno...ma quale? E’ una vera e propria sfida. C’è ne sono per tutti i gusti e di tutti i colori: dallo storico calendario della
Pirelli alle crezioni più o meno amatoriali: le stelle e le veline del mondo dello spettacolo fanno di tutto per farsi immortalare ed entrare nelle nostre case.
Ma...tra tanti vip, fotomodelle, attrici... sapete chi vince in Italia la sfida dei calendari del 2007? Molti italiani hanno scelto il calendario della solidarietà del settimanale
Famiglia Cristiana, che quest’anno ha un testimonial d’eccezione, niente poco di meno che il Papa Benedetto XVI. Per la prima volta anche un papa si presta all'operazione calendario, ma per finalità benefiche, dal titolo Insieme: un anno con il Papa. Infatti, la scorsa estate Benedetto XVI ha permesso che il fotografo Giancarlo Giuliani rimanesse un'intera giornata con lui a Castel Gandolfo, durante la quale ha «posato» nei vari ambienti della residenza estiva.
Altro che papa tradizionalista: dopo il look
casual e griffato, (ricordate i mocassini rossi della esclusiva marca Prada?) adesso, con il calendario, è la volta del papa-fotomodello. Che ve ne pare?

(Foto del calendario Insieme)

venerdì 29 dicembre 2006

Umbria Jazz Winter

Umbria Jazz Winter va in scena ad Orvieto, come ogni anno dal 1993. Dal 28 dicembre al 1º gennaio 2007 questa bella città umbra celebra in questo modo l’avvicinarsi del Capodanno: cinque giorni di musica, cultura ed eventi fino a tarda notte, in cui i grandi rappresentanti del jazz italiano ed internazionale si esibiranno in una delle più suggestive piazze d’Italia. Jazz, ma non solo. Orvieto ospita anche diverse espressioni musicali quali la musica nera o blues, gospel, swing e rithm & blues: una parte del programma rivolta ai non specialisti, ma non per questo qualitativamente inferiore.

Una proposta molto interessante avrà luogo sabato 30 dicembre al Teatro Mancinelli: si intitola “Uomini in frac” ed è dedicata a Domenico Modugno, il primo cantautore italiano, autore della canzone “Vecchio frac”, che dà il titolo allo spettacolo, nonché della famosissima “Nel blu dipinto di blu”. Gli interpreti che partecipano al progetto sono Peppe Servillo e Giovanni Lindo Ferretti (cantanti), Danilo Rea (pianista), Fausto Mesolella (chitarrista), Javier Girotto (sax e clarinetto), Gianluca Petrella (trombone) e Furio Di Castri (contrabbasso).

Che ne dite? Vi piacerebbe trascorrere la notte di San Silvestro ad Orvieto?

giovedì 28 dicembre 2006

VIVERE IN ITALIA



Il Sole 24 ore ha stilato una classifica che premia la città italiana in cui si vive meglio. Ha vinto Siena.

Il confronto fra le province italiane è basato sui dati relativi a 36 parametri raggruppati in sei macro aree. Siena è seguita da Trieste (vincitrice nel 2005), Bolzano e Trento. Milano è quinta, ma prima per euro in banca pro capite.

La posizione di retroguardia tocca a Catania, preceduta da tre città pugliesi: Taranto, Bari e Foggia.

Ottima la prestazione della Toscana, che è la regione più rappresentata ai vertici, con anche Firenze e Grosseto rispettivamente ottava e decima. Premiata decisamente anche la regione del Trentino Alto-Adige (Bolzano terza e Trento quarta). Bene anche l'Emilia Romagna, con Bologna quinta e Ravenna settima. Roma è ventitreesima (meno quattro posti rispetto all'anno scorso), Napoli perde sette posti e scende alla novantaseiesima posizione. Ancora una volta il Sud è assente dalle prime posizioni.

Oltre a primeggiare nelle sei macro-categorie prese in esame (tenore di vita, affari e lavoro, servizi ambiente e salute, ordine pubblico, popolazione e tempo libero), Siena vince anche nel sondaggio realizzato da IPR Marketing sulla percezione dei problemi da parte dei residenti.

La città del Palio è anche quella dove più persone vorrebbero vivere, dopo Firenze e Roma.

Nella classifica stilata dal quotidiano finanziario, Milano è in testa per euro in banca pro capite: 25.689. Bologna è la città con il minor tasso di disoccupazione, al 2,7 per cento, mentre il minor numero di borseggi e scippi si registra a Isernia: 8,93 ogni 100mila abitanti.
All'estremo opposto, fra le peggiori performance, c'è Palermo, con sole 7,7 imprese ogni 100 abitanti.

La palma in negativo per divorzi e separazioni spetta a Lodi (96,48 ogni 10mila abitanti).

E Crotone è la città con meno cinema in assoluto: 0,58 per 100mila abitanti. Siena è premiata per l'offerta culturale, per le numerose opere avviate in tema di edilizia, trasporti e scienza.

E' percepita come un luogo sicuro, dalla diffusa prosperità economica, molto allettante: è infatti terza come "città ideale".

Ben diversa la posizione di Catania, bocciata dagli abitanti su lavoro e criminalità. La città siciliana sconta anche i problemi della giustizia e non va meglio nel settore imprenditoriale: l'indice di crescita delle imprese è alto e sono molte le opere avviate, ma ci si divide sulla loro valenza strategica. Per questo e per il record negativo sull'ecologia, ottiene la maglia nera.

(tratto da La Repubblica. Foto da Internet)

mercoledì 27 dicembre 2006

Una settimana bianca diversa


Natale con i tuoi è sacrosanto..., ma nei giorni successivi, per coloro che hanno la fortuna di godere delle vacanze natalizie, si pensa a una meta vacanziera da raggiungere. Dove andare? Al mare o in montagna? Adesso si è indecisi, ma prima, e parliamo solo di pochi anni fa, chi viaggiava in questo periodo dell’anno lo faceva solo per recarsi in montagna e poter così godere della settimana bianca. Oggigiorno, invece, non è così scontato: spesso si preferiscono mete esotiche, al caldo, anche perché, con il fatidico effetto serra, non è detto che d’inverno nevichi abbondantemente da poter garantire una pista innevata. Poi c’è sempre qualche menagramo che parla di una stagione senza neve... Perciò le stazioni sciistiche italiane si stanno attrezzando per offrire alternative allo sci. La regione del Trentino-Alto Adige, in Italia, posto sciistico per antonomasia, infatti, si sta adoperando per costruire un sistema di accoglienza che possa soddisfare le esigenze di qualsiasi tipo di turista. Seguendo i consigli della rivista Panorama vi proponiamo alcune idee interessanti.
E persino la snob, ma allo stesso tempo classica, Cortina d’Ampezzo, in Veneto, paradido dello sci e capitale dell'eleganza alpina, offre numerose alternative alla discesa e al fondo. Ad esempio, le ciaspole, come sono chiamate in dialetto le racchette da neve, le ampezzane ciaspes, raccolgono sempre più successo e sono il naturale proseguimento dell'escursionismo estivo. Cortina rappresenta un avacanza alternativa, anche perché la Regina delle Dolomiti esercita un'irresistibile attrazione sugli artisti di tutto il mondo ed è da sempre loro fonte di ispirazione: tra questi De Chirico, Hemingway, Alberto Moravia, Montale etc.
Inoltre la natura di Cortina si è mantenuta integra grazie alle Regole d'Ampezzo, antica istituzione che da mille anni amministra e tutela il patrimonio silvo-pastorale ampezzano. Le Regole d’Ampezzo rappresentano una radicata politica di protezionismo nei confronti del patrimonio della flora e della fauna alpina. Ed anche il Parco delle Dolomiti è stato affidato in gestione alle Regole d'Ampezzo proprio in virtù della specificità delle forme antiche di gestione del patrimonio naturale ampezzano. Le Regole collaborano anche con le attività dell’Union de i ladis de Anpezo, associazione culturale con lo scopo di difendere e valorizzare le tradizioni di Cortina d'Ampezzo e, in particolare, la tutela e lo sviluppo della cultura socio-linguistica legata alla tradizione ladina della valle.
Buon viaggio!
(Foto da skipasscortina.dolomiti.org)

martedì 26 dicembre 2006

Andar per presepi...

Un particolare del presepe di Angelo Marini
(foto Simone Bertelegni)


A Torrazza Coste, in provincia di Pavia, presso la locale parrocchia, il presepista Angelo Marini allestisce da 39 anni presepi e diorami artistici, mai uguali da un anno all’altro. Marini ha per il presepe un amore e una dedizione unici: i primi li realizzava da bambino; ne allestì uno persino nella baracca del lager dove era stato deportato dopo l’armistizio dell’8 settembre, sfruttando figurine di cartone ripescate dalle macerie di un edificio bombardato. Poi venne la formazione artistica vera e propria, grazie all’«Associazione amici del presepe» e a frequenti viaggi-studio a Barcellona per vedere all’opera i presepisti catalani. Oggigiorno per Marini ogni Natale comincia ad aprile, quando nel suo laboratorio inizia la creazione, lenta e laboriosa, della Natività e dei diorami che l’accompagneranno nel mese di dicembre seguente. (leggi l'articolo >>)

(Tratto da
Il corriere della sera)

lunedì 25 dicembre 2006

REGALO DI NATALE

(Beato Angelico. Natività)

Carissimi lettori, che cosa avete trovato sotto l'albero (o accanto al presepe)?

Anche noi vogliamo farvi un piccolo regalo di Natale, anzi due: il primo è una filastrocca (ninna-nanna) natalizia, molto diffusa nell'Italia centrale>>


Canta dentro la capanna
Maria, figlia di Sant'Anna
e guardando il suo bel sole
dice a lui queste parole:
"Dormi, dormi, cuor di mamma,
fai la ninna, fai la nanna!
Dormi, chiudi i lumi santi
quelle stelle fiammeggianti.
Dormi, cuore della mamma,
fai la ninna, fai la nanna!
Vedi, viene dall'Oriente
un corteo tutto splendente:
due re bianchi ed un re moro
e con doni tutti d'oro.
Bacia, bacia la tua mamma:
non più ninna, non più nanna!".


E il secondo è la pastorale piú famosa in Italia: "Tu scendi dalle stelle", interpretata dalla grandissima Renata Scotto.


"Tu scendi dalle stelle" (vedi il testo>>), venne composta dal napoletanissimo santo Alfonso de' Liguori nel 1700.


Buon divertimento e auguri!




domenica 24 dicembre 2006

Vigilia di Natale (?)


Cari lettori, sembra banale dire: oggi è la Vigilia di Natale, il giorno che precede quella che è considerata una delle principali festività del cristianesimo. I messaggi che richiamano all'amore, alla fratellanza e alla bontà, ci giungono da ogni dove e in special modo dalla chiesa cattolica.
Sarebbe ancora più banale chiedersi: ma è proprio così? Ma quel che più colpisce, proprio in queste date, è la posizione del Vicariato di Roma che ha negato i funerali religiosi a Piergiorgio Welby, un uomo coraggioso di cui forse avrete letto le vicissitudini sui giornali spagnoli.
Welby era co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, che da anni si batte per la libertà della ricerca scientifica e per i diritti dei malati.
Era stato colpito da una grave distrofia muscolare che l'aveva costretto a letto da anni, ed era tenuto in vita da un respiratore artificiale.
In questi ultimi mesi aveva deciso di uscire allo scoperto, di mostrare la propria condizione di malato terminale per poter ottenere l'eutanasia.
Aveva dichiarato:


Io amo la vita, (...) Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche.

Aveva chiesto un appiglio ai politici e ai giudici per risolvere il problema da lui sollevato. Né la politica, né la giurisprudenza hanno potuto aiutarlo. Alla fine, un medico anestesista, il dottor Mario Riccio, si è posto al servizio della famiglia Welby e ha provveduto a "staccare la spina" del respiratore artificiale che lo teneva in vita.

I funerali laici di Piergiorgio Welby si sono tenuti stamattina a Roma.

(Vignetta da Le Monde, 24 dicembre 2006)

sabato 23 dicembre 2006

Te piace 'o presepe?

Nel post del 18.12 Cristina ci invitava a prendere partito: albero di natale o presepe? E concludeva, riferendosi al presepe: è il declino di una tradizione? Oggi, ci schieriamo per la tradizione, ovvero per il presepe e ricordiamo la storica battuta della commedia Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo (ricordate Filomena Marturano?): «Tommasì te piace 'o presebbio?» «Nun me piace»,e Lucariello insiste "Il presepe che è una cosa religiosa...", ma il figlio risponde "Si, una cosa religiosa con l'enteroclisma di dietro.. e a me nun me piace, nun me piace e basta!". E’ questo il ritornello di tutta la commedia, battibecco tra padre e figlio, e il presepe punto cruciale della commedia: il presepe contro tutti, e punto di disaccordo della famiglia. Un presepe, a detta di Lucariello, «contrastato in famiglia. Qua non mi capiscono... Io faccio il presepio perché quando avevo i figli piccoli, lo facevo... Sapete, era un'allegrezza... E anche adesso che sono grandi, io ogni anno debbo farlo... Mi sembra di avere sempre i figli miei piccoli... Sapete... anche per religione. È bello fare il presepio... E l'ho fatto senza l'aiuto di nessuno». A noi, invece, il “presepe ci piace” e, oggi 23 dicembre, ci svegliamo infreddoliti e, memori della tradizione, ci viene addirittura voglia di allestirne uno, e vederlo primeggiare in casa tra i vari addobbi natalizi.
Perché una commedia dedicata al presepe? Eduardo seppe cogliere il sentimento che il Natale suscita nel cuore della gente, anche perché era nato in una città in cui tale ricorrenza è sempre stata oggetto di un culto forte, sentito, in maniera forse anche eccessiva, e perciò trovò quasi inevitabile descriverlo. Ovviamente, lo fece a modo suo, da drammaturgo, creando una delle sue commedie più apprezzate e conosciute: Natale in casa Cupiello. L’inizio è geniale; è l’antivigilia di Natale e la scena si apre con la canzone dei Re Magi, elemento cardine di tutta la rappresentazione e collante di tutti e tre gli atti: sono le nove del mattino e Concetta, appena sveglia, invita il marito Luca ad iniziare la giornata e a prendere il caffè. Luca si sveglia sommerso dagli scialli di lana “la casa gelata..” e s’informa: ”Cuncè fa freddo fuori?” Lucariello si tira su dal letto con il volto comicamente avvolto in panni e maglie di lana usati come rimedio contro le rigide temperature dei giorni natalizi; il ritmo è lento come lenti sono i movimenti del coniuge appena sveglio che rassegnato accetta di iniziare una nuova giornata. (Vi proponiamo la scena del primo atto). Poi, la commedia scorre via gradevolissima e senza pause: i problemi di Ninuccia, che litiga col marito e va a sfogarsi dalla madre, le continui liti tra Tommasino e Pasqualino, zio e nipote. Un momento epico è la lettura della letterina di Natale di Nennillo, tipico mammone, viziato e fannullone, che scrive tutti gli anni alla madre per Natale. In questa lettera ha parole buone per tutti... tranne che per zio Pasqualino! ..."mietteme pur'a me int'a lista d'a salute sinò ce ntusscamm 'o Natale......I t'appizz 'a furchetta n'capa oì". La commedia presenta battute grandiose, soprattutto per chi è del sud e meglio comprende i ritmi napoletani. Ma ogni asprezza deve essere messa a tacere, perché è Natale e la famiglia deve riunirsi secondo la tradizione (ma alla parola «riuniamo», che Luca significativamente non riesce a pronunciare, è legato uno dei tanti momenti di comicità irrefrenabile, o come quando il "capitone", pesce, tipico del Natale, fugge persino via dalla finestra). La cerimonia prevede, ogni anno, una piccola e scherzosa processione per recare doni a Concetta, che ha come colonna sonora Tu scendi dalle stelle. Buon Natale !
(Foto da Internet)

venerdì 22 dicembre 2006

URBI ET ORBI


Cari e affezionati lettori, abbiamo deciso di utilizzare la nuova versione di blogger. Troverete alcuni cambiamenti nel nostro blog, ad esempio le etichette (vedi sidebar) che permetteranno un'organizzazione migliore del sito.
Ci auguriamo che il nuovo blog vi piaccia!
Buone feste!

giovedì 21 dicembre 2006

MACCHERONI CON LE NOCI



Mentre vi invitiamo a visitare i blog dei nostri colleghi di Alzira e di Quart di Poblet, nei quali potrete trovare delle informazioni interessanti sulla gastronomia natalizia, vi presentiamo un piatto tipico del Cenone della Vigilia dell'Umbria e della Tuscia: i cosiddetti maccheroni con le noci, un piatto tra i più tradizionali d'Italia, una via di mezzo tra un dolce e una pasta asciutta! Incredibile, ma vero!
Eccovi gli ingredienti per 4 persone:
300 g. di pasta, 70 g. di zucchero, 200 g. di gherigli di noci, 50 g. di cacao amaro (o cioccolata fondente), 70 g. di pane grattugiato, profumo di cannella (una bustina) e un pezzetto di buccia di limone.
(N. B. dosi precise per il condimento non se ne possono dare, dato che ognuno potrà regolarsi secondo i propri gusti, preferendo abbondare con un ingrediente piuttosto che con un altro).
E ora il procedimento:
lessare in acqua salata della pasta (linguine, tagliatelle o spaghetti) e conditeli, appena scolati, con zucchero, cannella, gherigli di noci tritati, buccia di limone grattugiata, pane grattugiato e cacao amaro in polvere. Mescolare bene e lasciar freddare prima di servire.
Come abbiamo detto i maccheroni con le noci rappresentano il piatto più caratteristico della tradizionale natalizia della Tuscia e dell'Umbria. Nel passato venivano consumati come primo piatto, e in alcuni paesi resiste ancora l’usanza di servirli caldi all’inizio del Cenone, ma successivamente sono stati utilizzati, sempre più frequentemente, a fine pasto, insieme con gli altri dolci tipici del Cenone della Vigilia.
Il termine “maccheroni” in questo caso viene usato, come in origine, per identificare qualsiasi tipo di pasta fatta a mano per cui si presume che all’inizio venissero utilizzata un tipo di pasta ricavata da una sfoglia fatto con semplice acqua e farina. In seguito, dopo la comparsa delle paste industriali si è passati a vari tipi di paste secche del commercio (linguine, reginelle o spaghetti).
Buon appetito! E auguri!
(foto da Internet)

mercoledì 20 dicembre 2006

VIGANELLA (ovvero uno sguardo ironico al sole)


Un nostro lettore ci segnala un articolo pubblicato su El País, in cui si narrano le vicissitudini di un paesino sperduto del Piemonte: Viganella (ah, ci piace molto questa partecipazione attiva dei nostri affezionati lettori).
Che cosa succede a Viganella da attirare l'attenzione del famoso quotidiano spagnolo? Ebbene, pensate un po', a Viganella, dall'11 novembre al 2 febbraio non c'è il sole! Impossibile, direte voi! No, possibilissimo, dato che il paese si trova in una valle circondata da alte montagne e il sole, nel periodo sopraccitato, si trova nel suo ciclo più basso ed è sempre nascosto dai monti.
Il sindaco del paese, Pierfranco Midale, di professione ferroviere, ha avuto un'idea geniale: costruire uno specchio gigante affinché -dall'alto del monte Scagiola, a circa 1.100 metri d'altezza- catturi i raggi del sole e li proietti sul paesino, proprio in mezzo alla piazza.
L'inaugurazione ha avuto un grande successo: autorità, con il sindaco in testa, la banda, gli abitanti del paese (185 anime), le televisioni di mezzo mondo (Al Yazira inclusa) e una rappresentazione ufficiale del comune di Huelva gemellato con quello di Viganella, hanno atteso che una bambina di nome Alba (giustamente) accendesse il computer che controlla lo specchio. In pochi istanti un bellissimo raggio di sole ha illuminato la piazza in penombra. L'evento è stato festeggiato con un banchetto, balli e con la degustazione dei prodotti tipici di Huelva.
Gli abitanti di Viganella, la maggior parte pensionati, hanno voluto immortalare lo storico momento con una foto in piazza che ben vale un post: sorriso soddisfatto e occhiali da sole come se fossero ai Caraibi.
Lo specchio chiaramente non inquina e costa relativamente poco: 100.000 euro.
Per chiudere: vi consigliamo di visitare le valli alpine del Piemonte; meritano un viaggio!
Mentre ci fate un pensierino vi offriamo la ricetta di una specialità piemontese: la bagna cauda. Buon appetito!
(Foto: La Repubblica)

martedì 19 dicembre 2006

Il cantante misterioso

(Foto da Internet)

Un nostro affezionato lettore ci segnala un sito, abbracciliberi (vedi post su questo blog), che propone una curiosa iniziativa, regalare abbracci a Natale: i giorni 23, 24 e 25 dedicati al libero abbraccio. Su questo sito si possono vedere dei video girati in diverse città italiane dove alcune persone regalano abbracci a chiunque voglia accettarli; spesso questi video hanno come sottofondo delle canzoni molto suggestive. Una di queste (Milano 2) è piaciuta in particolar modo al nostro lettore e gli piacerebbe sapere chi la canta. Guarda caso, il video di questa canzone è già stato postato su Chiodo schiaccia chiodo, si tratta di Ma il cielo è sempre piu blu di Rino Gaetano. Ascoltatela e diteci se piace anche a voi. Eccovi il testo:


Ma il cielo è sempre più blu

Chi vive in baracca, chi suda il salario,
chi ama l'amore e i sogni di gloria,
chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria.
Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio,
chi vuole l'aumento, chi gioca a Sanremo,
chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno.
Chi ama la zia, chi va a Porta Pia,
chi trova scontato, chi come ha trovato,
na na na na na na na na na.
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh....
Chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo,
chi gioca coi fili chi ha fatto l'indiano,
chi fa il contadino, chi spazza i cortili,
chi ruba, chi lotta, chi ha fatto la spia,
na na na na na na na na na.
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh...
Chi è assunto alla Zecca, chi ha fatto cilecca,
chi ha crisi interiori, chi scava nei cuori,
chi legge la mano, chi regna sovrano,
chi suda, chi lotta, chi mangia una volta,
chi gli manca la casa, chi vive da solo,
chi prende assai poco, chi gioca col fuoco,
chi vive in Calabria, chi vive d'amore,
chi ha fatto la guerra, chi prende i sessanta,
chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro,
na na na na na na na na na.
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu.
Chi è assicurato, chi è stato multato,
chi possiede ed è avuto, chi va in farmacia,
chi è morto di invidia o di gelosia,
chi ha torto o ragione,chi è Napoleone,
chi grida "al ladro!", chi ha l'antifurto,
chi ha fatto un bel quadro, chi scrive sui muri,
chi reagisce d'istinto, chi ha perso, chi ha vinto,
chi mangia una volta,chi vuole l'aumento,
chi cambia la barca felice e contento,
chi come ha trovato, chi tutto sommato,
chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo,
chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo,
chi è stato multato, chi odia i terroni,
chi canta Prévert, chi copia Baglioni,
chi fa il contadino, chi ha fatto la spia,
chi è morto d'invidia o di gelosia,
chi legge la mano, chi vende amuleti,
chi scrive poesie, chi tira le reti,
chi mangia patate, chi beve un bicchiere,
chi solo ogni tanto, chi tutte le sere,
na na na na na na na na na.
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh...
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh...
Chi vive col padre, chi fa la rapina,
chi sposa la Gina, chi ha rotto con tutti,
chi vince a Merano, chi cerca il petrolio,
chi dipinge ad olio, chi chiede un lavoro...
Chi mangia patate, chi beve un bicchiere,
chi fuma un toscano, chi vive cent'anni,
chi ha seguito una strada, chi ha fatto carriera,
chi perde la calma, chi non sembra più lui,
chi lamenta un dolore, chi chiede un lavoro,
chi torna sui passi, chi ha visto Onassis,
chi ha preso un diretto, chi canta in falsetto,
na na na na na na na, na na na na na na na.
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu.
Chi vive in baracca, chi suda il salario,
chi ama l'amore, chi tira al bersaglio,
chi sogna la gloria, chi ha scarsa memoria,
chi gioca a Sanremo, chi va sotto un treno...
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
Ma il cielo è sempre più blu.
chi ama la zia, chi va a Porta Pia
chi come ha provato, chi tutto sommato,
chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo,
chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo,
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
Ma il cielo è sempre più blu.
chi è stato multato, chi odia i terroni,
chi canta Prévert, chi odia Baglioni,
chi fa il contadino, chi ha fatto la spia
chi è morto d'invidia o di gelosia,
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
Ma il cielo è sempre più blu.
chi legge la mano, chi vende amuleti,
chi scrive poesia, chi tira le reti,
chi mangia patate, chi beve un bicchiere,
chi solo ogni tanto, chi tutte le sere,
chi mangia patate, chi beve un bicchiere,
chi solo ogni tanto, chi tutte le sere,
chi mangia una volta, chi vuole l'aumento,
chi cambia la barca felice e contento,
chi ama la zia, chi va a Porta Pia...
chi come ha provato, chi tutto sommato,
chi sogna i milioni, chi gioca d'azzardo,
chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo,
chi è stato multato, chi odia i terroni,
chi canta Prévert, chi odia Baglioni,
chi fa il contadino, chi ha fatto la spia,
chi è morto d'invidia o di gelosia.

(Rino Gaetano)


lunedì 18 dicembre 2006

Presepe o albero di Natale?

(Ghirlandaio: La Natività. Foto da Internet.)

Secondo la leggenda il presepe nasce in Italia: il primo sarebbe infatti stato realizzato da San Francesco nel 1223 a Greccio con persone viventi. Secondo altre fonti, invece, la rappresentazione della "Natività" ebbe origine dalle rappresentazioni liturgiche durante l'ufficio della notte di Natale, da cui San Francesco trasse la sua idea. Uno dei primi presepi stabili fu realizzato nel 1280 da Arnolfo di Cambio ed è conservato, in parte, nella basilica romana di Santa Maria Maggiore.

In ogni caso, si tratta di una tradizione antichissima e si hanno esempi di presepi artistici già in epoca medioevale. Per quel che riguarda invece la popolarità della rappresentazione della nascita di Gesù in Italia, sembra arrivare nella seconda metà del Quattrocento, ma nel Settecento ebbe la sua massima diffusione.

Il presepe era allestito sia da ricchi che da poveri, ognuno secondo le proprie possibilità, ed assumeva caratteristiche e funzioni diverse a seconda della regione. Nel Salento, ad esempio, la notte della vigilia di Natale si illuminava il presepe con delle candele e si spegnevano le luci della casa. Tutti i bambini presenti con delle candele accese in mano muovevano in corteo verso la stanza dove si trovava il presepe, dove il bambino più piccolo adagiava il bambino Gesù nella culla vuota.

Adesso, però, nei grandi magazzini e nelle case degli italiani l’albero di Natale sta soppiantando il presepe. È il declino di una tradizione?

domenica 17 dicembre 2006

Una pasta che non potrai rifiutare


Cosa occorre ad un film per essere un capolavoro? Semplice e complesso: una grande sceneggiatura, un grande regista, un grande cast. E uno splendido romanzo, com’è il caso de Il Padrino di Mario Puzo. Ricordiamo una recensione di Alberto Moravia all’uscita del film, nel 1972, in cui rifletteva che si trattava di un film sulla minoranza italo-americana negli Stati Uniti. E, forse, per la prima volta, il fenomeno della mafia era visto dal punto di vista etnico, senza quelle caratterizzazioni comiche o folcloristiche che si notavano nei film di ambiente italo-americano. Il Padrino è sempre stato considerato un film serio nel quale gli italo-americani erano presi sul serio. E gli italiani, invece, si domandavano, sconcertati e incomprensivi, come mai un paese come l’Italia, di così illustri tradizioni artistiche e culturali, non fosse riuscito a distinguersi negli Stati Uniti se non per la creazione di una cinica e spietata associazione criminale. Il film è un capolavoro perché fornisce un quadro fedelissimo della realtà di quegli anni. E’ un film che non invecchia mai, un film da rivedere allo sfinimento, da gustare quasi come un passito siciliano. Non importa se preferite il romanzo di Mario Puzo o la saga dei film di Francis Ford Coppola, i fedelissimi de Il Padrino lo sapete: in prossimità del Natale, di fronte a un’edicola newyorkese, Michael Corleone scopre che i sicari di Sollozzo hanno segnato, in maniera indelebile, la vita di suo padre: Vito Corleone. Michael telefona a suo fratello Sonny, il quale gli ordina di recarsi alla “casa” della famiglia. Qui Michael, in cucina, incontra il caporegime Clemenza, che gli insegna come fare una pasta per un esercito (sarebbero gli scagnozzi della famiglia).
Clemenza fa la pasta al pomodoro con le polpette, ma noi non siamo né Puzo né Coppola, e non desideriamo la fine di Michael Corleone. Semplicemente vi proponiamo una ricetta che è diventata un piatto “nazionale” italiano per antonomasia: spaghetti aglio, olio e peperoncino. Infatti, nelle prossime feste, capita che la casa si riempie di gente senza preavviso o si esce fino a tarda notte e, morti di fame, prima di coricarci, invece di andare in un bar a prendere un chocolate con churros, suggeriamo ai nostri amici: “Perché non ci facciamo una spaghettata?”, certo a casa di qualcuno. Oppure, se decidete di guardare la saga de Il Padrino, sicuramente, durante le 9 ore di film, vi verrà voglia di fare uno spuntino, e che c'è di meglio di questo piatto semplice ma appetitoso.
(Foto da Internet)

"LA GATTA" in metrò


No, non ha niente a che vedere con la famosa canzone omonima (ascolta>>) di Gino Paoli (vedi post), ma fa furore su internet la studentessa di Padova ripresa in pose sexy sulla linea verde del metrò di Milano.

"La gatta" ha dichiarato: “sono un'artista, voglio stupire chi mi guarda. È stato un modo di scherzare con la sensualità, sedurre è una cosa che piace molto alle donne.”
Lisa l'ha fatto in metrò. Mani sui pali del vagone e lap dance tra i passeggeri.
È apparsa che era quasi mezzanotte. L'hanno vista in pochi. Ma in un paio di giorni è diventata un fenomeno in rete. Migliaia di messaggi, ricerca affannosa di sue notizie. Il personaggio s'è gonfiato, come una leggenda metropolitana con i primi passaggi in Tv. Poi la rivelazione: dietro il fascino misterioso della «gatta» ci sono un progetto televisivo, un gruppo organizzato, un'operazione di marketing.
Pisana, 26 anni, vive a Padova. Studentessa di psicologia e barista «per pagare l'affitto». Qualche apparizione in video, fugace. Qualche servizio fotografico. Lisa è una Sickgirl, gruppo artistico con base a Vicenza che da due anni porta in giro in tutta Italia spettacoli «burlesque», in «equilibrio tra erotismo, arroganza e gioco.
Ecco spiegata la lap dance in metrò:

L'idea del video in metropolitana fa parte di un progetto più ampio — spiegano Mattia e Guido, gli organizzatori — Stiamo creando un programma televisivo di ragazze briose che combinano guai in giro per le città. Invaderemo le strade con la nostra comicità sexy.


Buona fortuna!

(foto: Il Corriere della sera)

sabato 16 dicembre 2006

A proposito della Luisona

(Foto da Internet)

Come avete letto alcuni post fa (vedi post del 10 dicembre), il Luisona day è il giorno del trentesimo compleanno di Bar Sport, grande successo di Stefano Benni. Gli affezionati lettori di quest'opera hanno celebrato il grande giorno e si sono riuniti in Italia e all'estero per far leggere ed ascoltare Stefano Benni. Noi non abbiamo fatto altrettanto, ma vi invitiamo ad ascoltare il brano che ha ispirato tale iniziativa, letto a viva voce dal Lupo in persona. Vi proponiamo due brani: La Luisona, appunto, tratto da Bar Sport, e Bar Peso, da Bar Sport 2000.

Buon divertimento!

venerdì 15 dicembre 2006

ADDIOPIZZO





Vi segnaliamo un'interessante iniziativa dei commercianti palermitani dell'associazione Addiopizzo che, per sostenere la loro causa, hanno deciso di farsi fotografare per un calendario. L'associazione Addiopizzo, attiva da circa tre anni, ha osato sfidare apertamente il racket delle estorsioni mafiose. Le immagini in bianco e nero di 47 di loro scandiranno il 2007 di un volume da tavolo di 24 pagine rilegate con un vermiglione e con copertina in cartoncino.
Il progetto è stato presentato ufficialmente, presso la Galleria Affiche, ieri, 14 dicembre, unitamente a una mostra dei servizi fotografici che resterà esposta sino al 6 gennaio 2007.

"Obiettivo di questa iniziativa è quello di diffondere la conoscenza della realtà quasi triennale di Addiopizzo - afferma una nota - e della campagna 'Contro il pizzo cambia i consumi', volta a sostenere quanti hanno il coraggio di dire no a questa odiosa tassa della mafia".


L'organizzazione non è nuova a iniziative provocatorie. Tre anni fa, in una notte, riempì la città di adesivi listati a lutto in cui si leggeva "Un popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità". Usciti dall'anonimato alcuni mesi dopo le affissioni, i ragazzi di Addiopizzo non sono certo rimasti con le mani in mano. E' loro la campagna 'Contro il racket cambia consumi': una sorta di appello interattivo a commercianti e consumatori; gli uni chiamati a dichiarare di non avere ceduto al ricatto dell'estorsione mafiosa, gli altri a comprare solo da chi non paga il pizzo.

"Volevamo dimostrare visivamente alle persone che ci siamo", spiega Antonella Sgrillo, proprietaria, insieme al marito, del ristorante 'Il mirto e la rosa. "Questo calendario - dice - è un segnale forte che a Palermo si può vivere in modo limpido e che questa città non è solo lo stagno immobile che molti pensano". E la paura di esporsi? "Non ci siamo posti neppure il problema - aggiunge - Anzi tra gli scopi c'era proprio quello di stimolare chi ha il timore di venire fuori".
Il calendario, di cui sono già state stampate 5000 copie, sarà disponibile a partire dal 14 dicembre con un contributo minimo di 10 euro. Per il momento sarà disponibile solo a Palermo, presso la Galleria Affiche e presso i banchetti organizzati dai componenti del Comitato.
(tratto da La Repubblica. Foto da Internet)

giovedì 14 dicembre 2006

Gino Paoli: una bella e lunga storia senza fine

Andreu ci suggerisce di dedicare un post a Gino Paoli e conclude: “Chiedo troppo?” Ovviamente, no. Ma nella realtà non è facile scrivere, senza cadere nella banalità, su Gino Paoli. Nel 1991 un giornalista su l’Espresso, in copertina, dedica un reportage a Giulio Andreotti: "L'amore ai tempi di Andreotti" e l'occhiello a Gino Paoli: "Sorpresa d'agosto. L'Italia del malessere canta Gino Paoli. Perché?" L'autore del reportage era Ferdinando Adornato, che voleva capire perché nell'Italia che cambiava solo due persone non avevano abdicato: Giulio Andreotti nella politica e Gino Paoli. Oltre un decennio dopo, con un ribaltone, Adornato è diventato deputato di Forza Italia, Andreotti vive nell’ombra mentre Paoli è ancora lì in prima fila a dimostrare che ha sette vite, come gli amati gatti che per lui sono gli animali più liberi che ci siano. Gino Paoli appartiene alla storia d’Italia, alla traiettoria degli italici sentimenti e costumi. Tra i suoi tanti primati, può vantare di aver battuto perfino la longevità di Andreotti.
In un paese stravagante qual è l'Italia non è azzardato paragonare Gino Paoli a un politico; infatti il cantautore è stato deputato del Pci dal 1987 al 1992, eletto nella circoscrizione di Napoli: un’attività che ha abbandonato perché la politica politicante non si addiceva a chi dichiara tuttora di non sapere, di avere il dubbio come unica certezza e di preferire che a ogni domanda ne segua un’altra.
Non si contano le generazioni che si sono innamorate, divorziate, riconciliate ed arrabbiate con le sue canzoni. Ha fatto conoscere al pubblico italiano le canzoni di Joan Manuel Serrat, Jacques Brel, Piero Ciampi e Leo Ferré.
Nel libro intervista di Gianni Borgna Una lunga storia d’amore, Gino Paoli si racconta. Il dvd: un filmato della durata di 57 minuti con immagini rare che ripercorrono la sua intera carriera, il cantautore racconta, parla e interpreta le sue canzoni. La vita nel capoluogo ligure, gli amori più importanti, le grandi amicizie con i musicisti della scuola di Genova (De André, Tenco, Lauzi -ricordate il post Bruno Lauzi in memoriam del 30.10.06?-, le passioni civili e quelle politiche, le riflessioni sulla società, sul tempo, sull’«autunno della vita». Un ritratto a tutto tondo da cui scaturiscono aspetti imprevedibili della personalità dell’artista e attraverso il quale si ricostruiscono quarant’anni di storia italiana.
Una canzone di Paoli, la si riconosce subito, per il giro armonico, per la costruzione musicale, e, come no, per le parole che esprimono un immaginario preciso. Nella collana Le voci del tempo, così chiamata, perché intende ripercorrere la storia dell’Italia repubblicana utilizzando le canzoni come strumento di narrazione, il libro dedicato a Paoli si intitola Gino Paoli. Storie da ascoltare (scritto da Marco Peroni e Davide Grossi): attraverso i successi del cantautore si parla di alcuni aspetti che riguardano l’identità profonda dell’Italia del “miracolo” economico. L’artista è quindi visto come una voce narrante in grado di raccontare qualcosa del bel paese. Le canzoni non sono viste solo come arte, bensì anche e soprattutto come documento storico, E secondo gli autori: “… Paoli, cantando, assapora le parole. Non è una voce buona per arredare alla meglio un momento vuoto: […] c’è [...], una vena di follia, di inquietudine malcelata, quasi una riga di acqua fredda nel complesso di un’interpretazione invece calda e appassionata. Qualcosa di non detto, a monte delle parole, a monte della canzone. Un ingrediente che però è un fatto storico: con gli anni Sessanta, la realtà irrompe nella canzone, certo, ma anche nella voce. Agli acuti, ai vibrati, all’impostazione ed anche alla “prestazione” dei cantanti melodici tradizionali si sostituisce l’espressività dei cantautori. Vita che resta attaccata alla voce, sigarette che grattano nelle vocali, inquietudine che detta i tempi alle parole: una persona che canta, prima che un cantante…”.

(Foto dal sito ufficiale di Gino Paoli di Daniele Scaramuzza)

mercoledì 13 dicembre 2006

Santa Lucia

(Foto da Internet)

Oggi, 13 dicembre, è Santa Lucia, secondo la tradizione “il giorno più corto che ci sia”. In molte località italiane e straniere si celebra questo giorno ed in alcune regioni dell’Italia settentrionale la ricorrenza è dedicata ai bambini che ricevono doni dalla Santa la notte fra il 12 ed il 13 dicembre, dopo aver scritto una lettera elencando i regali che vorrebbero ricevere da lei. In cambio dei doni i bambini lasciano del cibo per Santa Lucia, un po’ d’acqua e fieno per l’asinello Tobia e del vino per il suo aiutante Gastaldo. Santa Lucia è anche il nome di una zona del lungomare di Napoli che ha ispirato una ballata romantica, derivata dall’opera italiana del 19º secolo, di cui vi proponiamo due versioni: quella di Enrico Caruso e quella di Mario Lanza.

martedì 12 dicembre 2006

ECCE BOMBO (29 anni dopo)



A quasi trent'anni dalla sua prima proiezione, e in versione restaurata, torna nelle sale Ecce Bombo, il film che diede grande notorietà a Nanni Moretti. La pellicola, presentata in concorso al festival di Cannes nel 1978, è considerata ancora oggi un vero cult, soprattutto per alcune battute che sono rimaste impresse nella memoria collettiva. Ne citiamo una:

"-Ma tu che lavoro fai?"

- "Beh, mi
interesso di cinema, musica, teatro... leggo..."

- "Sì ma concretamente, come
campi?".

-"Mah, giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose..."

Nanni Moretti ha dichiarato più volte che aveva in mente di fare un film drammatico, una riflessione lucida su un'intera generazione. Il titolo doveva essere: "Sono stanco delle uova al tegamino" (leggi l'intervista>>). Ma, alla fine, venne fuori Ecce bombo.
Vi proponiamo uno spezzone del film, in cui un giovanissimo Moretti (nel film Michele Apicella) grida, in un bar, una delle battute memorabili di questo film: "Ve lo meritate Alberto Sordi!"
Buon divertimento!
(Foto da internet)


lunedì 11 dicembre 2006

Little Miss Sunshine

(Foto da Internet)

Vorremmo consigliarvi un film, attualmente nelle sale cinematografiche italiane e spagnole, che ha riscosso un notevole successo a Sundance e a Locarno. Si tratta di Little Miss Sunshine, realizzato con un budget "di produzione indipendente" di circa 8 milioni di dollari e che ha registrato in America 46 milioni di dollari di incassi. Terribilmente divertente ma contemporaneamente amara e triste, questa satira agrodolce è la storia corale "on the road" di una famiglia di perdenti, la famiglia Hoover, che a bordo del loro scassato pulmino Volkswagen accompagna la piccola Olive in California, affinché possa realizzare il sogno della sua vita: partecipare al concorso di bellezza Little Miss Sunshine. Da non perdere la spassosissima scena finale del film (in versione italiana): la performance di Olive al concorso di bellezza.

domenica 10 dicembre 2006

IL LUISONA DAY



Vi sarete già chiesti che diamine sarà mai il Luisona day!? Beh, è il grande giorno dedicato al compleanno (pensate: 30 anni!) del mitico libro Bar Sport di Stefano Benni. L'iniziativa, nata un po' per caso e un po' per gioco, si è allargata a macchia d'olio. Per chi avesse bisogno di rinfrescare la memoria, basterà andare a guardare nella bacheca dei dolci del bar sotto casa, dove le paste sono "ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato". Lì, fra meringhe sciupate e krapfen senza polvere, troneggia senz'altro la pastona bianca e nera con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio; ecco, solo allora sarete in presenza della Luisona. Trent'anni dopo, è sempre là al suo posto. Tanti ne son passati dall'uscita di Bar Sport. Per festeggiare l'evento, i lettori affezionati a Stefano Benni hanno pensato di organizzare appunto il Luisona Day, un po' in tutta Italia e un po' anche nel resto del mondo.
L'idea è nata da quattro o cinque e-mail scambiate fra i frequentatori del
sito dello scrittore, per il trentennale del libro cult, ma soprattutto per festeggiare libri e lettori. Con una quantità di adesioni che hanno superato anche le previsioni più ottimistiche. Allora, tutti i lettori fedeli nei bar, nei teatri, nei circoli, nei pub, nelle piazze, per far leggere, ed ascoltare Stefano Benni, s'intende, ma non solo: in Italia, dunque, ma non solo. Da Sydney (appuntamento al tramonto, a Bondi Beach) a Reggio Calabria (tutti da Federica C., che ha preparato una torta al cioccolato da accompagnare alle letture), da Tokyo (sui gradini di fronte a Tokyu Hands, Yae Sato ha letto una novella della scrittrice Miyuki Miyabe e i Celestini in giapponese), a Casale Monferrato (alle 19.30 tutti al Bar Sport di via Maestra, con letture da Bar Sport, polenta e affettati).
Non basta? da Praga (al bar Hany Bany in via Veleslavinova, lettura di brani scelti da Bar Sport in italiano e in ceco) a Palermo (tutti alla libreria per ragazzi Oliver); da Parigi (è stato letto il regolamento della pallastrada ai "foot de rue" del quartiere) alla Finlandia, alla Colombia, all'Irlanda; dal Veneto, alla Puglia e alle Marche.
Sul sito dello scrittore si lancia una bellissima proposta:
"E se il Luisona Day tornasse ogni anno, magari con un altro nome, come festa dei lettori?". Intanto, "il Lupo (Benni Stefano, of course) commosso vi ringrazia e minaccia altri trent'anni di libri. Viva il Luisona Day, viva chi resiste e si fa le cose da sé!".
Leggete le riflessioni di Stefano Benni sul trentennale di Bar Sport>>.
(tratto da La Repubblica. Foto da internet)

Quattro amici al Bar..., mangiavamo le linguine al pesto


In questo lungo ponte, che avvicina alle vacanze natalizie, leggiamo quasi ovunque innumerevoli proposte di viaggi. Per esempio, ieri (9 dicembre) il quotidiano Repubblica consigliava vari itinerari pre-natalizi per le città italiane, tra cui: per Natale Genova svela i suoi tesori, storia, natura e piaceri della tavola.
Una grande attrazione dell'ex Repubblica marinara, per tutte le età, è sicuramente l'Acquario, dove quest'anno verrà addirittura allestito un presepe sottomarino, infatti dal 15 dicembre nel novero dei presepi si aggiunge anche un'inconsueta scena della natività: in una delle vasche della sala dei cilindri i visitatori potranno ammirare una grotta ricreata ad hoc per l'occasione. La vera novità è per i più giovani: la struttura marina dell'Expò ha ideato dal 29 dicembre in poi la "Notte con gli squali" dedicata ai ragazzi dai 7 ai 13 anni. Dotati di sacco a pelo, pigiama e spazzolino e quant'altro possa essere utile per dormire fuori casa, verranno accolti dal personale dell'Acquario che li porterà, a impianto di illuminazione spento, a scrutare i comportamenti dei pesci. La serata si concluderà davanti alla vasca degli squali con l'emozione di addormentarsi guardando questi affascinanti predatori.
Per l'acquolina in bocca: Sapori al Ducale in Piazza Matteotti, in pieno centro storico. La piazza si trasformerà in una golosa mappa del gusto con prodotti tipici liguri: vino, distillati, formaggi freschi, olio, salumi, conserve, focaccia e, ovviamente il mitico pesto. Una vera e propria sfida dei cinque sensi, profumi colori, sapori, dove addirittura verrà preparato in diretta il pesto con il vecchio mortaio di marmo. E, mentre ci accingiamo alla preparazione delle linguine al pesto, perché no, per festeggiare il Luisona Day, giorno del trentennale compleanno del Bar Sport di Stefano Benni (vedi post), ricordiamo con Gino Paoli, un genovese d'hoc, anche se di adozione, i bar di un tempo: nella canzone "Quattro amici al bar" la situazione ricorda un Bar Sport che accomuna tutti i tipi di bar e li fonde in un solo paradigmatico universo: si tratta di un luogo, il luogo familiare e di passaggio per eccellenza, in cui non può mancare un flipper, un telefono a gettoni, un caffé al volo, e i racconti dei tempi che furono...
(Foto da Internet)

sabato 9 dicembre 2006

Pelle e ossa

(Foto da L'Espresso)

Il museo di arte contemporanea di Los Angeles ospita una mostra sui percorsi paralleli tra moda e architettura. Sei anni di ricerche per analizzare il legame sempre più forte tra due discipline che nel tempo hanno finito per condividere forme, termini e concetti.
"L'architettura e la moda ci proteggono, ci danno rifugio ed esprimono la nostra identità personale, politica, religiosa e culturale" spiega la curatrice Brooke Odge nell'introduzione al catalogo della mostra "Skin and Bones: Parallel practices in Fashion and Architecture" (Pelle e ossa: pratiche parallele tra moda e architettura) in corso a Los Angeles fino al 5 marzo 2007. "Skin" sta quindi per pelle e facciata mentre "Bones" evoca le ossa e quindi le parti strutturali.
L'Articolo de L'Espresso firmato da Eleonora Attolico

venerdì 8 dicembre 2006

Annunciazione! Annunciazione!

(Foto da Internet)

In una casa di pescatori "umile ma onesta" è seduta una donna (Massimo Troisi) vagamente somigliante alla Madonna che parla della sua famiglia. All'improvviso entra l'Arcangelo Gabriele sbattendo i piedi e suonando la trombetta e le dice: "Tu Marì, Marì, fai il figlio del Salvatore. Gabriele ti ha dato la buona notizia. Annunciazione! Annunciazione!" La donna gli risponde: "Ma io non mi chiamo Maria." L'arcangelo Gabriele insiste: "Annunciazione!" ed esce di scena. La donna sbotta: "Gabriè, tu sì scemo! Cose da pazzi! Una sta a casa sua..."
Questo è l'inizio della personalissima versione dell'Annunciazione del trio napoletano La Smorfia, composto da Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo De Caro, uno degli sketch più riusciti dei tre comici. Lello Arena spiega in un'intervista com'è nata l'idea di questo esilarante dialogo:

Il pezzo dell'Annunciazione era nato dalla necessità di montare due pezzi. Avevamo un pezzo che parlava del lavoro a Napoli al quale tenevamo molto, che però era molto serio e c'era bisogno di un 'contenitore', di un motore comico. Allora ci venne in mente l'idea di una serie di visite che funestavano la casa di questa povera moglie di pescatore che aveva l'onore di 'subire' l'annunciazione. Da lì in poi, dal tormentone di Gabriele che era scemo e cieco e aveva sbagliato casa trascinandosi tutti dietro, era nato un florilegio di continui utilizzi della frase "Annunciazione, annunciazione". Era il periodo in cui negli aeroporti, quando sapevano che eravamo in transito, invece di annunciare i voli normalmente dicevano "Annunciazione, annunciazione, parte il volo…" E' uno dei tormentoni che poi è diventato più famoso e faceva parte di questo grande lavorio che c'era all'interno della Smorfia, che si svolgeva grazie alla proverbiale voglia di starsene tranquilli, quasi sempre nel letto di Massimo, perché Massimo era pigro e non aveva voglia di andare in giro. O si lavorava lì o nella mia casa di San Giorgio, in casa dei miei in cucina, dove ogni tanto arrivava qualche genere di conforto prodotto generosamente dalle mamme.

(Intervista tratta da http://www.vincenzomollica.rai.it)

giovedì 7 dicembre 2006

L'AIDA ALLA SCALA DI MILANO




Oltre al panettone-pandoro, all'albero di Natale e al presepe, c'è un'altra tradizione del mese di dicembre di cui vorremmo parlarvi: Il 7 dicembre si apre la stagione operistica nel tempio della lirica. Quest'anno, attesa come poche altre grandi signore dell'opera, Aida di Giuseppe Verdi aprirà la nuova stagione della Scala di Milano (vedi>>) con il maestro Riccardo Chailly al suo debutto sul podio di Sant'Ambrogio e Franco Zeffirelli regista, nonché autore delle scene per questo nuovo allestimento dell'opera verdiana, il quinto della sua carriera. Per l'ottantatreenne regista fiorentino, assente dal teatro lirico milanese da 14 anni, un ritorno carico di aspettative e anche un riconoscimento alla sua storia artistica. Anche Aida si è fatta aspettare a lungo: l'ultima volta dell'opera verdiana alla Scala fu 21 anni fa, con Maazel-Ronconi. E la febbre è cresciuta al punto che ora i biglietti sono introvabili anche per le dieci repliche. Zeffirelli definisce questa «Aida delle Aide», la più «aulica», nata «nel segno della tradizione dell'opera italiana».
Secondo il regista fiorentino questa Aida poteva nascere solo alla Scala: «fastosa e ricca, tutta bianca e oro. Con cambi di scena rapidissimi, il più lungo dura 40 secondi. Questo ha consentito di riunire i primi due atti in uno solo». Meraviglie tecnologiche dovute al nuovo palcoscenico? «Più ancora alle mani sapienti di lavoratori e tecnici del teatro, capaci di conservare il profumo dell'alto artigianato della Scala», afferma Zeffirelli.
Roberto Alagna, Violeta Urmana e Anna Smirnova sono i protagonisti dell'opera di Verdi.
I costumi sono stati firmati da Maurizio Millenotti.
(tratto da Il corriere della sera. Foto da internet)


Vi proponiamo la famosa aria "celeste Aida" interpretata da Carlo Bergonzi.